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24 ore di notizie sulla provincia > IVG.it - SAVONANEWS.it

Questa raccolta di notizie riguardanti Varigotti è aggiornata in base alla disponibilità degli stessi sul web e secondo la disponibilità di tempo e di accesso a Internet di chi la cura.

 

 

29/4/2009 Frana a Capo Noli: A10 gratis, Aurelia dal 30 giugno a senso alternato

La giunta regionale ha approvato stamane lo stanziamento di 30 mila euro, incluso nella cosiddetta legge omnibus, che consentirà di rendere gratuita la tratta autostradale fra Spotorno e Finale Ligure. A partire dall’1 maggio gli automobilisti costretti ad aggirare l’Aurelia potranno servirsi dell’A10 con l’esenzione del pedaggio tra le due località spezzate dalla frana a Capo Noli.
Il 30 giugno prossimo l’Aurelia interessata dal movimento franoso riaprirà a senso unico alternato. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Claudio Burlando, oggi nella sua visita rivierasca, illustrando: “Tutti quelli che transitano tra Sportorno e Finale sono esentati dal pagamento del pedaggio dell’autostrada. La Regione ha stanziato 30 mila euro, la Provincia di Savona ne mette altri 30 mila, mentre l’Autofiori si impegna per l’equivalente di 60.000 euro rinunciando ad incassare il pedaggio”.
Mentre è stata avviata la procedura per il ritorno della strada litoranea sotto la gestione dell’Anas (entro un paio di mesi dovrebbe completarsi), la Regione darà vita ad una società per progettare l’intervento che permetterà di bypassare il tratto esposto al rischio di cedimenti rocciosi: di fatto una galleria della lunghezza di circa un chilometro che risolverebbe il nodo della viabilità, con imbocchi non troppi vicini ai centri abitati, soprattutto sul versante nolese.
Sarà quindi l’ente regionale, con proprio personale, a gestire lo studio progettuale mettendo in campo la sinergia tra quattro o cinque professionisti. Un team che, nella prospettiva del governatore Burlando, potrà essere impiegato anche per altri elaborati relativi ad infrastrutture urgenti per il territorio. Nella fase di progettazione per Capo Noli non è preclusa l’ipotesi di un secondo tunnel all’altezza di Varigotti, almeno, per ora, a livello di esame di fattibilità.
Il progetto incaricato dalla Regione potrebbe essere pronto già entro la fine di quest’anno. Nel mese di maggio sarà definito l’esatto tragitto interessato e sarà pronta la convenzione con l’Anas per il finanziamento. L’importo per l’opera è stimato intorno a 20 milioni di euro. Non è ancora deciso se il tracciato riutilizzerà la vecchia galleria ferroviaria o meno (la differenza di costo risulta marginale): la discussione con i Comuni interessati darà una risposta all’incognita. Per ora, si sa che per lunedì 11 maggio è stato fissato un sopralluogo. Nello studio sarannno previsti anche il recupero e la riambientalizzazione dell’Aurelia, che dovrebbe essere trasformata in pista ciclabile, sullo stile del riutilizzo da parte di Area 24 della vecchia linea ferroviaria nell’Imperiese.
Sta di fatto che l’Aurelia a Capo Noli non sarà mai sicura al cento per cento: pedoni e ciclisti saranno protetti da una rete paramassi leggera. Quanto alla durata del cantiere che interesserà il tratto del Finalese con portentose trivellazioni, si prevedono ottimisticamente circa 18 mesi. Per ora, i lavori sul posto procedono con l’installazione di una barriera paramassi del costo di 600 mila euro, mentre per tutta l’estate il traffico scorrerà su un’unica corsia regolato da lanterna semaforica.

IVG.IT

 

 

27/4/2009 Capo Noli, la Regione presenta le ipotesi per il bypass stradale

A tempo di record la Regione Liguria ha fatto realizzare, dai propri tecnici, alcune bozze per la realizzazione dei bypass stradali nel tratto di Capo Noli, colpito nell’ultimo anno da due eventi franosi che hanno di fatto paralizzato la viabilità savonese. Mercoledì 30 aprile, presso il Comune di Noli si terrà un incontro nel quale il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e l’assessore alle infrastrutture Carlo Ruggeri presenteranno agli amministratori locali e alle associazioni di categoria alcune bozze di tracciato. Secondo alcune anticipazioni trapelate il progetto finale prevederebbe il riutilizzo della vecchia galleria ferroviaria.
“Vogliamo concertare tutto con le amministrazioni locali, e questo incontro è la dimostrazione di come la Regione si sia mossa immediatamente - ha dichiarato l’assessore Ruggeri ad IVG.it - Nel caso venga trovato un accordo per il tracciato daremo immediatamente il mandato per la realizzazione dello studio vero e proprio, con i relativi costi”.
Per quanto riguarda il tragitto autostradale gratuito l’assessore ha confermato la data del 1° maggio come periodo di inizio, secondo le stesse modalità dell’anno scorso per la tratta Finale-Feglino-Spotorno: “Abbiamo firmato il protocollo e già stanziato 30 mila euro, il resto sarà a carico della Provincia (25%) ed Autostrada dei fiori (50%). Al via libera manca solo l’ok di Anas, che speriamo di poter annunciare proprio nell’incontro di mercoledì”.
La giornata savonese dei due amministratori regionali si concluderà nel pomeriggio a Millesimo, dove verranno presentati i progetti finanziati dai fondi FAS.
IVG.IT

 

 

25/4/2009 Per la frana sull’Aurelia nuove corse in autostrada

Due nuove corse dirette autostradali tra Finale Ligure e Savona e un servizio navetta suppletivo da Finale a Varigotti sono gli interventi che saranno applicati dall’Acts Linea Savona a partire da lunedì. L’azienda di trasporto pubblico savonese è stata infatti costretta a riorganizzare i collegamenti da Savona a Finale dopo la frana crollata nelle settimane scorse sull’Aurelia all’altezza di Capo Noli, evento che ha provocato la totale chiusura alla viabilità. L’Acts ha così accolto anche le richieste di un comitato di cittadini che, con la collaborazione anche dei sindaci di Noli e Spotorno, aveva spinto perché venissero aumentate i mezzi pubblici nell’orario in cui studenti e lavoratori li utilizzano, alle 8 e alle 14. Oltre che, appunto i collegamenti autostradali alle 6,50 e alle 13,30. Dopo l’analoga esperienza dello scorso anno, quando dal 16 gennaio al 13 giugno 2008 un’altra frana coinvolse il Malpasso, nei pressi di Varigotti, l’Acts ha riveduto i programmi. «Nel 2008 il periodo d’interruzione del passaggio dalla litoranea comportò all’Acts un aumento di 92 mila e 730 chilometri percorsi, pari ad un maggior costo di esercizio di circa 170 mila euro - spiega il presidente Paolo Marson -. Il mancato guadagno, causato dal minor numero di biglietti venduti, confronto allo stesso periodo dell’anno precedente, è stato stimato in 75 mila euro. I pedaggi autostradali gravarono per 3 mila euro».

 

LA STAMPA

 

 

23/4/2009 Capo Noli apre a ciclisti e pedoni

 

Libero accesso per ciclisti e pedoni fra i due sbarramenti realizzati fra Varigotti e Capo Noli e la zona in cui si è verificata il mese scorso una frana. Questo tratto dell’Aurelia, a volte violato, è diventato ufficialmente con un’ordinanza, passeggiata e pista ciclabile. Le auto e le moto devono in ogni caso fermarsi nella zona antistante alla spiaggia del Malpasso. Da levante esiste un unico blocco all’altezze del’hotel Capo Noli. Purtroppo è confermata sino a fine giugno la chiusura della statale.

A.R
LA STAMPA

 

 

22/4/2009 No a nuove case al posto degli hotel
finale, la crisi degli alberghi che faticano ad adeguarsi al mercato
Respinte 4 richieste, 2 per strutture gestite dalla famiglia del presidente della categoria

Il consiglio comunale, lunedì sera, ha respinto la richiesta presentata dai proprietari dell'albergo Astoria di Finalpia, dell'hotel Vecchie Mura di Finalborgo e dell'hotel Villa Chiara di Varigotti di poter trasformare la destinazione dell'immobile da alberghiera a residenziale. Una richiesta contraria alla nuova legge Ruggeri e che è stata mediata dall'amministrazione Richeri dando la possibilità ai proprietari delle strutture inferiori alle 4 stelle di trasferirsi nelle aree Piaggio, svincolando solo successivamente l'attività alberghiera attuale. Ma, al di là della normativa, un altro tassello della drammatica crisi del sistema alberghiero e turistico in Riviera.
È stato comunque approvato all'unanimità l'emendamento proposto dalla maggioranza in cui si dà la possibilità agli stessi proprietari d'insediare la nuova attività nell'ambito del Distretto di trasformazione delle aree Piaggio. Ma solo a patto che venga attuato un miglioramento della qualità turistico-ricettive attraverso il potenziamento della categoria o il raggiungimento degli standard e delle dotazioni di servizi previsti dalla legge regionale Bozzano, affinché l'albergo in questione non sia di categoria inferiore ai tre stelle.
Chi deciderà di usufruire di tale opportunità dovrà però dimostrare anche l'impossibilità tecnica ad adeguare l'azienda alle norme vigenti in materia di sicurezza, prevenzione incendio, igiene, edilizia, sicurezza degli ambienti di lavoro nel sito nel quale si trova oggi. Oppure dovrà dimostrare la non convenienza economica della prosecuzione della gestione nel sito attuale per ragioni tecniche e turistico ricettive. «Non è ammesso inoltre - ha precisato il vice sindaco Giovanni Ferrari, assessore all'urbanistica - il trasferimento delle strutture ricettive nuove. Quindi anche quelle diventate recentemente RTA o ampliate, per almeno 10 anni dal completamento dei lavori. L'istanza inoltre dovrà essere presentata dal proprietario della struttura, dopo aver sentito il parere del gestore, qualora i due soggetti siano diversi». Ed ha aggiunto: «Dalle eventuali trasformazioni e trasferimenti sono escluse le strutture turistico-ricettive 4 stelle». L'albergo Astoria è gestito da Paolo Tedeschi, presidente dell'associazione Alberghi e turismo di Finale Ligure e Varigotti, mentre l'albergo Vecchie Mura è di proprietà della zia di Tedeschi. Ma Tedeschi non si sbilancia sulla richiesta di svincolo dell'albergo da lui gestito e per il quale è in scadenza la convenzione: «Sono solo gestore dell'Astoria e i proprietari hanno diritto di fare le richieste che ritengono». L'amministrazione comunale ha comunque in parte riconosciuto l'impossibilità di radicale riqualificazione strutturale di alberghi come l'Astoria, «ubicato in zona svantaggiata» e privo della possibilità, anche per mancanza di spazi, di potersi rinnovare e dotarsi di nuovi servizi. Sulla crisi degli alberghi, Tedeschi invece spiega: «Oggi, a differenza degli anni 60, mancano gli investimenti, soprattutto da parte della Regione, nel settore alberghiero. L'ente regionale ha investito e programmato poco e poco ha fatto anche per migliorare la viabilità che è il nostro tallone d'Achille».
Diverso il destino dell'ex albergo Riki di Varigotti, oggi fatiscente, per cui l'amministrazione Richeri ha già proposto nel piano comunale alberghiero, attualmente all'esame della Regione Liguria, lo svincolo imponendo però la realizzazione del 30 per cento di edilizia convenzionata. L'osservazione, presentata dalla società Trident Immobiliare e respinta dall'amministrazione comunale, era volta alla richiesta di non realizzazione di edilizia convenzionata. «L'ex hotel Riki rientra tra le strutture vincolate a destinazione alberghiera - ha sottolineato Ferrari - Abbiamo però deciso, già col Puc di consentire per le strutture chiuse da più di 4 anni lo svincolo con una procedura semplificata. Ed è per questo motivo che abbiamo però previsto il 30 per cento di edilizia convenzionata che non può in alcun caso essere depennata». Secondo Mario Trotta, capogruppo di minoranza del Pd, è indispensabile fare in modo che chi realizza una nuova struttura alberghiera nelle aree Piaggio non possa speculare sull'eventuale vendita degli alloggi ricavati al posto dell'albergo.
Silvia Andreetto

IL SECOLO XIX

 

 

21/4/2009 «Il turismo sta morendo» La movida ora divide Finale
duro attacco ad amministratori e operatori del settore
Colman fonda "Nuova associazione alberghi". La replica di Tedeschi

«L'economia turistica sta morendo perché mancano gli uomini, sia a livello politico che operativo, professionalmente preparati e in grado di sviluppare le potenzialità enormi di un territorio fantastico come il nostro». È il proclama di Gilberto Colman, per 10 anni direttore dell'Istituto alberghiero di Finale e Varazze, ex presidente provinciale di Federalberghi dell'Apt del Finalese e oggi tra i promotori, sempre a Finale, della nascita di Nuova associazione alberghi.
Colman non vuole fare rivelazioni in merito, ma annuncia che sono già numerose le attività, non solo alberghiere, pronte ad aderire alla nuova associazione. Un'esigenza dovuta "ad alcune fratture" createsi all'interno dell'attuale gruppo e a un diverso metodo organizzativo e promozionale da portare avanti.
«La nuova associazione avrà programmi e proiezioni diverse, non ci saranno scontri ma confronti, soprattutto a livello provinciale e regionale - ha sottolineato - Non è possibile parlare di programmazione turistica comunale solo con l'associazione albergatori. E' necessario il coinvolgimento di tutto il comparto economico provinciale e pertanto del settore industriale, commerciale, artigianale e dei liberi professionisti. Se muore il turismo non ce ne sarà più per nessuno».
«Un chiaro sentore - ha proseguito - dell'incapacità di gestire l'economia turistica di una città come Finale, abituata da più di un secolo a convivere con l'economia industriale della Piaggio è il fatto che un lungomare splendido come il nostro alle 22 sia già morto. Non è ammissibile non permettere agli operatori di fare musica, viste le limitazioni e le polemiche continue, per dare un contentino a chi abita sul lungomare e che, per stare tranquillo, dovrebbe andare ad abitare nell'entroterra». Colman appoggia anche l'esigenza di sganciare Varigotti dal turismo di passaggio, sposata da tempo dall'albergatore Andrea Oliveri e proposta al consiglio comunale dal capogruppo di maggioranza Gianni Muraglia.
Quello che manca al turismo, secondo l'animatore del nuovo gruppo, è anche la professionalità dei dipendenti: «È difficile riuscire a garantire la doverosa professionalità se non si possono assicurare almeno 10 mesi di lavoro - ha affermato - Bisogna che chi lavora nel settore abbia la sicurezza occupazionale. E a oggi l'unico a lavorare bene per formare personale è l'Ente bilaterale per il turismo. Mi auguro che chi amministrerà Finale capisca che l'economia turistica è non solo alberghiera ma che tutti i settori, anche i lavori pubblici, deve lavorare in simbiosi con quello turistico, per far sì che la promozione della nostra località sia credibile».
La replica è di Paolo Tedeschi, presidente dell'Associazione alberghi e turismo: «Voglio solo sottolineare che nell'assemblea generale in cui si è deciso il bilancio solo Colman ha votato contro e due si sono astenuti. Sicuramente per come sta andando il turismo in questo momento non avremmo bisogno di fratture al nostro interno, anche se è giusto che se qualcuno non si sente rappresentato faccia qualcosa. Ben venga dunque la nuova associazione che, grazie a persone competenti come Colman, potrà apportare nuovi stimoli positivi». Anche il sindaco Flaminio Richeri non condivide la polemica di Colman: «Non è vero che il lungomare è morto e non si può far musica. C'è un regolamento acustico e come tale va rispettato. Stiamo comunque ragionando con un gruppo di giovani per trovare nuove aperture per la movida finalese, anticipandola alle ore 19.
Silvia Andreetto

IL SECOLO XIX

 

 

16/4/2009 «La frana? La fortuna di Varigotti»
il borgo? "vale portofino". Ma si scatena la polemica
Controcorrente uno dei più noti albergatori: sarà la salvezza dal turismo "mordi e fuggi"

 «La chiusura dell'Aurelia a Capo Noli non fa che migliorare la qualità di vita a Varigotti e a lungo andare si registrerà non solo un aumento numerico delle presenze turistiche, ma anche una qualità più alta. Senza il traffico dell'Aurelia si può trasformare quella che è già una perla in un paradiso turistico». Va controcorrente Andrea Oliveri, titolare dell'albergo Holiday di via degli Ulivi, a Varigotti, nato e cresciuto in una famiglia di albergatori e ad oggi, uno dei pochi a aver ampliato la sua struttura. Insomma, uno che di turismo se ne intende.
«È assurdo che siano il gioielliere ed il farmacista a dichiarare di soffrire economicamente per la frana di capo Noli - ha aggiunto Oliveri - La clientela a Varigotti oggi trova una località diversa, simile a come appare fuori stagione, quando il paese non è reso invivibile da traffico e code come durante il caos estivo quando il paese è letteralmente invivibile». Oliveri sostiene che, se momentaneamente si soffre un po' per la perdita del turismo di passaggio, in prospettiva futura, invece, chi investirà e migliorerà servizi e strutture potrà beneficiare di una località turistica che non avrà nulla da invidiare a Portofino. «Ma Varigotti è meglio di Portofino - ha sottolineato Oliveri - l'unica differenza tra le due localitàè che Varigotti ha la spiaggia e Portofino no. Ed il sindaco di Portofino non ha mai chiesto di realizzare una galleria di collegamento con Camogli. Pertanto quello che si dovrebbe chiedere è una strada che colleghi Spotorno a Finalpia, lasciando fuori Varigotti». E Oliveri condanna anche la riapertura a senso unico alternato che «trasformerebbe il borgo in una seconda Milano». Il sindaco Flaminio Richeri si dichiara favorevole all'individuazione di una strada alternativa di scorrimento che permetta al traffico pesante di bypassare Varigotti, ma il collegamento con Noli deve essere assicurato. «Non si può trascurare una realtà pluricentenaria come quella del collegamento sociale e commerciale che è sempre esistito tra Varigotti e Noli - ha detto il sindaco - Pertanto deve essere realizzata una strada alternativa con uscita a Varigotti che colleghi le due località».
Le affermazioni di Oliveri hanno scatenato il dibattito tra gli operatori che non hanno affatto gradito le esternazioni del collega. «La chiusura dell'Aurelia ha già fatto registrare un calo del 40 per cento del fatturato - ha detto Fausto Fereccio, direttore dell'Albergo "Al Saraceno", l'unico 5 stelle della provincia di Savona - Non sappiamo se il prossimo anno apriremo tutto l'anno o torneremo all'apertura stagionale. Abbiamo investito molto a livello di marketing, ma la nuova chiusura dell'Aurelia ci ha tolto quel turismo di passaggio che è fondamentale per Varigotti soprattutto nelle basse stagioni». Ed ha aggiunto: «Varigotti non è Portofino anche perché questa ha fatto un marketing molto serrato che ha portato personaggi di alto calibro che hanno fatto conoscere la località». L'albergo "Al Capo" apre solo nelle fine settimana, dal venerdì alla domenica: «È follia pura pensare che Varigotti possa vivere senza l'Aurelia che ci assicura il passaggio primaverile dei turisti. Il settore più in sofferenza è sicuramente quello commerciale, per non parlare dei disagi che hanno residenti e pendolari». Ma non tutti si dissociano da Oliveri. Susanna Berra dei Bagni Liliana apre uno spiraglio: «Sono convinta che Varigotti abbia altissime potenzialità non sfruttate. Ma purtroppo non ci sono gli alberghi, gli stabilimenti balneari, le case, i servizi giusti per farla diventare una località di alta qualità turistica. E la strada è sicuramente un servizio irrinunciabile». Secondo Daniela Rosso dei Bagni Marinelli, invece, quanto afferma Oliveri è"assurdo": «Nel 2008, abbiamo registrato un meno 30 per cento di fatturato - ha detto - contando che lo scorso anno a giugno la strada è stata riaperta e quest'anno la frana c'è stata a fine marzo».
16/04/2009
L'ultima frana, a Capo Noli, si è verificata nella notte tra il 28 ed il 29 marzo. Sembrava cosa da poco, la chiusura durerà almeno sino a giugno. È solo l'ennesimo episodio di una lunga teoria di smottamenti che da anni interessa la zona.
I geologi lo sanno e lo ripetono da tempo: si tratta di uno zoccolo friabile appoggiato dentro al mare, pensare di poterlo contenere tutto è come voler trattenere la sabbia.
Dal punto di vista puramente infrastrutturale, si è detto, tra le alternative, di un utilizzo dell'ex galleria ferroviaria come by-pass. E dell'eterna idea di declassare l'Autofiori a strada statale.

IL SECOLO XIX

 

 

15/4/2009 Finale: frana di Noli, Oliva interviene sulla segnaletica

“Negli ultimi vent’anni sono state numerose le frane che hanno interessato Capo Noli (anche con vittime) che hanno reso difficile la mobilità dell’intero territorio savonese, oltre ad isolare Varigotti con danni importanti e difficilmente quantificabili: pare infatti ad esempio che 200.000 veicoli non abbiano potuto transitare a causa dell’ultima frana.”
E’ Pietro Oliva, Consigliere regionale del PDL, che interviene raccogliendo l’appello degli albergatori e dei commercianti della zona che hanno lanciato una proposta e continua:
“Occorre, data la drammatica ciclicità degli eventi franosi, che anche Burlando ha compreso, progettare velocemente un percorso alternativo in galleria che consenta una mobilità automobilistica slegata da eventi calamitosi.
Ma per ovviare all’immediato subito però occorrerebbe segnalare in autostrada nel tratto tra Savona e Spotorno come raggiungere Varigotti con un messaggio chiaro e facilmente comprensibile, ad esempio “CAUSA FRANA PER VARIGOTTI USCITA A FINALE LIGURE”. Tali indicazioni dovrebbero proseguire anche nel territorio di Finale Ligure conducendo di fatto il visitatore a Varigotti.”
“Vista la tipicità del suo territorio in questione, inoltre, si dovrebbe chiedere ad autostrade che l’indicazione VARIGOTTI sia posta tra quelle che sono collocate all’uscita di Finale dando al borgo saraceno un riconoscimento importante. Per questo ho presentato un’interrogazione affinché la Giunta interceda celermente presso Autostrade Spa al fine di realizzare quanto richiesto dalla cittadinanza.- conclude l’esponente del PDL.

SAVONANEWS.IT

 

 

14/4/2009 “Varigotti punti al turismo vip”

 

Gianni Muraglia, capogruppo di maggioranza in Consigli comunale, interviene sulla polemica in corso a Finale sul futuro di Varigotti attualmente penalizzata dalla frana di Capo Noli. Durante il Consiglio comunale di mercoledì Muraglia aveva ipotizzato di trasformare il borgo saraceno in una sorta di «seconda Portofino», un borgo caratterizzato da uno splendido isolamento e un turismo di altissima qualità. Un proposta che l’opposizione aveva fortemente criticato. Muraglia interviene oggi per sottolineare il valore della sua proposta per la frazione finalese: «In politica occorre realismo nell’immediato, ma in prospettiva bisogna avere dei sogni, trasformarli in progetti e cercare di attuarli. Nessun dubbio sulla massima velocità nella riapertura (nei due sensi) dell’Aurelia, alla galleria alternativa Noli-Malpasso, e sui maggiori possibili aiuti, (fiscali e non) a chi sta realmente subendo danni (penso ai pendolari e a molti commercianti). Le manifestazioni, seppur utili, mi paiono marginali. Piuttosto serve una seria pubblicità (Promofinale?) su Varigotti che, almeno per i turisti, è oggi un vero paradiso. Sul lungo periodo, il sogno è di liberare Varigotti (ma anche Pia e Marina) dal traffico dell’Aurelia, trasformando l’attuale in litoranea, e sono certo che in futuro ciò avverrà. Per questo occorre già prepararci ad aumentare ed evolvere la nostra offerta turistica verso la massima qualità, di cui Varigotti è assolutamente degna. Non mi aspetto lungimiranza dal PD, ch
e in passato propose una superstrada sull’ex ferrovia di Varigotti e un silos sul lungomare di Marina: evidentemente il target a cui si rivolge è l’automobilista “mordi e fuggi”. Immagino quindi che al posto di alberghi e bar pensi a motel ed Autogrill».

 

LA STAMPA

 

 

13/4/2009 Andora, salvato surfista 20 ore aggrappato alla tavola

 

Professore di educazione fisica di Colonia, Stephan H., 37 anni, tedesco, può dirsi un miracolato. Per quasi 20 ore è rimasto a cavalcioni della sua tavola da windsurf, spinto dalle onde e dalla corrente per decine e decine di chilometri. Ha rischiato grosso, ma è sopravvissuto dopo aver trascorso una notte in mezzo al mare davanti alle coste savonesi. Dato per disperso il pomeriggio di Pasqua, è stato ritrovato da un diportista torinese che era uscito con la sua pilotina per una battuta di pesca davanti al porticciolo di Andora. Il turista, in viaggio di nozze in Italia con la moglie, il giorno di Pasqua aveva deciso di prendere il largo davanti a Capo Noli.
Vento ottimo, ma corrente forte, non certo ideale per chi non è pratico del posto. Per tutta la giornata di ieri il mare è stato spazzato da forti raffiche di grecale, che rendevano difficile la navigazione anche per i velisti esperti. È successo tutto all’improvviso: Stephan H. è caduto in mare dopo una forte raffica di vento, si è aggrappato alla tavola e non è più riuscito a tornare a riva. Preoccupati la moglie e gli amici che si trovavano con lui hanno dato l’allarme. Nell’emergenza sono stati mobilitati i vigili del fuoco, la Capitaneria di Porto, i sommozzatori e un elicottero. Avvisate anche le navi mercantili in transito sulla rotta Genova-Barcellona.
I soccorritori lo hanno cercato sino al tramonto. Quindi le perlustrazioni sono riprese stamane. Alle 9 di questa mattina il surfista ha incrociato la pilotina del diportista torinese al largo di Andora. Per il professore di Colonia l’odissea era finita. Accompagnato al porticciolo è stato preso in cura dai medici del 118 quindi trasferito all’ospedale. I medici lo hanno trovato molto affaticato, ma le sue condizioni non destano comunque gravi preoccupazioni.

 

IL SECOLO XIX

 

13/4/2009 Capo Noli, riprese le ricerche del surfista


Allarme ieri sera davanti allo specchio acqueo di Capo Noli per un surfista in difficoltà. Nelle ricerche sono state mobilitate le motovedette della Capitaneria di Porto partite da Savona, quindi una motobarca dei vigili del fuoco e un loro elicottero arrivato da Genova che dall’inizio dell’emergenza ha sorvolato la zona.

 

IL SECOLO XIX

 

 

 

12/4/2009 Frazione fantasma durante la settimana

Il turismo delle seconde case dà una boccata di ossigeno alla Pasqua di passione per Varigotti, alle prese coi problemi causati dalla frana di Capo Noli. Gli incassi delle attività commerciali si sono praticamente dimezzati rispetto all’anno scorso dal lunedì al venerdì. Nella prima parte del ponte pasquale, però, gli operatori economici hanno registrato un inversione di tendenza e il calo delle vendite si è aggirato tra il quindici e il venti per cento. Questa flessione è determinata dalla chiusura della via Aurelia, ma anche dalla crisi economica generale, che fa sentire i suoi effetti in una delle zone più famose della Liguria. «Nelle vacanze e nei week-end, gli habitué vengono lo stesso, nonostante la chiusura della strada. Il dramma è dal lunedì al venerdì, quando manca il traffico locale. Migliaia di persone usavano quotidianamente la strada litoranea per muoversi da Savona a Imperia. Quattro chilometri si percorrono in cinque minuti, mentre per compiere tutto il giro ne occorrono quaranta. È dispendioso in termini di tempi e costi», sottolinea Fabrizio Fornasiero, presidente dell’associazione Varigotti Insieme. «Abbiamo avuto troppo poco tempo per organizzarci in vista delle vacanze pasquali, ma siamo in contatto coi Garosci di Pia per movimentare i giorni feriali a Varigotti e Finalpia, le due zone più colpite dal blocco della circolazione. Nelle prossime settimane, inventeremo iniziative per incentivare il transito dal lunedì al venerdì. Ci vuole la voglia di lavorare insieme, anche se in Liguria mettere insieme le persone intorno ad un progetto è più difficile che in altre realtà. Dobbiamo smettere di piangerci addosso e rimboccarci le maniche. Bagni marini, commercianti e albergatori devono tirare fuori le loro capacità per creare un pacchetto capace di attrarre la gente», è l’invito di Fornasiero alle categorie.
«Il problema non è durante le feste, perché i villeggianti che hanno la casa vengono e si fermano, soprattutto nei giorni di punta. Il disagi sono legati alla scomparsa del passaggio quotidiano», conferma il farmacista Franco Di Pilato. L’interruzione del traffico tra Finale Ligure e Noli causa anche problemi di carattere pratico. «Negli ultimi giorni ho avuto grossi difficoltà a rifornirmi di medicinali da Savona e dal basso Piemonte. L’autostrada è spesso intasata e così i trasportatori devono attraversare le Manie, con ritardi inevitabili. Molte volte si tratta di farmaci urgenti e i pazienti passano più volte a chiedere se sono arrivati, ma purtroppo le attese sfiorano le due ore», racconta il titolare della farmacia. Il crollo delle entrate sta interessando anche numerosi esercenti della zona a levante di Finale. A pagare le conseguenze più salate è il distributore di carburante sulla via Aurelia a Finalpia in direzione Savona. «Sembra che le due frane consecutive siano riuscite a dare la sveglia alle autorità competenti, visto e considerato che tra un anno si vota per le elezioni regionali e nessuno vuole perdere consensi», analizza con disincanto Franco Di Pilato.

LA STAMPA

 

 

11/4/2009 Meno tasse comunali e più manifestazioni per salvare Varigotti

 

Riduzione delle tasse comunali per Varigotti, concentrazione delle manifestazioni nel borgo marinaro, promozione turistica e organizzazione di un servizio navetta verso la frazione ai piedi di capo Noli. È la ricetta proposta dal Partito democratico al sindaco Flaminio Richeri per affrontare la crisi causata dalla frana sulla via Aurelia. «L’idea di trasformare il borgo saraceno in una seconda Portofino è priva di senso, perché non ci sono le stesse condizioni. La collocazione geografica ne fa un luogo forzatamente di passaggio e su questo aspetto oggettivo fanno conto le categorie economiche. Poi Varigotti è già sufficientemente tranquilla e non è necessario isolarla ulteriormente, mentre è fondamentale migliorarne la qualità di vita sia per i pochi residenti che la amano profondamente sia per i turisti storici che l’hanno scelta come buon retiro», afferma Mario Coletti, coordinatore finalese del Pd. «Gli interventi urgenti devono essere l’abbattimento dei tributi locali per il 2009, la concentrazione delle iniziative turistiche cittadine a Varigotti, con massiccia promozione in Italia e all’estero, e l’istituzione di un servizio navetta turistico con il trenino», aggiunge il rappresentante dei democratici. «Il Comune deve difendere la comunità varigottina e risarcire economicamente tutti i lavoratori colpiti dal nuovo disagio, chiedendo i danni ad una Regione che, mentre concede 300 mila metri cubi di cemento per i progetti privati di Piaggio e Ghigliazza, fallisce la messa in sicurezza dell’area», tuona Matteo Piccardi, candidato sindaco per il Partito comunista dei lavoratori. E auspica: «È opportuno che gli uffici tecnici di Noli e Finale collaborino con la Regione nella progettazione della galleria a monte della strada litoranea».
A.F.

LA STAMPA

 

 

10/04/2009 Il comune di Finale dà gli otto giorni a Regione e Provincia
a Varigotti affluenza record al consiglio comunale aperto
Il sindaco: attendiamo fatti concreti. Ma c'è chi chiede già un risarcimento per i mancati interventi dello scorso anno

Sono stati numerosi gli abitanti di Varigotti che mercoledì sera, nel centro civico Fontana, sono intervenuti al consiglio comunale aperto dalla relazione del sindaco Flaminio Richeri sulla frana di Capo Noli. Se da un lato è stata espressa soddisfazione per la promessa (per ora verbale) fatta martedì sul luogo della frana dal presidente della Regione Claudio Burlando di dare immediato incarico per la progettazione di soluzione definitiva al problema, dall'altra sono state numerose le polemiche.
«Il lato positivo - ha detto Richeri - è che finalmente chi di dovere si è deciso a fare qualcosa di concreto». Il sindaco ha chiesto l'attivazione del pedaggio autostradale gratuito per il tratto compreso tra Finale Ligure, Orco Feglino e Savona prima della fine del mese, quando la pratica sarà approvata dal consiglio regionale. L'amministrazione ha inoltre chiesto che, per evitare code, da fine giugno, la domenica quando sarà istituito il senso unico alternato, sia prevista solo la direttrice verso Savona dalle 15 alle 22.
Il consiglio ha inoltre rimandato alla prossima seduta (20 aprile) l'approvazione dell'ordine del giorno in cui si impegnava in primis la Regione a progettare un'alternativa all'Aurelia. In attesa di vedere se le promesse vengono ufficializzate.
«Ne avevamo fatto un altro simile lo scorso anno - ha detto Gloria Bardi di Un'Altra Finale - Ma se nel frattempo non è stato fatto nulla sarebbe indispensabile chiedere regimi risarcitori agli enti inadempienti».
Dello stesso avviso il consigliere di maggioranza Gino Bottino che ha dichiarato: «Se lo scorso anno avessero fatto un monitoraggio su tutta la zona si sarebbero accorti, si vedeva a occhio nudo, che ci sarebbe stata una nuova frana a breve». Ha fatto discutere l'intervento del capogruppo di maggioranza Giovanni Muraglia sulla necessità di svincolare il turismo di Varigotti dal passaggio delle auto.
S. An.

IL SECOLO XIX

 

 

9/4/2009 Alberghi chiusi ed in alcuni casi fatiscenti sui lungomare più importanti della nostra Riviera.


Il caso più emblematico è quello dell'ex albergo Lido di Borgio Verezzi. L'immobile, chiuso da più di un decennio, posizionato sulla passeggiata a mare, anch'essa bisognosa di interventi di riqualificazione, è in evidente decadenza. La società C.P.S. Co. srl di Torino, che alcuni anni fa ha acquistato l'immobile, ha dovuto incassare un secco "no" dalla Regione Liguria al progetto di convertire l'ex hotel Lido in Residenza Turistico Alberghiera, in contrasto con la legge regionale Ruggeri. «Purtroppo non possiamo fare nulla per cambiare le sorti della pratica perché la legge regionale di salvaguardia delle strutture alberghiere parla chiaro e non considerando la RTA alla stessa stregua dell'albergo tradizionale», ha detto il sindaco Giancarlo Vadora. A dire il primo no al progetto di riqualificazione della struttura, presentato dalla società Ciel e Mar srl di Asti, era stata proprio l'amministrazione Vadora, in quanto non venivano previsti il mantenimento della destinazione alberghiera, la realizzazione della galleria commerciale e la riqualificazione di un tratto di passeggiata a mare.
A Finale, l'omonimo ex hotel Lido, di proprietà della società San Nicolò spa, affacciato sul lungomare di Pia, è stato ristrutturato da tempo, ma a tener chiusa l'attivitàè un ricorso al Tar presentato dalla proprietà di fronte al rifiuto del Comune di condono per trasformarlo da RTA in seconde case. Pronto per essere ristrutturato è invece l'ex hotel Miramare, in via San Pietro, a Finalmarina. «Sono stati motivi famigliari a ritardare un intervento che in realtà avrebbe potuto partire a gennaio - ha detto la proprietaria Maria Pia Bogazzi - Entro una ventina di giorni decidere quando partire con i lavori per cui abbiamo già individuato la ditta esecutrice».
Ma la situazione peggiore è quella dell'ex hotel Ricky a Varigotti, chiuso da più di 30 anni, per cui l'amministrazione ha previsto nel piano alberghiero comunale, al vaglio della Regione, lo svincolo. «Abbiamo voluto adeguarci alla legge Ruggeri per dare così una sferzata al settore, in modo che si definiscano le situazioni rimaste ferme - ha detto Giovanni Ferrari, assessore all'urbanistica - Per il Ricky, bloccato da questioni di eredità, si è previsto lo svincolo con la destinazione del 30 per cento degli alloggi all'edilizia convenzionata per dare una risposta alla prima casa. Stesso discorso per l'Orizzonte in via Torino». Nel piano in questione è anche prevista la demolizione e ricostruzione in appartamenti dell'ex albergo Al Molo, a Pia.
A Pietra, sul lungomare c'è l'ex albergo Royal, chiuso ed abbandonato da tre anni, così come l'ex albergo Nazionale. «Abbiamo adottato una delibera, prevenendo la legge Ruggeri, in cui si stabiliva che gli alberghi importanti dovevano mantenere la destinazione alberghiera mentre gli altri potevano anche trasformarsi. Il Royal e il Nazionale devono restare alberghi - ha detto il sindaco Luigi De Vincenzi - Stiamo mettendo a punto incentivi per riqualificare le strutture in questione, come l'ampliamento della volumetria».
A difendere a spada tratta la categoria è il presidente dell'associazione albergatori finalese, Paolo Tedeschi: «La legge Ruggeri non ha fatto altro che dare la mazzata finale ad un settore già i forte sofferenza che, in Italia, è penalizzato sia dal punto di vista fiscale che energetico ma anche degli ammortizzatori sociali non previsti».
Silvia Andreetto

IL SECOLO XIX

 

 

8/4/2009 Richeri scrive alle Poste «Non toccate Varigotti»


IERI mattina il sindaco Flaminio Richeri ha scritto al direttore provinciale delle Poste Giuseppe Gelsomino e al prefetto Nicoletta Frediani, chiedendo che sia rivista la decisione assunta dalla direttrice dell'ufficio postale di Finale di ridurre le giornate di apertura dell'ufficio di Varigotti. Il servizio rimarrebbe chiuso il lunedì, mercoledì e venerdì, a causa della chiusura al traffico dell'Aurelia a Capo Noli.
«In considerazione del fatto che Poste Italiane gestisce un servizio di enorme interesse pubblico desidero segnalarle la mia più viva contrarietà per questa decisione - ha scritto Richeri, subito dopo aver avuto l'incontro con la direttrice - In un momento di profonda preoccupazione e difficoltà per il tessuto civile ed economico della frazione Varigotti, che si vede per la seconda volta in pochi mesi pesantemente danneggiata da un evento calamitoso, la chiusura nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì dell'ufficio postale dà un segnale negativo pesantissimo sia ai residenti sia all'immagine turistica del borgo marinaro».
Il sindaco ha chiesto di riconsiderare la decisione e di evitare la drastica riduzione dell'orario di apertura del servizio, mantenendo la continuità e "così contribuendo al senso di solidarietà e condivisione" che tutti gli enti stanno mettendo in campo per aiutare i cittadini a sopportare questo ennesimo momento di difficoltà.

IL SECOLO XIX

 

 

7/4/2009 NUOVO ORARIO UFFICIO POSTALE DI VARIGOTTI

 

 

 

7/4/2009 Frana, nuova galleria sull’Aurelia: A10 gratis dal 1 maggio

Il progetto di un nuovo tracciato dell’Aurelia che tagli completamente tutta la parete rocciosa di Capo Noli, risolvendo una volta per tutte il problema viabilità nel tratto colpito dall’ennesimo evento franoso. E’ la proposta lanciata dal presidente della Regione Liguria Claudio Burlando che sta visitando le località tra Varigotti e Noli per accertarsi di persona della situazione.
Lo studio del progetto, finanziato dalla Regione tramite Filse, potrebbe essere pronto in cinque mesi, il tempo necessario affinchè il tratto di Aurelia in questione torni sotto la gestione dell’Anas. I costi sarebbero leggermente superiori rispetto ad una galleria che utilizzi i vecchi binari ferroviari, tuttavia il progetto viabilità ex novo è la soluzione preferita dai Comuni interessati e dalle stesse associazioni di categoria locali. La nuova galleria sarebbe lunga circa un chilometro, con imbocchi non troppi vicini ai centri abitati, soprattutto sul versante nolese. Considerata l’adattabilità della roccia a questo tipo di intervento, le operazioni di scavo verrebbero condotte con metodi tradizionali.
Dal primo maggio è stato comunicato che l’Autofiori tornerà gratuita nel tratto Finale Ligure-Spotorno, secondo le stesse modalità dello scorso anno. Il provvedimento dovrebbe essere approvato nella seduta del consiglio regionale del 28 aprile prossimo, giorno in cui la Giunta porterà all’assemblea regionale la proposta della nuova galleria sulla via Aurelia.
Al sopralluogo con il governatore ligure sono presenti il prefetto di Savona Nicoletta Frediani, i sindaci di Finale Ligure, Noli, Orco Feglino e Vezzi Portio, oltre alla responsabile Anas Carla Roncallo. Al sopralluogo hanno preso parte anche gli Ing. Giorgetti per Anas e Massa per Autofiori. Proprio l’Anas avrebbe un ruolo di collaborazione diretta nella realizzazione del progetto allo studio della Regione Liguria.
Nell’incontro con il presidente della Regione Liguria il sindaco di Finale Ligure, Flaminio Richeri, ha chiesto che vengano accelerati i lavori di messa in sicurezza della parete rocciosa per riaprire il tratto di Aurelia a senso unico alternato prima del mese di giugno. Inoltre, per il primo cittadino finalese sarebbe necessario che la domenica pomeriggio la viabilità nel tratto di Aurelia fosse percorribile solo da Finale verso Noli, in modo da alleggerire il traffico dei rientri sull’A10.

IVG.IT

 

 

 

7/4/2009 Sopralluogo frana: Striscia la Notizia intervista Burlando

 

Anche una troupe di Striscia la Notizia era presente oggi al sopralluogo del presidente della Regione Liguria Claudio Burlando nelle località di Noli e Varigotti interessate dalla frana che ha bloccato ancora una volta la viabilità nel tratto di Aurelia. Il campione finalese di bike trial, Vittorio Brumotti, ha intervistato il presidente ligure.

IVG.IT

 

 

6/4/2009 Frana a Capo Noli: domani sopralluogo di Burlando

 

Mentre proseguono i lavori per la messa in sicurezza della parete interessata dai distacchi di roccia lungo l’Aurelia interrotta, la strada litoranea potrebbe diventare territorio di conquista da parte di ciclisti ed escursionisti interessati alla cornice naturalistica tra Malpasso e Capo Noli. La Provincia dovrebbe infatti autorizzare passeggiate turistiche e manifestazioni che saranno organizzate dal Comune di Finale Ligure e dalle associazioni di Varigotti e del rione Pia per far meglio apprezzare il tratto costiero.
La riapertura dell’Aurelia, a senso unico alternato, ma con divieto per i mezzi pesanti tranne i bus, è prevista per giugno. Domani, martedì 7 giugno, a Capo Noli è previsto l’arrivo del presidente della Regione, Claudio Burlando, per un sopralluogo che potrebbe essere cruciale soprattutto per il via libera al transito gratuito autostradale fra i caselli di Finale e Spotorno, in entrambe le direzioni, necessario (come nel caso dell’evento franoso dello scorso anno) per sollevare i pendolari dal gravame del pedaggio. La speranza è che si tratti di un provvedimento che arrivi in tempo anche per favore il turismo di Pasqua.

IVG.IT

 

 

5/4/2009 Spiagge libere, Finale e Albenga le virtuose

Solo i due comuni rivieraschi raggiungono il tetto del 40 per cento fissato dalla legge regionale
AD UN ANNO dall'approvazione della legge Morelli-Vasconi (luglio 2008) che prevede che i comuni della regione abbiano almeno il 40 per cento di spiagge libere e libere attrezzate, i comuni virtuosi del savonese si contano sulle dita di una mano.
A livello provinciale occupano solo il 16 per cento del litorale. Tra i singoli comuni solo Albenga con il 47,096 % e Finale Ligure con il 40,551% di spiagge libere sono nella norma contro comuni come quello di Alassio o Albissola Marina che si attestano rispettivamente al 17,65 % e il 17,718 %, Albissola Superiore al 30,404 %, Andora al 29,173 %, Bergeggi 30,78%, Borgio Verezzi 27,432% e Finale Ligure 19,551%. Per Savona le are balneabili sotto giurisdizione dell'Autorità Portuale sono sotto il livello del 40%. In questi mesi si fanno i primi bilanci. La nuova legge prevede che i comuni che entro il prossimo luglio non abbiano raggiunto la percentuale del 40% non possano rilasciare nuove concessioni per stabilimenti balneari né permettere interventi sulle aree degli stabilimenti balneari che vadano oltre l'ordinaria manutenzione. Il rilascio e rinnovo delle concessioni demaniali sono subordinate anche al Proud (Progetto di Utilizzo del Demanio Marittimo) che ogni Comune deve redigere, nel caso del litorale savonese sarà l'Autorità Portuale, come strumento di pianificazione e gestione che permette di controllare eventuali realizzazioni di opere in cemento armato sul litorale marittimo non autorizzate. «I Proud dei comuni sono all'esame della Regione - dice Carlo Vasconi consigliere regionale dei Verdi - ma l'importanza di questa legge sta nel fatto che le spiagge libere devono essere salvaguardate e non possono essere ridotte. E' opinione comune che quello delle spiagge libere sia una forma di turismo povero ma crea un indotto ed è giusto che ci sia possibilità di scelta».
e.r.

IL SECOLO XIX

 

 

4/4/2009 Frana su Aurelia,mercoledì consiglio comunale ad hoc

Il caso della frana che da una settimana ormai interrompe la circolazione sull'Aurelia tra Finale Ligure e Spotorno sarà il tema centrale del consiglio comunale convocato per mercoledì alle 21 nelle ex scuole di Varigotti.
La situazione, in vista anche delle prossime festività pasquali, sta creando notevoli disagi soprattutto per gli operatori turistici e commerciali considerando che l'Aurelia resterà chiusa al traffico almeno sino a giugno per poi essere solo praticabile a senso unico alternato. Gli albergatori hanno già invocato la richiesta di stato di calamità attraverso la Provincia e la Prefettura.
SAVONANEWS

 

 

4/4/2009

 

L'Aurelia resterà chiusa fino alla fine di giugno. Sarà riaperta, a senso unico alternato, sino a fine ottobre. E' quanto è emerso dalla riunione che si è tenuta ieri mattina in Prefettura. Una notizia che, soprattutto i due sindaci di Finale Ligure e di Noli, Flaminio Richeri e Ambrogio Repetto, non avrebbero voluto sentire, anche se un po' se l'aspettavano.
Ma per risolvere una volta per tutte il problema, è stato ribadito, è indispensabile giungere alla costruzione di una galleria.
E così Pasqua per le due località rivierasche arriva sotto auspici non certo favorevoli. E con essi le inevitabili conseguenze negative che si ripercuoteranno su un'economia turistica già in crisi. Inevitabili le code e i rallentamenti che si andranno a registrare nei fine settimana e nei periodi di alta stagione.
Un milione e 600 mila euro è il costo complessivo preventivato per la messa in sicurezza della parte franata, che si trova a circa 500 metri dalla zona del dissesto dello scorso anno. Già nei prossimi giorni verrà riattivato il tavolo per la riapertura della convenzione dello scorso anno, siglata con la società Autostrade Spa, per rendere gratuito il passaggio tra Finale o Orco Feglino e Spotorno per chi è diretto a Savona o ne proviene. È stato dato mandato di realizzare una segnaletica evidente e chiara che faccia capire in maniera indiscutibile che la strada è aperta fino a Varigotti e fino a Noli compresi, per evitare che, come oggi accade, chi arriva da Finale o da Spotorno, faccia retromarcia per non andare a incappare nella strada interrotta.
La Provincia di Savona si è impegnata a realizzare un intervento immediato per la manutenzione urgente della strada per le Manie, in certi tratti pericolosa, soprattutto per i mezzi pesanti che vi transitano. Una richiesta che, già nei giorni scorsi, aveva avanzato il sindaco di Vezzi Portio, Alessandro Revello. «Abbiamo intanto riattivato l'ordinanza, già fatta lo scorso anno, per consentire il traffico ciclo-pedonale fino all'area limitrofa alla frana - ha detto il sindaco di Finale Flaminio Richeri - Ma nell'incontro è emerso anche un dato positivo. L'Anas, che entro fine anno diventerà di nuovo proprietaria dell'Aurelia, si è impegnata a prendere in mano la regia per la progettazione della strada alternativa a Capo Noli. Ufficializzerò queste comunicazioni nel consiglio comunale convocato a Varigotti l'8 aprile».
Una necessità prioritaria, avanzata con insistenza sia dai sindaci sia dalle associazioni di categoria del finalese che non possono continuare a far dipendere la propria attività dalla casualità, ormai troppo frequente delle frane sul promontorio di capo Noli.
«Apprendiamo con favore che il presidente della Regione Claudio Burlando intervenga straordinariamente di persona per controllare la frana venuta a Noli - hanno detto Angelo Vaccarezza, sindaco di Loano e il senatore Franco Orsi - ma mettiamo in luce il suo tardivo intervento, visto che non è stato altrettanto presente in occasione delle frane verificatesi negli anni scorsi».
Il sindaco di Spotorno, Bruno Marengo, ha inviato una lettera al Commissario prefettizio della Provincia, chiedendo d'intervenire sulla Società Autofiori, sull'Anas e sulla Regione affinché, come accaduto per la frana dello scorso anno, sia evitato il pagamento di pedaggio agli utenti per la tratta ricompresa tra il casello di Finale Ligure e di Spotorno.
Silvia Andreetto
IL SECOLO XIX

 

 

4/4/2009 Frana a Capo Noli: l’analisi del geologo Filippi


Si parla comunemente di movimento franoso, ma per un geologo l’espressione non è proprio calzante: quello che è accaduto a Capo Noli, per il secondo anno consecutivo, è per la precisione un “ribaltamento di singoli massi disancorati”. La distinzione terminologica poco conta per i commercianti del levante finalese, per gli automobilisti costretti a bypassare la frana utilizzando l’autostrada o per quelli che scorrendo sulla litoranea rischiavano di essere travolti da un masso, ma l’approccio corretto al fenomeno potrebbe fare la differenza.
Lo spiega Giampietro Filippi, professionista di lungo corso specializzato in geotecnica, che spiega la genesi della parete lungo l’Aurelia, “Gli ammassi rocciosi che formano la zona di Capo Noli e Malpasso, come peraltro quelle di Torre del Mare o della Caprazoppa, hanno ben precise caratteristiche chimico-fisiche e mineralogiche, risalgono a condizioni paleogeografiche instauratesi sul pianeta tra i 250 e i 150 milioni di anni fa ed hanno subito, come un’infinità di altri ammassi nel corso dell’orogenesi alpina in milioni di anni una serie di violenti stress. Gli effetti cioè di quel grandioso fenomeno che, nella migrazione della zolla africana verso quella euroasiatica, ha coinvolto miliardi di sedimenti dell’antico oceano, ha ridotto quest’ultimo all’attuale Mediterraneo, ha prodotto la formazione delle Alpi e di altre catene”.
Gli ammassi quindi, derivati da migliaia di metri di sedimenti marini, sono stati compressi, sollevati, deformati, contorti, rovesciati, costretti a scorrere gli uni sugli altri, spostati di decine di chilometri rispetto alla loro posizione iniziale, per cui, mentre le loro parti più plastiche si sono essenzialmente deformate, quelle rigide si sono intensamente fratturate. “Successivamente, soprattutto nel corso degli ultimi 5-6 milioni di anni - prosegue Filippi - le masse già definitivamente emerse hanno subito ancora altri fenomeni che le hanno ulteriormente indebolite: per primo l’assalto del mare a diversi livelli, con formazione delle falesie, con l’induzione di fenomeni di fessurazione in grande per aver portato le masse a condizioni di verticalità; valgano per tutti due esempi: poco oltre il ciglio della grande falesia che affianca l’Aurelia all’altezza del viadotto del Malpasso, a partire dalla zona dell’osservatorio fino a circa la galleria del Malpasso, è presente una frattura aperta di diversi centimetri, che corre più o meno parallela al ciglio e separa verticalmente la parte esterna della parete dalla zona retrostante; la stessa condizione è quella della zona della Caprazoppa”.
E ci si è messo anche il fenomeno carsico, per cui acque acidulate hanno sciolto la roccia, hanno creato inghiottitoi, grotte, cunicoli, hanno ulteriormente sconnesso, in grande ed in piccolo, la già precaria omogeneità strutturale delle varie masse rocciose. Infine gli stress termici, i fenomeni di dilatazione e contrazione per la variazione dell’insolazione, hanno ulteriormente disarticolato la roccia, soprattutto nei livelli più superficiali. “In queste condizioni è necessario affrontare il problema con molta serietà e con grande consapevolezza dello stato degli ammassi rocciosi - osserva Filippi - gli interventi di superficie, seppur doverosi, non riusciranno mai a risolverlo; è talmente vario, articolato e diffuso tanto in superficie quanto in profondità, che, o si riveste tutta la montagna, partendo dalla zona dell’Hotel Capo Noli e, quanto meno, sino alla Baia dei Saraceni, oppure, se, anche per problemi economici, si procede a settori, cercando le zone che dall’esterno appaiono più sconnesse, ne resterà sempre almeno un’altra che, senza preavviso, potrà rilasciare frammenti rocciosi”.
La soluzione strutturale al problema che oggi si propone è quella di una galleria che sfrutti l’ex tracciato ferroviario. “Personalmente non sono molto d’accordo - è l’opinione di Filippi - Infatti, a parte la oggettiva difficoltà degli innesti sulla Via Aurelia, a levante ed a ponente della zona pericolosa, teniamo presente che la linea Genova-Ventimiglia risale a circa 150 anni fa e che la sezione della galleria dovrebbe essere quanto meno raddoppiata. Di conseguenza si opererebbe in un contesto che attraversa ammassi rocciosi nella condizione che ho appena descritto, interviene su un’opera dove, tra rivestimento e volta e pareti, per 150 anni ci sono state condizioni ottimali per fenomeni di ulteriore alterazione delle condizioni della roccia, dove le venute d’acqua si sono accentuate, dove quindi lo stato complessivo è di precarietà”.
A giudizio di Filippi, pur in altri contesti geologici, ma per gli stessi motivi di fondo, le gallerie ferroviarie, abbandonate o no, hanno indicato una situazione di debolezza. Spiega così: “La galleria che attraversa Capo Vado, quella poco oltre il complesso della ‘Fiorita’ tra Varigotti e Finale, la galleria di Capo Cervo, tutte e tre deformate o franate. E ci si ricordi che la nuova galleria ferroviaria di M. Mao ha richiesto un avanzamento con le tecniche del congelamento, la nuova galleria tra Spotorno e Finale ha completamente drenato l’altopiano delle Manie ed ha intercettato falde carsiche sottraendole al loro naturale percorso”.
Secondo il geologo, la soluzione potrebbe essere una galleria paramassi esterna, perché di più facile realizzazione e di costi inferiori rispetto ad una galleria allargata o del tutto nuova. “Oggi esistono tecniche estremamente valide per realizzarla in termini assolutamente non impattanti, con il rispetto delle peculiarità ambientali e paesaggistiche. Ma, certo, anche in questa ipotesi, vanno effettuate tutte le necessarie verifiche” conclude Giampietro Filippi.

IVG.IT

 

 

 

4/4/2009 «con un raddoppio così e la crisi che avanza non c'è da stare allegri»
la reazione di massimo attolini, bagni boncardo

dal nostro inviato
Quando il canone demaniale passa da 25 mila a 50 mila euro l'anno, hai voglia di parlare di inflazione programmata, di strategie di impresa, di programmazione. Una botta del genere rischia di far saltare tutti i conti. Perché qui non si parla di un incremento, seppur consistente, ma di un raddoppio bello e buono.
«Il tutto - spiega Massimo Attolini, titolare dei Bagni Boncardo - in una situazione economica incerta, dove la crisi c'è e si fa sentire. Magari, per ora, non è gravissima come viene descritta. Ma sicuramente non c'è da stare allegri. Anche perché lo scorso anno aveva già dato dei segni di qualche preoccupazione».
Così capita che questo grosso stabilimento, 300 cabine, diventi emblematico di una situazione generalizzata che può mettere in difficoltà i gestori delle strutture della Riviera. Sono decine i bagni che si trovano in questa situazione, in tutta la provincia. Con strutture in muratura che hanno fatto scattare gli aumenti. E che si trovano di fronte a un aut-aut: o aumentare i prezzi e le tariffe, rischiando di andare fuori mercato, o travarsi i conti in affanno.
«Anche perché - spiega Attolini - ormai la stagione si è davvero ridotta. Il momento clou è ristretto tra il 10 e il 20 agosto, mentre un tempo era molto più ampio».
Certo, regge il turismo più stanziale. Quei visitatori che decidono comunque di trascorrere le loro vacanze in Liguria e puntano ostinatamente verso una delle regioni più belle del mondo.
Ma la crisi che incombe si nota anche da segnali solo apparentemente più piccoli. «Ad esempio già dalla scorsa estate si è riscontrato un calo dei visitatori domenicali, quelli che arrivano in moto. È un turismo mordi e fuggi ma anche quello fa la sua parte».
Eppure è proprio quello che dà un segno negativo, perché i segni della crisi si fanno sentire proprio nelle fasce sociali che già erano abituate a viaggiare al risparmio e che ora devono contrarre ulteriormente le loro esigenze. Di aumenti, per ora, non se ne parla: «Non possiamo far pagare ai clienti le esitazioni della politica - insiste Attolini - e le tariffe resteranno invariate. La moratoria è saltata? Il vero problema è che da anni questo problema è sul tappeto e gli incrementi non sono cosa di ieri. Ma nonostante tanti discorsi, devo constatare che una soluzione non è ancora stata trovata nonostante il tempo trascorso. E questa non è una garanzia di serenità per tutta la categoria».
La doppia sfida (prima la Pasqua. poi il debutto della stagione estiva) attende gli operatori turistici. E in più, si aggiunge anche la tradizionale fragilità delle infrastrutture: «La chiusura dell'Aurelia a Capo Noli rischia di rappresentare un'ulteriore penalizzazione per Finale, con i visitatori costretti a usare giocoforza l'autostrada con un casello, a sua volta, in fase di ristrutturazione».
m. men.

 

IL SECOLO XIX

 

3/4/2009 Capo Noli, timori fondati: si riaprirà solo a giugno


I timori della vigilia erano fondati; l’Aurelia a Capo Noli riaprirà solo a giugno a conclusione, si spera, definitiva dei lavori per la messa in sicurezza del costone roccioso che ha provato l’ultima frana nel tratto tortuoso e tra i più spettacolari (e vulnerabili) dell’Aurelia.
La riapertura sarà peraltro solo a senso unico alternato che porterà quasi a ...Natale ovvero a novembre.
La delicatezza della situazione è stata confermata dalla riunione svoltasi in Prefettura con la partecipazione degli amministratori dei comuni interessati, della Società Autostrade, Anas.
Chi pensava a uno stop breve è rimasto deluso.
Del resto il crac del costone roccioso è vicino (circa 300 metri)a quello che lo scorso anno provocò 4 mesi di stop.
L’Aurelia da statale era passata a provinciale e tornerà nel fare e disfare della politica italiana nuovamente alla gestione nazionale. Che dovrà definire un piano di intervento definitivo.
Tra l’altro gli operatori turistici e no, di Varigotti hanno ribadito la volontà di chiedere i danni e lo stato di calamità per le conseguenze dello stop al traffico sul loro borgo: difficile o sin troppo facile da immagine cosa accadrà questa estate con il senso uncio alternato nei fine settimana e nelle ore di punta.

IL SECOLO XIX

 

 

3/4/2009 Nel ventre della galleria che può salvare l'Aurelia
il reportage / dopo la frana
Viaggio dentro l'ex tunnel dei treni che passa sotto Capo Noli

dal nostro inviato marco menduni
CAPO NOLI. La temperatura cala bruscamente di almeno quattro-cinque gradi non appena percorsa una decina di metri. C'è umido e l'acqua, dalle volte, scroscia e disegna sul terreno sterrato pozzanghere fangose. Eccoci inoltrati nel ventre di Capo Noli. All'interno di quel lungo tunnel, 871 metri, dove fino al 1977 passava la ferrovia. Da allora è dismesso, abbandonato: utilizzato, nel 2001, per farvi passare i cavi telefonici a fibra ottica e poi, di nuovo, sbarrato. Eccoci qui, nel buio che dopo un centinaio di metri diventa assoluto e dove ogni passo rimbomba e restituisce una certa inquietudine.
Eccoci qui: nel cuore del problema, di quel promontorio che frana e che, ormai con cadenza annuale, fa chiudere l'Aurelia al traffico, dividendo la provincia e la regione in due. E, allo stesso tempo, siamo nel tunnel che anche gli esperti, insieme a buona parte della popolazione, indica come l'unica soluzione per risolvere definitivamente la situazione.
Allargato, consolidato, impermeabilizzato, permetterebbe di arrivare sottoterra da Noli a Varigotti. Scampando quei massi instabili e incombenti che anche le reti d'acciaio non riescono più a contenere.
Partiamo da Varigotti alle undici del mattino. Poco prima del breve tunnel del Malpasso, parallela all'Aurelia, corre una galleria più moderna, aperta verso il mare. L'ingresso è stato sbarrato, perché era diventata luogo d'incontro di sbandati e balordi. Sbarramento che ha poco senso: bastano pochi secondi per scivolare sotto e inoltrarsi in una sorta di discarica abusiva. La spazzatura testimonia delle frequentazioni poco raccomandabili della zona. Questo tratto fu realizzato dopo che, negli anni Quaranta, una frana in quel punto fece deragliare il locomotore di un accelerato. Era, per la cronaca, un E333 e nell'incidente ci furono anche due vittime.
Ancora qualche metro e si giunge un primo, più breve tunnel. Le piogge insistenti degli ultimi giorni fanno sentire il loro effetto. Si avanza su un terreno fatto di ciotoli e terra, appiccicoso e fangoso. La luce non manca mai, dal capo opposto il foro luminoso diventa via via più grande. Ed eccoci arrivati. Davanti a noi il fornice del lungo tunnel che potrebbe risolvere ogni problema. Nonostante il terreno, la camminata prosegue agevole. Il terreno è spianato e, nonostante l'oscurità, si procede con discreta speditezza e la piccola torcia incorporata nel telefonino dà luce sufficiente. Sulla destra, qualche decina di metri dopo l'ingresso, c'è una montagnola di grossi mattoni bianchi ammonticchiati in una nicchia, testimonianza di qualche lavoro del passato.
L'odore di umiditàè forte, ma non insopportabile. La larghezza del fornice è più ampia di quanto i tecnici, nei giorni scorsi, ci avessero dichiarato, due metri. Nei punti in cui riusciamo ad effettuare una misurazione attendibile calcoliamo un fronte orizzontale di circa tre metri e ottanta centimetri. Erano state costruite per permettere il passaggio di un binario unico, esattamente come accade per quelle di Moneglia e di Deiva Marina , località vicine a Sestri Levante, sulla Riviera opposta. Utilizzate, queste, anche per la circolazione stradale, seppure a senso unico alternato.
Ci inoltriamo ancora. Ma, com'è assolutamente prevedibile, il percorso continua con le stesse caratteristiche, tra gorgoglii d'acqua e il rumore dei ciottoli che rotolano colpiti dalle nostre suole. C'è ancora odore di umidità, ma anche di storia delle ferrovie. La realizzazione della linea iniziò nel 1868 e l'inaugurazione arrivò solo quattro anni dopo. Un record, considerando i mezzi a disposizione all'epoca. Nel 1887 fu conclusa anche la stazioncina di Varigotti.
Arrivare dalla parte opposta della perforazione significa approdare a Noli, all'altezza del parcheggio realizzato proprio davanti all'imbocco del lungo tunnel ferroviario. La nostra esplorazione è conclusa. All'uscita incontriamo un gruppo di geologi che stanno studiando la situazione. «Il lavoro - spiega Alessandro Scarpati - è già iniziato. Purtroppo il tempo non agevola». La mattinata di pioggia ha inzuppato il crinale. Lavorare in queste condizioni potrebbe essere molto pericoloso. Ci accompagnano in macchina fino al punto esatto della frana. Il masso caduto poco dopo la mezzanotte del 29 marzo ha lasciato un buco nell'asfalto profondo tre centimetri, esattamente al centro della carreggiata, in un momento in cui non passavano auto. Sono arrivate pochi minuti dopo. Ancora una volta l'ora tarda e lo scarso passaggio hanno evitato conseguenze peggiori. Ma la situazione appare anche a occhio nudo, un occhio non esperto, particolarmente grave.
Le operazioni di disgaggio proseguono: si fanno precipitare a valle i massi più pericolanti, quelli che appaiono in bilico. L'asfalto è ricoperto di massi, sassi più piccoli, piante, ciottoli, detriti, pietrisco. Lo sbarramento è duplice. Una prima transenna all'altezza del Malpasso. Poi, più avanti, una sorta di cancellata chiusa con una pesante catena. Nel punto più pericoloso si può arrivare soltanto con il caschetto in testa. I tecnici spalancano le braccia: «Ci si è messo anche il maltempo a ostacolare i primi rilievi e le operazioni di messa in sicurezza per garantire condizioni minime praticabili anche per chi deve lavorare e interventire». Anche accelerando al massimo, i tempi saranno lunghi.
Ma intanto la soluzione del tunnel, che sembrava confinata nel regno dei sogni, affascina e seduce. E forse può prendere una qualche concretezza. Parla Carlo Vasconi, presidente della commissione Ambiente e territorio della Regione: «In commissione si sta parlando di autostrade regionali. Ebbene: io dico che bisogna pensare anche alle grandi vie di collegamento e credo che l'Aurelia sia assolutamente imprescindibile. Credo che debba esser fatto un grande sforzo perché la Liguria non sia tagliata in due, "appesa" solo all'autostrada».
Un investimento consistente. «Certo, perché anch'io ritengo che l''allargamento del tunnel ferroviario sia l'unica via per preservare la funzionalità delle comunicazioni e il rispetto dell'ambiente. È un'opera onerosa, potrà costare anche trenta milioni di euro, ma alla fine un problema, anzi, "il problema dei problemi" sarà finalmente risolto».
Pollice verso, invece, per la costruzione di una strada che passi più a monte. Per quelle Manie che oggi, attraverso un percorso tortuoso e complicato, rappresentano la sola alternativa all'A10 e ai suoi pedaggi. Il passaggio di una strada di grande comunicazione potrebbe alterare definitivamente l'equilibrio di uno dei luoghi più suggestivi della provincia. E così, tra un sopralluogo, un summit, una riunione, la galleria ferroviaria che passa per più di ottocento metri sotto la roccia emerge davvero come l'unica soluzione definitiva al problema dei collegamenti.
Nel frattempo, però, c'è da fare in fretta per ripristinare l'Aurelia. La Pasqua oramai è perduta e all'estate non manca molto. Un conto alla rovescia davvero temuto dagli operatori del turismo. In un periodo in cui la crisi morde e non sembra voler allentare la presa.

IL SECOLO XIX

 

 

1/4/2009 Frana a Capo Noli: sindaci chiedono A10 gratis

 

Il sindaco di Finale Ligure Flaminio Richeri e altri amministratori del comprensorio finalese chiederanno alla Provincia e all’Anas di riattivare la procedura per il transito gratuito sull’autostrada A10 Genova - Ventimiglia dopo che la frana sull’Aurelia a Noli ha tagliato in due la viabilità del ponente savonese.
“E’ una richiesta che riteniamo più che lecita qualora i tempi di riapertura della strada dovessero allungarsi. Procedura già avviata in altre occasioni, sempre per lo stesso problema”, afferma il primo cittadino finalese. “Il ponte turistico di Pasqua è a forte rischio. Dai sopralluoghi sono state rilevate in tutta la parete fratture pericolose. Le reti in molti punti sono strappate e non è neppure ipotizzabile aprire l’Aurelia a senso unico alternato”.

 

IVG.IT

 

 

1/4/2009 «La vecchia galleria Fs potrà salvare l'Aurelia»
la frana di capo noli
Il geologo Scarpati: è un sogno ma è l'unica soluzione possibile diventa un caso il mancato passaggio dell'arteria all'Anas

dal nostro inviato Marco Menduni
Capo Noli. L'insegna verde e un po' demodé del Bar Liz separa due mondi. Da una parte il traffico di Finale, dall'altra il deserto. C'è una transenna che divide queste realtà parallele, che convivono a pochi metri l'una dall'altra. Di là dallo sbarramento non c'è nessuno. Percorriamo i quattro chilometri e mezzo che ci separano da Varigotti in un lampo, non incontriamo anima viva. Solo qualche coraggioso che fa jogging. Comprensibile: la frana sull'Aurelia, quella che ha imposto lo stop alla circolazione a Capo Noli, ha di nuovo infilato Varigotti in un cul-de-sac.
E ci risiamo. Un'altra volta la strada sbarrata, come un anno fa. Pendolari in subbuglio, operatori turistici con il cuore il gola. Commercianti alle corde, perché in questi mesi vivono esclusivamente sugli automobilisti di passaggio. Che ora, da un giorno all'altro, si sono dissolti.
La maledizione di Capo Noli ha un nome: Dolòmia di San Pietro ai Monti. È una roccia calcarea, carbonato di calcio e di magnesio. Per sua natura si frantuma, si scheggia, precipita verso il mare. Qui non c'è stata l'offesa dell'uomo a rendere instabile la parete. La roccia crolla perché così vogliono le leggi del Creato. «La roccia - racconta il geologo Alessandro Scarpati, che da anni studia, monitora e cerca soluzioni per Capo Noli - fa solo il suo mestiere: franare».
SCARPATI SPIEGA che, indossando una muta e immergendosi in mare, si osserva un fondale subacqueo grigio e rude. Un'immensa distesa di sassi calcarei. Crollati nei secoli da quelle pareti così verticali che sembrano tirate su con il filo a piombo, con un'altezza media di cento metri.
Semmai l'ardire dell'uomo è stato quello di farci passare una strada sotto. Già dall'epoca romana, allargata una prima volta nel periodo tra le due guerre, negli anni Trenta. E poi ancora durante il Secondo conflitto, per farvi transitare i mezzi pesanti degli eserciti, sul tracciato che ricalca quello attuale.
È diventata il bersaglio preferenziale delle frane. E dire che la chiusura di quella piccola arteria è solo uno dei mali, quello che fino a oggi si è concretizzato. Fino a oggi i sassi sono venuti giù nelle ore notturne, quando il traffico è pressoché inesistente. «Ma un macigno anche di modeste dimensioni - conferma Scarpati - da quell'altezza sfonda il tetto di una macchina come un panetto di burro». D'altronde le frane stanno strappando le reti di protezione più antiche, quelle sistemate dall'Anas già dagli anni Sessanta e Settanta. Sradicano i chiodi che le tendono fissate alle pareti, perforano le maglie.
Nelle ultime due domeniche la coda da Noli a Varigotti era lunghissima e ferma. In quelle condizioni, un crollo potrebbe avere effetti drammatici.
C'è una sola strada in Italia che nella classifica dei geologi ha lo stesso indice di pericolosità. È la Gardesana, che costeggia il lago di Garda per 55 chilometri, intagliata nella roccia, seguendola in ogni sporgenza. Una strada che ha già fatto cinque vittime.
Intanto a Capo Noli la lotta contro la natura prosegue, ma è una sfida titanica. Messa in sicurezza una zona, è un'altra che crolla. Il nuovo allarme è infatti scattato a distanza di mezzo chilometro in linea d'aria da quello che ha caratterizzato la crisi del 2008, durata cinque mesi, dalla chiusura del 16 gennaio alla grande festa per la riapertura del 13 giugno. Quello era sul versante verso Noli, questo dalla parte di Varigotti. Conclusione: bisogna ripartire da capo. L'intervento dell'anno passato è stato lungo e articolato. E non è costato poco: un milione e 300 mila euro, gravati tutti sulla casse della Provincia.
Prima i rilievi, poi la suddivisione di tutta la parete in gradi di rischio. E poi ancora la proiezione degli effetti potenziali degli eventi franosi, dal più piccolo a quello più rovinoso. Tutto il fronte è stato coperto con le reti, rinforzate poi da cavi d'acciaio intrecciati. Nei punti indicati a maggior rischio sono stati utilizzati i cosiddetti "pannelli fune", reticolati di acciaio ancor più robusti. Ora tutta la zona è stabile, in sicurezza. Ma l'emergenza si è aperta sull'altro versante.
Sulla parete sono in azione gli uomini di Geologia Verticale, geologi rocciatori esperti nell'affrontare le asperità più dure. Già ieri hanno iniziato l'opera di disgaggio: utilizzando delle leve, fanno cadere tutti i frammenti di roccia più instabili, quelli che rischiano di franare spontaneamente in tempi brevi. Ma la situazione è molto complicata. Così, spiega il geometra Renato Falco della Provincia, «solo venerdì, alla fine della prima tornata di rilievi, sarà possibile capire come intervenire, stilare l'elenco degli interventi e, soprattutto, delle spese da affrontare».
Non sarà facile. Anche perché un decreto della presidenza del Consiglio ha già riclassificato la strada come di interesse nazionale, per riportarla sotto il controllo dell'Anas. Ma il decreto è bloccato in attesa degli accordi sugli impegni finanziari. «E nel frattempo - conferma Falco - la titolarità è ancora tutta nostra. Soprattutto nel breve periodo di tempo in cui bisogna cercare di risolvere questa nuova emergenza».
Intanto le vie alternative sono rappresentate solo dall'impervia strada delle Manie. O dall'autostrada, l'A10 a peso d'oro. Il tratto Savona-Finale Ligure è lungo 18,9 chilometri, il pedaggio per auto e moto è di un euro e novanta centesimi. Per chi deve andare e tornare dal posto di lavoro è un aggravio di tre euro e ottanta centesimi al giorno. Calcolando una media di cinque giorni lavorativi alla settimana, fanno 76 euro al mese. Su uno stipendio medio, rappresentano una mazzata. Da sommare al tempo impiegato e da noi sperimentato sul campo: in condizioni di traffico non sfavorevoli, almeno mezz'ora in più per ogni tragitto. Almeno.
Le soluzioni? Gli abitanti di Varigotti e di Noli vagheggiano il riutilizzo dell'antica galleria ferroviaria. Sono 871 metri già scavati nella roccia sin dall'Ottocento. Negli anni Settanta fu chiusa; una riassettata l'ha ricevuta nel 2001, quando fu utilizzata per far passare la linea di comunicazione a fibra ottica. Il libro dei sogni? «Per ora sì - conferma il geometra Falco - perché ha una larghezza di due metri, serviva a far passare un solo binario. Al massimo potrebbe servire come foro pilota per costruirvi intorno un tunnel più grande, che dovrebbe garantire almeno due corsie di marcia».
Fattibile? «Tutto è fattibile. Ma fino a oggi non c'è alcun concreto progetto che preveda l'utilizzo di quel tracciato». Anche se, spiega il geologo Scarpati, «sarebbe l'unica soluzione definitiva, quella che metterebbe definitivamente al riparo da ogni inconveniente quell'itinerario». Ma per ora c'è solo un'ipotesi di strada che passi molto più a monte, seguendo in parte, rettificandolo e rendendolo più agevole, l'antico percorso delle Manie.
Ma ora non c'è tempo. L'imperativo assoluto è fare in fretta. Ripristinare in tempo l'Aurelia. Difficile potercela fare prima di Pasqua, s'incrociano le dita per la stagione estiva. Perché da queste parti piovono pietre. Non solo fisiche e letterali. Ma anche sul turismo. E sulle esigenze quotidiane di chi, ogni giorno, deve andare al lavoro oltre le transenne invalicabili.
IL SECOLO XIX

 

 

 

 

 

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