29/8/2007
Varigotti, stop al costume adamitico
E venne il giorno del divieto. D’ora in avanti, il 28 agosto, a
Varigotti, sarà ricordato come il giorno del costume. Di ogni foggia,
colore e tessuto. Tranne che adamitico: un modello che sulla spiaggetta
di Punta Crena non potrà più essere sfoggiato, a meno di violare i
cartelli di diffida fatti apporre ieri, a ridosso dell’insenatura,
dall’amministrazione comunale. Un provvedimento deciso dal sindaco
Flaminio Richeri, sulla scia dello «tsunami» di polemiche che aveva
sommerso il fazzoletto di sabbia fin da inizio estate. Un’ondata di
proteste cavalcata, fianco a fianco, da residenti della località
rivierasca, bagnanti occasionali e villeggianti vip. Fra questi, la
signora delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, Evelina Christillin,
tra le prime a denunciare, un mese fa, l’anomalia di «una spiaggia
libera e pubblica trattata alla stregua di una zona franca da chi non
soltanto vi pratica nudismo, ma addirittura si lascia andare ad
effusioni spinte, alla luce del sole e sotto gli occhi di tutti, bambini
compresi». Una testimonianza, quella della vicepresidente del Toroc, ma
anche di tanti altri turisti e personaggi più o meno noti, suffragata
pure da prove «virtuali» di un malcostume - è proprio il caso di
dirlo - reale. Come ad esempio le descrizioni fatte di Punta Crena sui
maggiori siti internet di annunci erotici: veri e propri consigli per
l’uso - o, meglio, l’abuso - della spiaggetta per un vasto
campionario di pratiche sessuali en plein air, da quelle
«tradizionali» fino alle più trasgressive variazioni sul tema,
compresi voyeurismo e scambismo. Tra singoli e coppie etero. Ma
soprattutto omosessuali, per i quali quella di Varigotti era diventata
una meta dal forte richiamo. Sia per il fascino dei suoi scorci e la
bellezza del suo mare. Sia per la sua collocazione tranquilla e
appartata. Lontana dalla calca della Riviera. Ma - sebbene raggiungibile
solo a nuoto, o in barca, o calandosi con una fune dal promontorio che
lasovrasta - non anche dagli sguardi di chi, affacciandosi dal molo o da
Punta Crena, si è trovato spesso al cospetto di scene hard. Una
situazione da alcuni tollerata a stento; da altri giudicata ormai
insostenibile. Al punto da ipotizzare, come fatto dalla stessa Evelina
Christillin, iniziative quali una raccolta firme per sensibilizzare
l’amministrazione comunale. Che, da parte sua, nelle scorse settimane
ha rotto gli indugi, deliberando l’affissione dei cartelli di divieto
e richiedendo un maggiore pattugliamento della zona. «In realtà
l’intervento delle forze dell’ordine non c’è ancora stato, e
speriamo non tardi troppo - commenta il sindaco Rocheri -. Quanto ai
cartelli, non fanno che rimarcare ciò che è sempre stato ovvio. E
cioè che la spiaggetta di Punta Crena è un luogo pubblico tanto quanto
corso Italia a Savona. E nessuno è autorizzato a circolarvi nudo».
Reportage
GIANLUCA PALLADINO
Il percorso è lo stesso già fatto a
inizio mese: dal molo di Varigotti fin quasi alla spiaggia del Malpasso
andata e ritorno, a bordo del pedalò messo a disposizione dai Bagni
Nuova. Stavolta, però, di corpi nudi sotto il sole, sull’insenatura
di Punta Crena e sulle scogliere circostanti, neanche l’ombra. Un
po’ perché in questa mattinata di fine agosto sono le nuvole a farla
da padrone. Un po’ perché tutti e otto i ragazzi spiaggiati sul
fazzoletto di sabbia sovrastato dal promontorio su cui svetta la Torre
dei Saraceni, al costume adamitico hanno preferito quello di stoffa. Nel
primo giorno di entrata in vigore del divieto di tintarella integrale,
sembra dunque che i cartelli fatti apporre dal sindaco Richeri abbiano
sortito l’effetto desiderato, perlomeno dai residenti e dai
villeggianti che avevano chiesto a gran voce al Comune un intervento
drastico contro i bagnanti senza veli, e soprattutto contro i
protagonisti di scene hard in pieno giorno. Non è così per alcuni
frequentatori abituali della spiaggetta, tutt’altro che entusiasti di
un provvedimento cui, però, pur a malincuore, si sono adeguati. «Per
forza - spiega Giovanni, genovese, che da due anni pratica naturismo a
Varigotti -. Con il polverone di questi giorni ho preferito essere
prudente. Ma è un peccato non potersi più stendere in libertà come un
tempo». E lo è ancor di più per il suo amico Luca, che di Punta Crena,
invece, è un «novizio», e ha dipinta sul volto la delusione per non
poterne sfruttare appieno le potenzialità tanto decantate da siti
internet e passaparola: «Oltre ad essere sbagliato, questo divieto è
un’ipocrisia, perché è implicitamente rivolto contro i gay più che
contro i nudisti. Sarebbe stato giusto, piuttosto, riservare questa
spiaggetta al naturismo, e riconoscere a Varigotti quel ruolo di meta
del turismo omosessuale che ufficiosamente ha già, sfruttandone il
traino economico come fatto da località come Torre del Lago, in
Toscana».
Sulla stessa lunghezza d’onda Marco, alessandrino, 41 anni, da 10
frequentatore di Varigotti. «Per pudore ho sempre indossato il costume.
Ma non ho mai visto niente di male nel prendere il sole nudi. Allora si
vieti anche ai negozi di esporre in bella vista cartoline che
raffigurano donne nude. Questi cartelli sono un errore. Sia per il
messaggio che veicolano, sia per come e dove sono stati collocati. Non a
caso, ieri quello più vicino all’acqua è già caduto rischiando di
colpire un paio di ragazzi. Eppoi basta con l’ipocrisia: questo lido
è lontano dalla vista dei turisti. Se qualcosa di hard accade, è
piuttosto sul promontorio. O magari anche in spiaggia, ma di notte. Di
giorno non si sono mai verificate scene erotiche né scambi di coppie.
Il massimo che si può vedere è qualche corpo nudo e qualche bacio tra
partner che vengono qui insieme. E chi passa qui davanti in pedalò sa
di non ammirare solo il panorama». Ma tra i bagnanti di Punta Crena
c’è anche chi non è dello stesso avviso, e, anzi, plaude ai cartelli
di divieto affissi dall’Amministrazione. E’ il caso di un giovane
genovese, che però vuole restare anonimo: «Il Comune ha fatto bene.
Non era giusto che chi passava qui davanti in moscone, o i ragazzini che
venivano a tuffarsi dagli scogli, dovessero imbattersi in uomini nudi
con gli attributi in bella vista. Ci vuole rispetto». Quello per il
divieto, al momento, c’è.
LA STAMPA |
28/8/2007 Inaugurato lungomare
Lorenzo Bottino Il ricordo dell’ex
sindaco Lorenzo Bottino «riappacifica» maggioranza e opposizione, unite
(seppur con qualche distinguo) nel giudicare positivamente la sua attività
amministrativa. Alle 18 di ieri, il primo cittadino Flaminio Richeri ha
intitolato il lungomare di Varigotti alla memoria di Bottino. Paolo
Caviglia, vicesindaco di Savona, ha ricordato la figura del politico
finalese, eletto sindaco nel 1975 (a 32 anni) e rimasto in carica fino al
1983, quando venne arrestato nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria che
colpì Alberto Teardo (presidente della Regione) e alcuni dirigenti del
partito socialista ligure.
Lorenzo Bottino trascorse due anni in carcere. In primo grado venne
condannato, mentre in appello arrivò un’assoluzione per insufficienza di
prove, grazie alla ritrattazione di un testimone-chiave. Le due
giunte-Bottino, sostenute dai partiti socialista (a cui era iscritto
l’allora sindaco) e comunista, portarono a compimento il primo piano
regolatore cittadino e si distinsero nell’ambito delle opere pubbliche.
Tra la fine degli Anni 70 e l’inizio degli Anni 80, a Finale videro la
luce la farmacia comunale, le scuole elementari di via Brunenghi, il
programma per il recupero delle aree ferroviarie dismesse, la sistemazione
degli impianti idrici e fognari. Lorenzo Bottino fu anche amministratore
dell’Usl 5 e vicepresidente della Sar (Società autolinee Riviera). L’ex
sindaco morì il 13 giugno 1996. «Ha fatto cose molto importanti per
Finale, ha pagato di persona il suo impegno civile ed è stato infine
riabilitato», dichiara il sindaco Richeri. E aggiunge: «Ci è sembrato
giusto ricordarlo a Varigotti, che è il suo quartiere natale». Giovanni
Ferrari, vicesindaco di Finale, osserva: «Arrivò dopo il boom edilizio e
dovette riequilibrare i servizi della città, riuscendoci pienamente».
L’opera di Bottino è proseguita oggi dal fratello Gino, eletto in
consiglio comunale nel 1999 ed esponente della maggioranza, che ricorda:
«I 2 anni di carcere sono stati tremendi per tutta la famiglia e lo stress
di quei 24 mesi ha scatenato il male che poi lo ha ucciso». Anche dalla
minoranza di centrosinistra arrivano giudizi positivi sull’ex primo
cittadino. «Avevamo già ventilato l’ipotesi di intitolargli il lungomare
di Varigotti quando eravamo al governo, ma poi avevamo deciso di rinviare
la decisione», racconta Franco De Sciora, consigliere comunale dei Ds, che
sostiene: «E’ stato un ottimo sindaco. Le vicende extrapolitiche sono
irrilevanti». L’unica voce discordante è quella di Gloria Bardi («Un’altra
Finale»): «Non mi sento di dare un giudizio politico su Bottino, perché ho
sentito voci discordanti sul suo conto. Di certo la scelta
dell’intitolazione non è stata presa cercando la condivisione del
consiglio comunale».
LA STAMPA
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28/8/2007 La tintarella integrale
ha le ore contate
Quella che sta andando
in archivio potrebbe essere l’ultima estate da nudo sotto il sole a
Varigotti. Almeno questo è il risultato cui mira il provvedimento deciso
dal sindaco di Finale Flaminio Richeri, dopo l’ondata di proteste che fin
da inizio luglio ha sommerso la spiaggette di Punta Crena, divenuta, da
qualche anno a questa parte, meta consolidata non soltanto di turismo
naturista, ma pure di pratiche sessuali a cielo aperto, come più volte
denunciato da residenti e villeggianti. Proprio in questi giorni, a
ridosso dell’insenatura - cui si può accedere o a nuoto dal vicino molo, o
in barca, o ancora calandosi con una fune dal promontorio sovrastante -
saranno collocati cartelli con il divieto di praticare il nudismo. Un
provvedimento preliminare a quelli ben più drastici che lo stesso primo
cittadino annuncia essere al vaglio: «Stiamo studiando soluzioni
definitive per il prossimo anno, come quella di impedire, con cancelli o
altro, l’accesso alla spiaggetta dal promontorio di Punta Crena»
.
G. PAL.
LA STAMPA
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26/8/2007 “L’Aurelia bis un danno
per Varigotti”
L’ipotesi di uno
spostamento a monte dell’Aurelia, ventilata dall’onorevole Ombretta
Fumagalli Carulli a margine della presentazione del volume curato da
Silvio Riolfo Marengo «Il ponente savonese: dalle Alpi al mare», ha
riaperto il dibattito tra favorevoli e contrari all’eventualità. Un
confronto tra posizioni diametralmente opposte, al quale la stessa
Fumagalli Carulli aggiunge nuovi elementi di riflessione. «Nell’occasione
in cui ho sollevato la questione - spiega - ho ricordato l’indubbio
fascino di Varigotti, quando, all’inizio del Novecento, la via Aurelia,
non tagliava ancora in due il territorio del paese, e l’antico Oratorio e
la Chiesa parrocchiale di San Lorenzo erano direttamente sull’arenile:
“come due navi pronte a salpare”, secondo la poetica immagine di Vincenzo
Cardarelli dedicata alle Chiese di Liguria. Fotografie del primo
Novecento, care ad alcuni varigottini orgogliosi di mostrarle, ne sono
testimonianza». Un’atmosfera che, a giudizio dell’onorevole, potrebbe
essere ricreata anche oggi: «Per ripristinare il genio del luogo,
basterebbe spostare l’Aurelia pochi metri più a monte, nell’insediamento
lasciato libero dallo spostamento della ferrovia ed attualmente regno di
topi, erbacce, spazzatura e quant’altro riesca ad inserirsi in un
disordinato deposito di macchine. Mantenendo la sede stradale all’attuale
livello della ferrovia, sotto di essa potrebbero essere fatti adeguati
parcheggi. Atre soluzioni per i parcheggi (una necessità reale) potrebbero
comunque essere attuate e sono state presentate in passato: basta volere
scegliere». Un progetto, secondo Fumagalli Carulli, a prova di
contestazioni. «Rispondo in anticipo agli inevitabili malevoli che
vorranno vedere un mio interesse personale e non collettivo allo
spostamento dell’Aurelia sull'insediamento della ex ferrovia. La mia casa?
Tra quelle privilegiate che stanno direttamente con il giardino sul mare,
non sull’Aurelia. Riguardo alla mia proposta, poi, anzichè essere discussa
serenamente, è stata oggetto perlopiù di acide esclamazioni di
insofferenza o buttata la questione in politica. Chi cerca in qualche modo
di essere diplomatico, getta il fumo negli occhi, tirando fuori dal
cilindro il coniglio di una Aurelia bis tutta in galleria, che inizi da
Noli e finisca oltre Varigotti. Percorso stimato: circa 5 chilometri!
Pensate ad un incidente in agosto...». Ma l’onorevole nutre anche altre
perplessità sull’Aurelia Bis. «Non mi convince. Rivolgo alcune domande a
chi invece si mostra entusiasta dell’ipotesi di un’Aurelia bis in
galleria: mi sa dire quanto costerebbe? Chi paga? Quali i tempi? Sa che
per Varigotti mancano persino i fondi per ovviare alla dispersione in mare
di migliaia di metri cubi di acqua potabile, proveniente dal “troppo
pieno” dell’acquedotto? Personalmente ne ho un vantaggio: un torrentello
di acqua pura e chiara passa interrato sotto il mio giardino e sbuca,
scavando un vero e proprio greto, sulla spiaggia; le inevitabili
dispersioni consentono ai nostri alberi di avere una fonte perenne di
umidità che li rende rigogliosi. Ma tanto spreco stringe il cuore». Ma non
basta: «A parte i costi ed i tempi, l’Aurelia bis taglierà del tutto fuori
Varigotti, lo ridurrà ad un ghetto, sia pure dorato, per chi ha la fortuna
di avervi una abitazione. Poichè da cinquant’anni la mia famiglia ha
questa fortuna dovrei egoisticamente esserne lieta. Invece non lo sono.
Non mi rassegno a vedere questo amato borgo decadere ogni giorno: la
trasformazione di alberghi in residence (ma non è vietato dalla legge
regionale?), e persino di negozi in appartamenti sta facendo morire il
paese; sulle prime colline un branco di capre sta distruggendo la pineta
che, dopo un incendio chiaramente doloso, a fatica tenta di buttare i
primi teneri nuovi germogli; l’antica via del Pepe, un tempo ombreggiata
da alberi secolari, sotto i quali le carrozzine dei nostri piccoli
sostavano, non ha più alberi, criminalmente fatti disseccare per poter
fare garage nelle terrazzature anticamente occupate da ulivi; cassette
disordinate e detriti vari, sotto l’occhio (disattento?) di chi è preposto
alla vigilanza, sono un insulto per la vista e talora per l’olfatto di chi
passi per raggiungere il sentiero verso la chiesina antica di San Lorenzo.
Che se poi ci si inoltra sui sentieri (una volta ben tenuti) verso
l’altipiano delle Manie, sono assicurati sdruccioloni e graffi vari, tanta
è la trascuranza, quando addirittura qualche parte di sentiero non sia
stata scippata da confinanti arraffoni». E ancora: «L’uscita dei bambini
dalla scuola materna è stata rimpicciolita da occupazione (abusiva?) di
filari di vite e parcheggio di auto che impediscono ogni accesso per
autovetture, compresi mezzi di soccorso. E La stessa vigilanza non si è
neppure accorta che un sedicente impianto per la spremitura delle olive,
posto vista mare a mezza costa sull’altura, che voce di popolo dice essere
stato finanziato da fondi europei, ha ormai un aspetto di lussuosa villa
di residenza. Del Parco regionale delle Manie, guai poi a parlarne: meglio
la cementificazione? Per non dire infine della spiaggetta, un tempo meta
di famiglie con bambini ed oggi feudo non di semplici naturisti, ma di
sporcaccioni esibizionisti. L'unica speranza ormai è che si mobiliti un
foresto con accento ligure: il Gabibbo. Spero non sia necessario».
LA STAMPA
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25/8/2007 Aurelia bis in galleria a
Varigotti?
La parola ai lettori
L’on. Fumagalli Carulli
torna a perorare un nuovo tracciato dell’Aurelia, incassato tra le case di
Varigotti. Desiderando spostare l’Aurelia, l’unica soluzione ragionevole è
una galleria, una sorta di by-pass per l’intero abitato – come per altro
fatto notare dall’Associazione Varigotti Insieme –; ciò nell’ottica, di
più ampio respiro, della realizzazione di un’Aurelia bis che decongestioni
i centri costieri. Ma ciò che più stupisce è che il progetto di incassare
l’Aurelia nella parte più abitata e più popolare di Varigotti – con
annessa cementificazione delle aree sul fronte mare – sia stato ideato e
propagandato dalla sinistra (anche la più radicale). Ho sempre votato a
sinistra, in passato. Ora, questa incoerenza mi spinge ad augurarmi che le
sinistre rimangano il più lontano possibile dal governo di Finale L.
LETTERA FIRMATA
LA STAMPA |
24/8/2007 Una lettera di Varigotti Insieme
Terra di sole, vento e mare, terra di cactus ed aghi di
pino, terra di fasce coltivate a fatica e terra di mani e volti
invecchiati su una barca da pesca.
In questo luogo amato da molti ci siamo anche noi, liguri
musoni e scontrosi, litigiosi e criticoni..
Noi che veniamo da un inverno dove l'unico rumore e' quello
delle onde, a fatica tolleriamo il troppo chiasso e lo smog delle troppe
auto. Siamo così, saraceni del 2007 che dietro la benda da pirata,
nascondono però un'anima onesta e sincera
sempre pronti ad accogliere chi sa apprezzare e rispettare
questa terra.
Siamo così, e chi scrive e' uno che non e' nato a Varigotti
ma che ha deciso, come Presidente di Varigotti Insieme, di tutelare e
promuovere questo paese.
Amiamo Varigotti anche per le sue contraddizioni e siamo
assolutamente certi che i turisti come la signora Farian Sabahi che da
venticinque anni lo frequentano, abbiano trovato anche tanta cortesia e
disponibilità e tante strette di mano date con il sorriso.
Varigotti è Varigotti perchè è il luogo dei nostri
ricordi e degli amici che ogni anno si incontrano.
La professionalità pensata da chi proviene da una grande
citta' forse rimane per noi un traguardo ancora lontano, l'efficienza e
l'organizzazione di una metropoli sono utopie, ma la volontà di
migliorare i servizi e l'accoglienza turistica e' sicuramente una realtà.
Ci dispiace che attraverso la carta stampata vengano
rimarcati certi aspetti che potrebbero essere chiariti guardandosi negli
occhi, senza danneggiare l'immagine di Varigotti e degli interessati.
Varigotti e' pronta ad accogliere tutti coloro che la
amano cercando di migliorare tutto quello che ancora c'è da migliorare.
Promettiamo però che non diventeremo troppo professionali,
troppo organizzati, troppo gentili, troppo accondiscendenti.
Continueremo ad essere “Varigotti”, un luogo dove si scorda
la città e si trova la rude ma sincera accoglienza dei suoi abitanti e
commercianti.
IL
PRESIDENTE
Fornasiero Fabrizio
Risponde Farian Sabahi «Concordo con Fabrizio Fornasiero
sull'anima onesta e sincera degli abitanti di Varigotti, la cui
professionalità non ha nulla a invidiare a quella delle città. Non è
quello il problema ma la stanchezza di fine estate, credo, ha portato un
commerciante a superare le righe.Purtroppo non sempre basta "guardarsi
negli occhi" e il nostro lavoro di giornalisti è rendere con le parole
quello che si respira nell'aria.»
LA STAMPA
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24/8/2007 I vip
vincono la battaglia: il sindaco chiude la spiaggia
Per i nudisti che ormai da anni hanno
«occupato» Punta Crena, piccola e splendida insenatura a levante di
Varigotti, questa potrebbe essere l’ultima estate. La minaccia di una
petizione (che avrebbe potuto essere firmata anche dalla nutrita
pattuglia di personaggi noti che in estate trascorrono le vacanze nel
borgo saraceno) e la volontà dell’amministrazione comunale di
risolvere, una volta per tutte, un problema che si stava incancrenendo
dovrebbero portare alla «cacciata» definitiva degli amanti della
tintarella integrale. Il sindaco di Finale Ligure (Varigotti, seppure
conosciutissima, è una frazione) Flaminio Richeri, dopo anni di rinvii
e rimpalli ha finalmente deciso: «Tra pochi giorni saranno esposti i
cartelli di divieto sulla spiaggia. Ho avuto un colloquio con i
carabinieri ai quali ho chiesto di intervenire. Stiamo in ogni modo
studiando soluzioni più drastiche per il prossimo anno, come quella di
impedire, con cancelli o altro, l’accesso alla spiaggetta dal
promontorio di Punta Crena».
Niente discriminazione
La crociata di residenti e turisti contro i naturisti (a Punta Crena,
però, la colonia più folta è quella dei nudisti gay al punto che su
internet ci sono decine di siti omosessuali che spiegano addirittura
sino a che punto si può arrivare nelle effusioni, e le testimonianze
parlano di comportamenti decisamente hard) non è dettata da motivi
volontà discriminatoria o moralismi né contro i naturisti né contro i
gay. A favorire l’«occupazione» dell’insenatura è la sua
orografia. La spiaggetta, visibile dal molo, si può raggiungere solo a
nuoto o in barca, a meno di non rischiare di rompersi una gamba
calandosi dal ripido promontorio. «Frequento Varigotti sin da quando
ero bambina. Quello che è successo in questi ultimi anni è
insostenibile. Nessun razzismo, sia chiaro, ma basta affacciarsi dalla
terrazza in cima a Punta Crena o dalla punta del molo per vedere scene
da cinema hard a qualsiasi ora del giorno. Siamo arrivati al punto che
non si possono portare i bambini a fare un giro in moscone per paura che
vedano scene imbarazzanti», racconta Evelina Christillin, la «Signora
delle Olimpiadi» da sempre frequentatrice di Varigotti. Una delle
turiste più note ma non l’unica. Nell’antico borgo hanno casa, tra
gli altri, Ferruccio De Bortoli, Giovanni De Luna, Ombretta Fumagalli
Carulli, Eva Herzigova, la famiglia Donat-Cattin solo per citare i più
noti. Evelina Christillin ha più volte scritto al sindaco. «L’ho
fatto lo scorso anno, l’ho rifatto qualche settimana fa. O il Comune
decide di destinare Punta Crena ai nudisti oppure deve impegnarsi a
stroncare comportamenti che sono comunque illegali. In questo momento la
spiaggetta è quasi considerata zona franca. Se non ci saranno riscontri
positivi sono pronta a promuovere una petizione e sono certa che sarà
firmata da tutti», aveva detto poche settimane fa. Una «minaccia» che
ha avuto il suo effetto. Nel giro di qualche giorno i cartelli con il
divieto di girare in costume adamitico in una delle spiagge più belle
della Liguria. faranno la loro comparsa.
Blitz dei carabinieri
Fabrizio Fornasiero di «Varigotti insieme», l’associazione che
promuove l’immagine dello splendido borgo, i nudisti li avrebbe
cacciati già da tempo per valorizzare Punta Crena: «L'accesso alla
spiaggetta dovrebbe essere consentito attraverso una piccola
imbarcazione con partenza dal molo di Varigotti. Un bagnino, con una
presenza discreta, potrebbe sovrintendere alla sicurezza ed alla pulizia
della spiaggia». Resta da vedere se basteranno alcuni cartelli di
divieto per scoraggiare un «turismo di nicchia» che arriva a Punta
Crena da ogni parte d’Europa. Gli anni scorsi, almeno due volte a
stagione, carabinieri, polizia, capitaneria di porto organizzavano blitz
sulla spiaggetta cercando di fronteggiare il problema con denunce e
verbali. Quest’anno nulla è stato fatto. E i bambini, per tutta la
stagione, non sono stati portati sul moscone nella zona della spiaggetta.
LA STAMPA |
23/8/2007 Finale, lungomare dedicato
all’ex sindaco Bottino
Lunedì prossimo, alle ore 18, il
Comune di Finale Ligure intitolerà a Lorenzo, ”Renzo”, Bottino,
sindaco di Finale dal 1975 al 1983, il lungomare di Varigotti antistante
le scuole elementari. A Bottino, che divenne sindaco dopo la
quarantennale amministrazione di Augusto Migliorini, si devono, fra
l’altro, la stesura del Piano Regolatore Generale (attualmente ancora
in vigore), la realizzazione delle scuole elementari di via Brunenghi e
il recupero delle aree di risulta della linea ferroviaria a Finalpia e a
Varigotti.
Bottino fu sindaco del primo governo
di centro-sinistra della città. Oratore ufficiale della cerimonia sarà
il Vice Sindaco di Savona Paolo Caviglia. A scoprire la targa sarà il
sindaco di Finale Ligure Flaminio Richeri.
IL SECOLO XIX
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23/8/2007 Nudisti
in spiaggia, arrivano i divieti
Alcuni cartelli con il divieto di praticare il nudismo saranno collocati
nei prossimi giorni sulla spiaggetta di Punta Crena a Varigotti. La
decisione è stata presa dal sindaco Flaminio Richeri, anche in seguito
alle numerose proteste delle ultime settimane. La presenza di persone,
in prevalenza coppie di uomini, che prendono il sole nudi è stata una
costante anche durante questa stagione estiva. Il divieto di prendere il
sole senza veli su una spiaggia pubblica che si trova a poche decine di
metri dal vecchio borgo di Varigotti sembra ovvio ai più, ma non a chi,
da anni, si è convinto che in questo piccolo angolo di paradiso
spogliarsi, e magari lasciarsi andare ad «effusioni» più o meno
spinte, sia lecito. Ci sono giorni in cui la spiaggetta è «occupata»
solo dagli amanti della tintarella integrale: una presenza che allontana
le famiglie, che costituiscono la maggioranza dei turisti di Varigotti,
e che potrebbero facilmente raggiungere la spiaggetta a remi o in
pedalò. Non sono invece scoraggiati i «guardoni», richiamati anche
dal clamore che da anni circonda questo tratto d’arenile. Spiega il
primo cittadino di Finale: «Entro il mese saranno esposti i cartelli di
divieto sulla spiaggia. Ho avuto un colloquio con i carabinieri, ai
quali ho chiesto di intervenire. Stiamo in ogni modo studiando soluzioni
più drastiche per il prossimo anno, come quella di impedire, con
cancelli o altro, l’accesso alla spiaggetta dal promontorio di Punta
Crena». In tanti, anche personaggi noti che frequentano Varigotti, sono
scesi in campo. Tra questi, Evelina Christillin, vicepresidente vicario
del Toroc in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 che non
più tardi di 10 giorni fa aveva commentato: «La situazione è
diventata insostenibile. Le scene cui si è costretti ad assistere ogni
giorno e a qualunque ora, se solo ci si affaccia dalla terrazza in cima
a Punta Crena, o dall’estremità del molo, o ancora se si fa un giro
in moscone intorno alla costa, sono intollerabili e sotto gli occhi di
tutti, bambini compresi. O il Comune stabilisce di destinare
ufficialmente questa spiaggia ai nudisti, oppure si deve adoperare,
insieme con le forze dell’ordine, che encomiabilmente presidiano le
altre spiagge, a disincentivare, con le opportune sanzioni, i
comportamenti che violano la legge. Altrimenti non si capisce, ad
esempio, nemmeno il senso dei cartelli affissi in tutta la città che
vietano di passeggiare in costume. E’ come se si considerasse quella
che è una spiaggia libera e pubblica come una sorta di zona franca».
Le proteste hanno evidentemente sortito un primo risultato.
LA STAMPA |
22/8/2007
Varigotti e i nervosi negozianti
Meno male che le vacanze stanno per
finire. Non tanto per noi turisti, a cui non spiacerebbe ritardare il
ritorno in ufficio, ma per i negozianti di Varigotti dove alcuni sembrano
essere diventati poco tolleranti. La settimana di ferragosto deve averli
sfiancati. Scrivo con cognizione di causa: avevo promesso a mio figlio che
avremmo mangiato il pollo arrosto e alle 12.30 siamo passati in
macelleria.
Nel bugigattolo sull’Aurelia c'erano sette
persone in coda: poche per agosto, troppe per un maschietto di 4 anni che
invita la mamma a sbrigarsi, chiedendo cosa siano i ganci che pendono dal
soffitto. Una manciata di minuti ed è il nostro turno. Anziché chiedere
cosa desiderassi, il macellaio mi aggredisce; «Ma non è capace a dargli
due ceffoni?». Mi verrebbe da spiegargli che sberle e sculacciate sono
passate di moda, ma sarebbe inutile.
Gli faccio presente che il bambino non ha
fatto nulla di male, si è solo lamentato con la mamma per l'appetito che
incalza e la richiesta di sbrigarsi non era certo rivolta all'estraneo al
di là del bancone. Ma lui non demorde e continua con gli improperi, gli
dico di servire pure il prossimo cliente: preferisco aspettare che a
servirmi sia la sua collega Daniela, cordiale anche con mio figlio che
conosce da quando è nato.
Gli altri clienti, tra cui un paio di vicini di casa, lo
guardano perplessi. All'ennesimo insulto prendo mio figlio per mano e
annuncio che andrò a fare la spesa altrove. Il bimbo è mortificato, ha
capito che la discussione ha a che fare con lui ma non capisce cosa ha
fatto di sbagliato. A pranzo si accontenterà della pasta, per il pollo
allo spiedo aspetterà stasera e meno male che a Finale, a pochi minuti,
c'è la Coop.
La mia famiglia ha casa a Varigotti da
venticinque anni, ci vengo estate e inverno. Mai come quest'anno ho
percepito la tensione nei confronti dei turisti che - mi racconta il
fornaio Roberto - hanno speso meno delle scorse estati. Forse alcuni sono
nervosi per i minori introiti? Come al solito, sono in tanti a cercare di
spremere i villeggianti. La vigilia di Ferragosto si è rotto il tubo
sotto al lavandino, l'idraulico è venuto nel giro di qualche ora e mi ha
fatto pagare cento euro. Non ho osato chiedergli la ricevuta per timore
che la volta prossima mi faccia aspettare giorni e giorni.
Nella settimana di Ferragosto anche
Sebastiano il verduriere ha aumentato il prezzo della frutta: le pesche
locali sono passate da 99 centesimi a 1,88 euro. Stessa merce, stessa
disposizione sugli scaffali. Sempre gentili, lui e i suoi ragazzi, si
fanno perdonare. E comunque sono i più onesti della zona, soprattutto in
confronto al negozietto sul retro della panetteria, dove a giugno avevo
pagato i pomodori la bellezza di 6 euro al chilo. Insemina, concordo con
le anziane senza patente: «Meno male che c'è Sebastiano!». Altrimenti
dovremmo prendere sempre l'auto per fare la spesa.
In questi giorni muoversi sulle 4 ruote è
stata un'impresa e alle difficoltà non hanno retto nemmeno lunghe
amicizie: inutile chiedere al bagnino di spostare un poco più in là il
motorino, in modo da parcheggiare l'utilitaria: ha già promesso il posto
al collega che inizierà il turno più tardi. C'è persino qualcuno che ha
messo l'auto nei giardini pubblici dove ci sono i giochi dei bambini: in
Comune arrivano subito le telefonate di protesta, mentre nessuno sembra
accorgersi delle bottiglie rotte nottetempo vicino allo scivolo.
Con il maltempo sono in tanti a voler tornare in città con
qualche giorno d'anticipo. «Speriamo di no, per ora c'è ancora gente»,
osserva Katia la giornalaia. Sempre sorridente, anche quando in edicola si
accalcano decine di persone. Come lei anche Enrica la panettiera: in cassa
dal mattino alla sera, mentre in strada la fila si allunga per acquistare
focaccia e sfogliatine. A qualcuno rimarranno come ricordo dell’estate, ad
altri resterà impressa la protervia di un vecchio macellaio.
Farian Sabahi
LA STAMPA

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22/8/2007 «Spostare la via
Aurelia a Varigotti dalla zona a mare alle ex aree ferroviarie, per
ristabilire, almeno in parte, l’incantesimo del borgo interamente sulla
spiaggia».
E’ la proposta fatta l’altra sera
da Ombretta Fumagalli Carulli, nella sala Boncardo di Finalpia, durante la
presentazione dell’ultimo libro curato da Silvio Riolfo Marengo. L’ex
parlamentare e membro del Consiglio superiore della magistratura, assidua
frequentatrice di Varigotti, ha aggiunto: «Mi rendo conto che questa mia
proposta è minoritaria. La maggior parte degli abitanti di Varigotti abita
nella zona a monte. Non vogliono questo spostamento. Sono stati ascoltati
perchè qui sono elettori. Eppure liberare la zona vicino al mare dalla
statale sarebbe una cosa splendida». Ombretta Fumagalli Carulli rilancia
una proposta che in questi anni è già stata oggetto di polemiche. Spiega
il vice sindaco ed assessore all’urbanistica di Finale, Giovanni Ferrari:
«Quasi la metà delle osservazioni presentate al Piano urbanistico comunale
erano inerenti allo spostamento dell’Aurelia a Varigotti. Le domande
formulate da privati sono state accolte. Il Puc esclude quindi di
trasferire il tracciato della statale. La nostra amministrazione ha
accolto queste richieste perchè le aveva già condivise nella passata
legislatura. Era uno dei punti fermi del programma della lista Richeri.
Abbiamo mantenuto fede a un impegno». Era stata la precedente
amministrazione di centro sinistra, guidata da Pier Paolo Cervone, a
prevedere nel Puc la traslazione dell’Aurelia. Spiega l’ex assessore
all’urbanistica Clara Brichetto: «La proposta era proprio nostra, in
particolare del mio predecessore Antonio Isnardi. Avevamo anche presentato
un bel progetto di sistemazione e utilizzo di tutta la zona a mare. Ma in
sede di osservazioni il nostro obiettivo è naufragato contro le scelte
dell’amministrazione Richeri». A Varigotti c’era stata una mezza
sollevazione, quando si era parlato del nuovo ipotetico tracciato. Spiega
Fabrizio Fornasiero, presidente dell’associazione «Varigotti Insieme»: «La
proposta di spostare la statale è sbagliata. Se dovessimo trasformare le
aree dell’ex tracciato ferroviario nella nuova Aurelia resteremmo senza
posteggi. L’unica soluzione possibile è invece quella di realizzare una
vera Aurelia bis in galleria con imbocco a Noli e uscita dopo Varigotti.
Solo in questo caso si potrebbe pensare ad un diverso utilizzo del tratto
d’Aurelia che costeggia il mare».
LA STAMPA |
18/8/2007 Cantieri
"rumorosi" multati i titolari
I muratori lavorano
fuori orario, i vicini protestano e arrivano i vigili che multano i
titolari dei cantieri. Sono sei le multe affibbiate dalla polizia
municipale ad altrettanti cantieri finalesi nelle giornate di Ferragosto
e stavolta al centro delle attenzioni non ci sono i fenomeni
dell'abusivismo edilizio e del lavoro nero quanto il disturbo della
quiete pubblica.
Il regolamento comunale, peraltro, è chiarissimo: si può lavorare
dalle 8,30 alle 12 e dalle 15,30 alle 19 a patto di non utilizzare
macchinari e attrezzature particolarmente rumorosi, che richiedono
un'autorizzazione in deroga. Ma negli altri orari, quelli del riposo
notturno e della pennichella pomeridiana, non si deve neppure piantare
un chiodo per non disturbare chi è in vacanza.
Ma a quanto pare le regole non sono rispettate da tutti, perché
nell'ultima settimana il telefono del comando dei vigili è stato
rovente, e gli agenti hanno dovuto controllare numerosi cantieri,
trovandone sei attivi ben oltre gli orari consentiti, soprattutto in
frazione Varigotti, forse per maggiore indisciplina o forse per una più
elevata sensibilità ai rumori.
«Si tratta soprattutto di piccoli cantieri che si occupano di
ristrutturazioni di immobili privati - spiega il comandante Giuseppe
Guglielmi - dove lavorano piccole imprese con pochi operai spesso a
cottimo, che quindi protraggono il più possibile l'orario di lavoro
nella giornata. Per il momento abbiamo applicato le sanzioni per
disturbo alla quiete pubblica, perchéè per questo motivo che ci sono
arrivate segnalazioni e lamentele, ma ovviamente tutta la documentazione
raccolta servirà anche per valutare se esistano anche altre infrazioni
sotto il profilo della regolarità delle licenze e dei rapporti
lavorativi».
Insomma, dopo la prima multa per i titolari potrebbero essere in agguato
nuovi guai.
IL SECOLO XIX |
14/08/2007 Varigotti, scoppia forno in
un istituto ecclesiastico: un ferito lieve
Scoppio di un forno nella cucina dell’istituto ecclesiastico San Francesco
a Varigotti, lungo la strada che conduce alla località Isasco. Sul posto
stanno operando i vigili del fuoco del distaccamento di Finale Ligure, la
Croce Bianca di Varigotti e l’automedica del 118. Secondo quanto appreso,
a seguito dello scoppio, e del principio di incendio all’interno della
cucina, è rimasta ferita in modo lieve una delle persone che si trovavano
all’interno dell’istituto, con una ferita la spalla. I vigili del fuoco in
breve tempo sono riusciti a mettere in sicurezza l’area interessata dallo
scoppio, forse provocato da una bombola a gas mal funzionante, che ha
fatto registrare danni solo alla cucina dell’istituto ecclesiastico.
IVG.it |
14/08/2007 Varigotti, le spiagge
in un esposto
Si è trasformata in un
esposto, inviato ieri a Provincia, Comune di Finale, Capitaneria di Savona
e Arpal regionale, la protesta di un gruppo di turisti e residenti di
Varigotti per «l’impraticabilità della spiaggia». Intanto è sempre
polemica sui ripascimenti degli arenili nel Finalese. Scrivono i firmatari
dell’esposto: «A seguito delle mareggiate di libeccio e scirocco di luglio
il mare ha trasportato sulla spiaggia un’enorme quantità di grosse pietre
d’ogni foggia e dimensione, che si sono sovrapposte ai famosi ciottoli di
Varigotti. Il tutto ha invaso l’acqua antistante la spiaggia coprendo il
fondale e la battigia per oltre 30 metri. Le conseguenze sono disastrose:
una donna è caduta rompendosi due denti, un uomo a seguito di un tuffo si
è dovuto far medicare in ospedale per una ferita alla testa per la quale
sono stati necessari diversi punti di sutura, numerosi bagnanti hanno
subito escoriazioni e graffi di varia estensione. Da indagini che abbiamo
fatto si è appurato che durante i mesi invernali sono stati numerosi gli
scarichi in mare di materiali edilizi, oltre a sassi provenienti dal
torrente Sciusa. Abbiano appurato che sono stati effettuati con speciali
autorizzazioni perchè “materiale compatibile con il mare”. Chi di dovere
non ha considerato l’impatto di mareggiate e correnti e non si è reso
conto del danno arrecato all’ecosistema marino e al turismo». Terminano i
firmatari: «Inoltre nelle giornate di calma di vento nelle quali la
corrente si sposta da est ad ovest si riscontrano, nelle acque davanti
alle spiagge, schiuma e piccoli detriti che rendono il mare poco attraente
e impediscono la balneazione nei primi metri della riva. Questo accade
sistematicamente da qualche anno e merita particolare attenzione». E’ di
pochi giorni fa anche la polemica dell’assessore al Demanio, Massimo
Gualberti, che aveva precisato: «Il ripascimento stagionale, cioè il
riversamento di materiale in mare all’inizio di ogni stagione, non ha
prodotto alcun beneficio ed anzi ha manifestato i suoi limiti soprattutto
per l’eccessiva difficoltà a reperire materiali idonei. L’unica soluzione
possibile è quella di un intervento strutturale. Nei mesi scorsi abbiamo
allacciato rapporti con l’Università e con alcuni studi professionali,
avendo però a disposizione per ora solo ipotesi». Mentre si discute sul
tipo di ripascimento, il mare, non solo nel Finalese, continua a
«ribellarsi», a modo suo.
LA STAMPA |
14/8/2007 Camper lasciati ovunque
pioggia di multe dei vigili
Parcheggio selvaggio dei camper a Varigotti che, durante l'ultimo fine
settimana, hanno sostato e molte volte anche campeggiato, sul rettilineo
tra Capo San Donato e l'ingresso al paese, anche in corrispondenza del
curvone d'ingresso al paese.
Il problema ha interessato anche la zona a monte dell'Aurelia dove
numerosi camper occupavano più di uno stallo di sosta e molti, nonostante
ci sia il divieto a campeggiare, hanno anche aperto oblò e disposto ai
bordi della strada sedie e tavolini.
Immediatamente sono scattate le multe da parte degli agenti di polizia
municipale.
«La sosta di auto e di camper in zone come le gallerie e la curva prima di
Varigotti - ha precisato il comandante Giuseppe Guglielmi - crea un
ostacolo alla viabilità e di conseguenza un pericolo sia per i pedoni che
sono costretti a camminare lungo la strada, visto che i marciapiedi sono
occupati dai veicoli in sosta, sia per il traffico».
Un problema, quello dei camper che, anche grazie alla nuova disposizione
delle aree di sosta a monte dell'Aurelia, proprio lungo il rettilineo tra
il porto e il rione di Varigotti, era stato parzialmente ridotto ma che
oggi torna alla ribalta. A scatenarlo è la continua e crescente carenza di
parcheggi cosicchè i turisti che in massa si riversano sulle nostre
spiagge nel fine settimana dopo ore passate alla ricerca di un posto auto
lasciano i propri mezzi anche nelle zone non consentite.
«Purtroppo non possiamo chiudere un occhio dove il parcheggio selvaggio
crea ostacoli alla viabilità e può diventare un pericolo per la
circolazione stradale» ha detto Guglielmi. Altro punto dolente per il
parcheggi selvaggi resta l'area di Castelletto e del porto, dove auto e
moto invadono i marciapiedi in galleria.
S. An.
IL SECOLO XIX |
12/8/2007 “Oasi per nudisti o meta
di tutti"
E' da sempre
un dilemma risolvere il problema dei nudisti a Punta Crena di Varigotti.
Non si nasconde le difficoltà il sindaco, Flaminio Richeri, ma c’è anche
chi, come il presidente dell’associazione commercianti Gian Carlo Marco,
lancia proposte provocatorie pro naturisti.
Commenta il sindaco Richeri: «La situazione della spiaggetta di Punta
Crena è di difficilissima soluzione. Infatti, malgrado la volontà
dell’amministrazione comunale di allontanare i nudisti da quell’area,
ancora non si riescono a intravedere spiragli positivi. All’inizio della
stagione estiva ho chiesto ai carabinieri di eseguire dei controlli via
mare, ma ancora non conosco gli esiti di questa mia richiesta. Abbiamo
anche tentato di legare la spiaggetta al turismo dei croceristi Costa ma,
dopo l’incontro avvenuto a Genova nella primavera scorsa, la compagnia non
ha più manifestato interesse per le nostre proposte. Resto in ogni modo
dell’idea che, trattandosi di uno dei più bei tratti di litorale di tutta
la Riviera, non sia percorribile l’ipotesi di riservarlo a una minoranza
di persone, rendendone in questo modo definitivamente precluso l’utilizzo
alla stragrande maggioranza di residenti e turisti».
A difendere i «naturisti» era stato, nei mesi scorsi, il presidente
dell’Associazione commercianti di Finale, Gian Carlo Marco. Questo il suo
parere: «In tanti oggi si scandalizzano e tutti gli anni siamo qui a
parlare dello stesso problema irrisolto. Non si può stare in questa
situazione in cui c’è chi si spoglia in spiaggia, chi grida allo scandalo
perchè i bambini vedono certe cose, chi invoca i blitz delle forze
dell’ordine. Ci vuole il coraggio di fare una scelta drastica e
definitiva. Chi ne ha l’autorità deve mettere dei bei cartelli, e poi
farli rispettare, con il divieto assoluto di stare in costume adamitico
sulla spiaggia in questione. Oppure si deve delimitare la zona e
riservarla veramente a chi è per la tintarella integrale. In ogni caso, se
sono commessi degli atti osceni o dei reati e non c’è il rispetto del
comune senso del pudore, si deve intervenire». Termina Marco: «Già alcuni
anni fa, quando le forze dell’ordine avevano eseguito una sorta di blitz
in spiaggetta, avvisati da qualcuno che non aveva altro da fare che
sbirciare chi in quella spiaggia non usava il costume, avevo ventilato,
tramite La Stampa, l’idea di poter trasformare l’area in questione in una
spiaggia attrezzata per naturisti. Si tratta di persone solitamente di
buon livello che portano benessere dove soggiornano. In Italia queste aree
sono 40. Guarda caso a Rimini c’è una di queste spiagge, lì il turismo va
a mille. La mia può essere una proposta provocatoria visto che i
varigottesi sono contrari». In effetti, a Varigotti nessuno vuole sentire
parlare di nudisti. Fabrizio Fornasiero, rappresentante dell’Associazione
«Varigotti Insieme», indica quella che a suo avviso può essere la
soluzione: «L’accesso alla spiaggetta dovrebbe essere consentito
attraverso una piccola imbarcazione con partenza dal molo di Varigotti. Un
bagnino, con una presenza discreta, potrebbe sovrintendere alla sicurezza
e alla pulizia del luogo. L’iniziativa del sindaco di portare piccoli
gruppi di croceristi, se dovesse riaccendersi l’interesse della Costa,
rappresenterà una ulteriore possibilità di attuare quella valorizzazione
turistica da tutti auspicata».
LA STAMPA |
12/8/2007 il caso:
GIANLUCA PALLADINO
Forse è la più
conosciuta, citata anche da riviste estere. Dopo un periodo di ostracismo
da parte della comunità locale, ha ripreso a essere frequentata dai
nudisti, soprattutto ad agosto». E’ la descrizione che il sito internet di
«Assonatura» (tra le principali associazioni naturiste in Italia) fa della
spiaggetta di Punta Crena, la piccola insenatura di sabbia immediatamente
al di là del molo di Varigotti - in direzione di Noli - circondata da
scogli a picco su un mare cristallino e sovrastata dal promontorio sul
quale svetta la Torre dei Saraceni. Arrivarci non è propriamente impresa
da bagnanti della domenica. L’abbiamo raggiunta in barca, partendo dagli
stabilimenti «Bagni Nuova» (proprio a ridosso del molo), restando al largo
della spiaggia, ma comunque abbastanza vicini per notare la presenza di
due turisti in costume adamitico. Più impegnative le altre vie d’accesso:
a nuoto, dalla spiaggia principale di Varigotti o da quella del Malpasso,
oppure calandosi con una fune dalla scogliera, dopo essersi inerpicati su
un sentiero fino in vetta alla Punta.
Proprio questa sua dislocazione appartata ne ha fatto, da sempre, una meta
ideale per coppiette in cerca di romantica tranquillità e per famigliole
in fuga dalla calca della Riviera. Ma anche per gli amanti della
tintarella integrale. Il loro rapporto con i «tessili» - come la comunità
naturista definisce chi il sole lo prende, invece, in costume - è da
sempre oggetto di polemica.
La «forzata convivenza» si è ulteriormente complicata da quando la
spiaggia di Punta Crena è divenuta una delle località italiane più
gettonate dal turismo omosessuale, citata da tutti i principali siti gay e
lesbo, con tanto di indicazioni per approdarvi e, a corredo, blog ricchi
di commenti, orari di punta e «suggerimenti per l’uso».
Un uso che, tuttavia, avrebbe finito per trascendere quello balneare in
senso stretto, degenerando, sia a riva sia tra i cespugli intorno alla
torretta, in un ampio campionario di pratiche erotiche a cielo aperto:
rapporti sessuali più o meno «tradizionali», scambio di coppie,
esibizionismo, voyeurismo. Il tutto, in un crescendo fomentato anche dal
tam tam mediatico, al punto che un noto portale di annunci erotici
on-line, rivolgendosi ai suoi utenti, è arrivato a decantare così la
spiaggetta varigottese: «Se sole, posto e situazione dovessero provocare
in voi eccitazione, non preoccupatevi: potete “giocare” lì dove siete,
senza che nessuno troverà da ridire. Tutt’al più vi guarderanno e, se li
inviterete, parteciperanno volentieri». Leggenda virtuale? No. Anzi,
stando ai racconti di residenti della cittadina rivierasca, gestori di
stabilimenti balneari e turisti, quasi quotidianamente la realtà supera di
gran lunga ogni immaginazione on-line . Lo conferma chi, come Evelina
Christillin, vicepresidente vicario del Toroc in occasione delle Olimpiadi
invernali di Torino 2006, a Varigotti è di casa, e nel corso del tempo ha
assistito al degrado di uno dei suoi scorci più belli e caratteristici.
«Vengo in vacanza qui da sempre, ma negli ultimi anni la situazione è
diventata insostenibile. Sia chiaro: non si tratta nè moralismo nè
tantomeno di discriminazione nei confronti degli omosessuali.
Semplicemente, le scene cui si è costretti ad assistere ogni giorno e a
qualunque ora, se solo ci si affaccia dalla terrazza in cima a Punta Crena,
o dall’estremità del molo, o ancora se si fa un innocente giro in moscone
intorno alla costa, sono intollerabili e sotto gli occhi di tutti. Bambini
compresi».
Fin qui il problema. Ma quali soluzioni possono essere adottate per porre
fine allo spiacevole spettacolo? «L’equivoco è a monte - commenta ancora
Christillin -. O il Comune stabilisce di destinare ufficialmente questa
spiaggia ai nudisti, oppure si deve adoperare, insieme con le forze
dell’ordine che encomiabilmente presidiano le altre spiagge, a
disincentivare, con le opportune sanzioni, i comportamenti che violano la
legge. Altrimenti non si capisce, ad esempio, nemmeno il senso dei
cartelli affissi in tutta la città che vietano di passeggiare in costume.
E’ come se si considerasse quella che è una spiaggia libera e pubblica
come una sorta di zona franca. Ho già scritto due volte al sindaco di
Finale Ligure per denunciare questa situazione. Se non ci saranno
riscontri positivi, sono pronta a promuovere una petizione, certa che non
vi sarà un solo residente che non la firmerà».
LA STAMPA
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11/8/2007 Dal Palio di luglio
un aiuto al Gaslini
L’Associazione Varigotti Insieme ha deciso di devolvere l’intero importo
vinto al Palio delle Compàgne dello scorso luglio, all’ospedale Gaslini.
Il Rione finalese si era imposto sulle altre squadre (Borgo, Marina e Pia)
durante la gara di tiro con l’arco organizzata dal Centro Storico del
Finale nell’ambito della Festa del Marchesato. «Effettuiamo questa
donazione anche a nome degli altri Rioni», dicono a Varigotti Insieme.
LA STAMPA
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7/8/2007 POLEMICA REPLICA
DEL SINDACO RICHERI: «TUTTO IL MATERIALE E’ ANALIZZATO E AUTORIZZATO DALL’ARPAL»
“Pietre e calce nel mare di Varigotti”
«Il litorale di
Varigotti non è più quello di una volta, basta entrare in acqua per
rendersi conto che il fondale è diventato quasi impraticabile per la gran
quantità di pietre e blocchi di calce». Cresce la protesta d dei turisti
per lo stato del mare e nel mirino ci sono soprattutto i recenti
ripascimenti. Dice Alessandro Genova, da 35 anni in vacanza a Varigotti:
«Sembra di essere tornati indietro di 10-15 anni. Ad entrare in acqua c’è
il rischio di farsi male ai piedi. Alcuni bambini si sono feriti, c’è chi
ha avuto oggetti personali rovinati dai blocchi di pietre che si
incontrano ormai a pochi metri da riva. Viene da chiedersi che tipo di
ripascimento è stato fatto». Spiega l’assessore Massimo Gualberti:
«L’intervento è stato effettuato solo con materiale che si trovava nel
letto del torrente Sciusa. Il paradosso è che la presenza di pietre
“indesiderate” di varia natura si è verificata sia a Varigotti dove è
stato fatto un ripascimento, sia a Finalmarina dove non è stato fatto. La
verità è che ci sono state in questi mesi una decina di mareggiate che
hanno “scoperto” detriti e materiali che da anni si trovavano in mare».
«Tutto il materiale che viene riversato oggi in mare è analizzato e
autorizzato dall’Arpal», precisa il sindaco Flaminio Richeri. Polemici
Simona Simonetti e Gabriello Castellazzi dei Verdi: «Dobbiamo prendere
atto che dopo oltre tre anni di gestione di un problema così delicato e
urgente, l’assessore Gualberti afferma unicamente di aver allacciato
rapporti con Università e alcuni studi professionali. Un colpevole
ritardo. Anche per quest’ennesima leggerezza riteniamo dannosa l’azione
della giunta. Le “idee confuse”, così le ha definite Gualberti, che
abbiamo raccolto per capire le mosse necessarie a salvaguardare la costa
provengono dall’attuale Piano territoriale di coordinamento, redatto da
decine di esperti di varie discipline. Vi si legge che l’erosione delle
spiagge liguri è legata a molteplici fattori di aggressione, quali
l’urbanizzazione costiera, le infrastrutture, le opere portuali e la forte
riduzione degli apporti solidi dai bacini fluviali. Ad accentuare tale
criticità spesso sono state le opere di protezione del litorale in
erosione. Sono sempre più importanti i ripascimenti, purché siano
effettuati in modo adeguato: ognuno richiede, infatti, studi dettagliati e
materiali idonei».
LA STAMPA |
1/8/2007
FINALE L. PUNTA CRENA
È
stato approvato dal consiglio comunale, l'altra sera, il progetto di
recupero ambientale e di valorizzazione del sito architettonico
dell'area di Punta Crena, messo a punto dalla cooperativa Tracce, in
collaborazione con il Wwf e il comune di Finale.
Obiettivo del progetto è creare un nuovo contenitore ambientale di
grande interesse, destinato ad accogliere un ampio target di visitatori,
in modo da dare vita ad un flusso turistico sufficiente a coprire i
costi della gestione. Sulla sommità del promontorio è previsto il
recupero degli edifici architettonici esistenti e quindi della torre a
due piani e dei due casolari, anch'essi storici, destinati ad ospitare
un piccolo centro visite con sala proiezioni e vetrina dei prodotti
tipici locali.
Ma uno dei punti di attrazione maggiori del progetto è la previsione di
creare sul belvedere un piccolo teatro a cielo aperto per
rappresentazioni di prosa o eventi culturali. Una posizione sicuramente
invidiabile e di grande suggestione che potrebbe arricchire gli spazi
aperti destinati agli spettacoli estivi in Riviera. Ma questa non sarà
l'unica funzione del belvedere che diventerà inoltre il punto di
osservazione della volta celeste.
«Il recupero e la valorizzazione della sommità di Punta Crena è il
punto nodale dell'intero progetto - ha dichiarato Dionigi Fasce della
cooperativa Tracce - Partendo dalla torre che sarà destinata
prettamente ad attività ambientali e naturalistiche legate alla
conservazione e alla protezione dei valori faunistici e botanici del
luogo. I due piani interni alla costruzione saranno invece dedicati ad
attività didattiche e sperimentali dei cicli naturali, anche legati
alla gestione e alla produttività dei sistemi caratteristici nel sito
come gli uliveti che si vogliono recuperare. Il piano di copertura è
invece utile per l'osservazione diretta dell'ambiente naturale
circostante. La visuale eccezionale che si può godere dalla torre rende
questo manufatto architettonico il punto ideale per l'osservazione e la
didattica condotta sul campo per esperienze come il bird watching».
Le due casupole adiacenti alla torre saranno destinate a sala
conferenze, incontri e presentazioni culturali e a vetrina dei prodotti
locali. Prevista anche la creazione di un giardino botanico mediterraneo
con impianto di irrigazione automatico e la realizzazione di un'area
faunistica dotata di un terrario per ospitare una popolazione di
lucertole ocellate, simbolo della fauna ligure e la realizzazione di un
piccolo stagno dove potrebbero vivere anfibi come la raganella
meridionale.
«Il progetto è stato fin da subito condiviso con la cooperativa Tracce
e il Wwf e abbiamo partecipato a tutte le riunioni e gli incontri
necessari per arrivare alla sua definizione - ha detto l'assessore al
Turismo, Nicola Viassolo - È sicuramente un progetto altamente
interessante che speriamo si possa realizzare al più presto ed è per
questo motivo che è stato nominato un consorzio di persone che stanno
già lavorando per reperire i finanziamenti necessari».
Silvia Andreetto
IL
SEXOLO XIX |
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