VARIGOTTI-CAPO NOLI-VARIGOTTI

da ITINERARI BIRDWATCHING NELLA PROVINCIA DI SAVONA
                                                                                                                                                                                                  

Sviluppo itinerario
: Varigotti – Semaforo di Capo Noli – Villaggio Indiano – Varigotti. 
      

Mezzi di trasporto
: oltre ai mezzi propri, linee autobus ACTS (Savona – Finale) e SAR (Savona - Andora).


Periodo consigliato
:  tutto l’anno escluso i mesi più caldi; per l’osservazione degli uccelli in particolare di quelli marini può essere praticata da novembre all’inizio di marzo.

Dislivello: 300 metri.
Segnavia:
X - $ - XX

Durata: il percorso si può compiere in 2 ore, l’osservazione degli uccelli richiede più tempo.

Note: assenza di sorgenti lungo tutto il percorso. Relativa pericolosità per l’esposizione dei due punti panoramici sulle falesie a picco sul mare.  

Descrizione: da Varigotti, 300 m dopo la galleria sull’Aurelia, provenendo da Savona, si svolta a destra lungo la Strada Vecchia in salita, proseguendo per altri 300 m si incontra un viottolo con un primo tratto di scalinata che conduce all’antica chiesa di S. Lorenzo.

Si segue il segnavia X sentiero che si sviluppa fra uliveti e lembi di macchia mediterranea superstiti nel primissimo tratto, dall’incendio del settembre 2003. Le essenze arbustive più tipiche sono l’alaterno, il lentisco, il terebinto, il corbezzolo, il ginepro rosso, il rosmarino, le filliree e il caprifoglio mediterraneo.

Indi si guadagna ben presto una magnifica postazione panoramica sulla Baia dei Saraceni.

L’avifauna in questo tratto iniziale è rappresentata da cinciallegra, verzellino, occhiocotto, merlo, pettirosso e usignolo.

Giunti ad un primo bivio, la deviazione indicata da un segnale giallo conduce alla chiesetta di S. Lorenzo situata a 45 m sul livello del mare, restaurata nel 1996 presenta strutture risalenti ad epoche diverse le più antiche delle quali al V sec. d.C.

Al secondo bivio si incrocia un sentiero a sinistra contrassegnato da $, questo verrà utile per il sentiero di ritorno.

Più avanti la nostra attenzione sarà catturata da delle lapidi realizzate da un ex marinaio in ricordo della 2° guerra mondiale (da lui combattuta in Australia).

Quel che resta della macchia dopo l’incendio ospita pettirossi in autunno-inverno e merli che, insieme all’occhiocotto, sono gli uccelli più abbondanti; si potrebbe udire il richiamo del fiorancino proveniente dai tratti di lecceta misti a pino d’aleppo.

Dopo un breve tratto pianeggiante e un punto di passaggio interessato da uno smottamento, si prende a salire.

Una deviazione a destra porta a un impressionante punto panoramico sulla falesia di Capo Noli: da qui con un po’ di pazienza è possibile avvistare il gheppio, il passero solitario e il corvo imperiale, tre specie legate all’ambiente rupestre.

Si attraversa un lembo di gariga dove spicca il cisto tomentoso che da a maggio delle stupende fioriture di color rosa intenso; segue una porzione di pineta a pino d’aleppo, dove si può cercare il codibugnolo e la cincia dal ciuffo, ben diffusa in zona come la ghiandaia.

In seguito, sempre sulla destra, un’altra deviazione indicata permette di guadagnare un punto panoramico con vedute più vaste del precedente sia guardando verso ovest Punta Crena che verso est: si notano una vecchia torre genovese e, in secondo piano, il semaforo di Capo Noli.

Uccelli di passo possono essere visti da questa postazione in condizioni di bassa nuvolosità: oltre rondini, balestrucci e rondoni, spiccano falchi pecchiaioli e falchi di palude nei mesi primaverili.

Superata quindi la deviazione del sentiero blu per Noli, il percorso da seguire, sempre contrassegnato dalla X, va avanti per un tratto di macchia foltissimo pressoché privo di aperture.

Si arriva quindi sul crinale principale di Capo Noli, dove si incontra una larga strada sterrata: proseguendo a destra si arriva alla base militare del Semaforo ora stazione metereologica e attigua una grossa antenna qui installata nel 2003. Proseguendo a sinistra si continua il nostro itinerario che coincide con la strada sterrata.

Si incontrano sulla sinistra due deviazioni da trascurare, tanto la prima, evidente ma non segnalata, quanto la seconda (sentiero azzurro per Varigotti).

Le presenze ornitiche più interessanti sono ora rappresentate dall’upupa di passaggio nei mesi di marzo e aprile, di rado per le nostre latitudini nidificante in qualche angolo indisturbato della boscaglia, e dalla magnanina che popola, in compagnia del comunissimo occhiocotto, le garighe.

Come altri promontori costieri in primavera, anche Capo Noli può diventare un interessante luogo per il birdwatching, grazie ad arrivi talora cospicui, di uccelli migratori appartenenti principalmente all’ordine dei passeriformi: culbianchi, stiaccini, balie, gruccioni, solo per citare quelli più facilmente osservabili per comportamento o preferenze ambientali, sostando in ambienti aperti.

Dopo un tratto piuttosto lungo, al terzo incrocio, in corrispondenza di uno slargo, si gira a sinistra, seguendo un nuovo sentiero che, contrassegnato da $, conduce a Varigotti.

Strada facendo, il sentiero scende lungo le pendici del versante, superando sulla sinistra un sentiero indicato da un segnavia blu, quindi un altro di colore giallo, facente funzione di collegamento e infine un terzo, sulla destra, marcato con XX: si presti attenzione in questo tratto a non perdere il sentiero da seguire, poiché le numerose deviazioni possono generare confusione.

La zona ora attraversata dall’itinerario prende il nome di Territorio Indiano e dà la possibilità di osservare la magnanina molto elusiva, il fiorancino e il luì bianco da cercarsi nei punti radi e luminosi; nel cielo può capitare di vedere la poiana, il gheppio e lo sparviere.

Arrivati in un punto dove prima dell’incendio c’era una vegetazione a gariga, prima dell’incendio, si segue sempre il punto cerchio, il quale indicato da una freccia rossa, devia sulla destra.

Sul terreno è facile rinvenire tracce e fatte (escrementi) lasciate da varie specie di mammiferi quali la donnola, la faina, la volpe, il tasso, e l’invasivo cinghiale.

Quindi ci si trova all’incrocio col sentiero X imboccato fin dall’inizio, da cui girando a destra, si ritorna in breve al punto di partenza.

 

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