Una bella giornata

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Ho fatto bene ad uscire di casa, oggi!
e' proprio una bella giornata... cielo terso, sole caldo, solo un po' d'arietta, il poco che basta per tenere il cielo sgombro dalle nuvole, e acqua tiepida.
si sta davvero bene...

Decido di godermi il più possibile questa stupenda giornata, resto a galleggiare oziosamente, con gli occhi chiusi, mentre mi lascio scaldare la pelle dal sole.
Ogni tanto faccio qualche metro a nuoto, senza fretta.
c'e' gente, oggi... un sacco di tipi che arrivano dalla città, sciamano appena le giornate migliorano un po', in fuga dal loro eterno smog soffocante, dal caos, dallo stress... e' proprio vero comunque, noi che viviamo qui siamo diversi!
ad esempio... quanti restano all'asciutto? tanta gente non sa nuotare! non ci credevo, non che potessero essere così tanti! perlomeno, non capivo finchè non ho visto dove vivono e il caos che regna nelle loro strade...
lo credo che non san nuotare, per loro e' molto più importante, anzi vitale, correre!

Lascio che i più temerari di loro vadano al largo, oltre a dove sono io, il mare oggi e' davvero liscio come l'olio, non c'e' nessun pericolo.
si allontanano schiamazzando e sollevando spruzzi, nuotando in quel modo buffo e terribile che hanno i cittadini. senza grazia, senza morbidezza, senza il buon gusto di restare giusto a pelo d'acqua... ma chi gli insegna?
resto un po' pacifico a guardare la piccola folla che assiepa la spiaggia, rido dentro di me per come sono ridicoli con tutti quei piccoli costumi a coprirli appena per pochi centimetri quadrati... i più importanti, secondo loro!
Noi di qua, invece, ormai da tempo non indossiamo costumi, che servono in mare? e cosa c'e' di più bello, naturale e innocente del corpo umano? in fin dei conti nasciamo così... se non fosse giusto, il buon Dio ci avrebbe provvisto di pelliccia, come i cani o i gatti, o di squame come i pesci, o... rifletto sull'arretratezza e i legami culturali col passato della gente che prende il sole a spiaggia, e ripenso a quello che deio tempi andati raccontavano i vecchi... come ad esempio la natura da' e poi toglie, come sia ironico che quei teli da mare siano stesi all'ombra di ulivi e pini, dove una volta era coltivato, e certamente non c'era sabbia, ma dove ugualmente la terra coltivata poggiava su rocce costituite da sabbia compressa e indurita fino a diventare pietra, e dove i muri a secco che reggevano le coltivazioni, come ancora in qualche posto più alto si può vedere, erano fatti da frammenti di roccia piena zeppa di fossili marini, dalle conchiglie ai gasteropodi a minuscoli pesci...

Adesso le cose sono tornate a posto, in un certo senso!
decido che e' ora che torni al mio posto anche io... faccio ancora quattro bracciate, guardo il sole che illumina le poche case delle borgate più alte che affiorano ancora dall'acqua, do un'occhiata all'orologio sul campanile, l'unico pezzo restato a vista sembra una sveglia a punta posata su un lenzuolo luccicante.
poi vado: un soffio forte, profondo, per svuotare i polmoni, apro le branchie, mi immergo e riprendo la via di casa.
trenta metri sotto il mare.


                                               Matteo

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