29/4/2009 Frana a Capo Noli: A10 gratis, Aurelia dal 30 giugno a
senso alternato
La giunta regionale ha approvato stamane lo stanziamento di 30 mila
euro, incluso nella cosiddetta legge omnibus, che consentirà di rendere
gratuita la tratta autostradale fra Spotorno e Finale Ligure. A partire
dall’1 maggio gli automobilisti costretti ad aggirare l’Aurelia potranno
servirsi dell’A10 con l’esenzione del pedaggio tra le due località
spezzate dalla frana a Capo Noli.
Il 30 giugno prossimo l’Aurelia interessata dal movimento franoso
riaprirà a senso unico alternato. Lo ha annunciato il presidente della
Regione, Claudio Burlando, oggi nella sua visita rivierasca,
illustrando: “Tutti quelli che transitano tra Sportorno e Finale sono
esentati dal pagamento del pedaggio dell’autostrada. La Regione ha
stanziato 30 mila euro, la Provincia di Savona ne mette altri 30 mila,
mentre l’Autofiori si impegna per l’equivalente di 60.000 euro
rinunciando ad incassare il pedaggio”.
Mentre è stata avviata la procedura per il ritorno della strada
litoranea sotto la gestione dell’Anas (entro un paio di mesi dovrebbe
completarsi), la Regione darà vita ad una società per progettare
l’intervento che permetterà di bypassare il tratto esposto al rischio di
cedimenti rocciosi: di fatto una galleria della lunghezza di circa un
chilometro che risolverebbe il nodo della viabilità, con imbocchi non
troppi vicini ai centri abitati, soprattutto sul versante nolese.
Sarà quindi l’ente regionale, con proprio personale, a gestire lo studio
progettuale mettendo in campo la sinergia tra quattro o cinque
professionisti. Un team che, nella prospettiva del governatore Burlando,
potrà essere impiegato anche per altri elaborati relativi ad
infrastrutture urgenti per il territorio. Nella fase di progettazione
per Capo Noli non è preclusa l’ipotesi di un secondo tunnel all’altezza
di Varigotti, almeno, per ora, a livello di esame di fattibilità.
Il progetto incaricato dalla Regione potrebbe essere pronto già entro la
fine di quest’anno. Nel mese di maggio sarà definito l’esatto tragitto
interessato e sarà pronta la convenzione con l’Anas per il
finanziamento. L’importo per l’opera è stimato intorno a 20 milioni di
euro. Non è ancora deciso se il tracciato riutilizzerà la vecchia
galleria ferroviaria o meno (la differenza di costo risulta marginale):
la discussione con i Comuni interessati darà una risposta all’incognita.
Per ora, si sa che per lunedì 11 maggio è stato fissato un sopralluogo.
Nello studio sarannno previsti anche il recupero e la
riambientalizzazione dell’Aurelia, che dovrebbe essere trasformata in
pista ciclabile, sullo stile del riutilizzo da parte di Area 24 della
vecchia linea ferroviaria nell’Imperiese.
Sta di fatto che l’Aurelia a Capo Noli non sarà mai sicura al cento per
cento: pedoni e ciclisti saranno protetti da una rete paramassi leggera.
Quanto alla durata del cantiere che interesserà il tratto del Finalese
con portentose trivellazioni, si prevedono ottimisticamente circa 18
mesi. Per ora, i lavori sul posto procedono con l’installazione di una
barriera paramassi del costo di 600 mila euro, mentre per tutta l’estate
il traffico scorrerà su un’unica corsia regolato da lanterna
semaforica.
IVG.IT
27/4/2009 Capo Noli, la Regione presenta le ipotesi per il
bypass stradale
A tempo di record la Regione Liguria ha fatto realizzare, dai propri
tecnici, alcune bozze per la realizzazione dei bypass stradali nel
tratto di Capo Noli, colpito nell’ultimo anno da due eventi franosi che
hanno di fatto paralizzato la viabilità savonese. Mercoledì 30 aprile,
presso il Comune di Noli si terrà un incontro nel quale il presidente
della Regione Liguria Claudio Burlando e l’assessore alle infrastrutture
Carlo Ruggeri presenteranno agli amministratori locali e alle
associazioni di categoria alcune bozze di tracciato. Secondo alcune
anticipazioni trapelate il progetto finale prevederebbe il riutilizzo
della vecchia galleria ferroviaria.
“Vogliamo concertare tutto con le amministrazioni locali, e questo
incontro è la dimostrazione di come la Regione si sia mossa
immediatamente - ha dichiarato l’assessore Ruggeri ad IVG.it - Nel caso
venga trovato un accordo per il tracciato daremo immediatamente il
mandato per la realizzazione dello studio vero e proprio, con i relativi
costi”.
Per quanto riguarda il tragitto autostradale gratuito l’assessore ha
confermato la data del 1° maggio come periodo di inizio, secondo le
stesse modalità dell’anno scorso per la tratta Finale-Feglino-Spotorno:
“Abbiamo firmato il protocollo e già stanziato 30 mila euro, il resto
sarà a carico della Provincia (25%) ed Autostrada dei fiori (50%). Al
via libera manca solo l’ok di Anas, che speriamo di poter annunciare
proprio nell’incontro di mercoledì”.
La giornata savonese dei due amministratori regionali si concluderà nel
pomeriggio a Millesimo, dove verranno presentati i progetti finanziati
dai fondi FAS.
IVG.IT

25/4/2009 Per la frana sull’Aurelia nuove corse in autostrada
Due nuove corse dirette autostradali tra Finale Ligure e Savona e un
servizio navetta suppletivo da Finale a Varigotti sono gli interventi
che saranno applicati dall’Acts Linea Savona a partire da lunedì.
L’azienda di trasporto pubblico savonese è stata infatti costretta a
riorganizzare i collegamenti da Savona a Finale dopo la frana crollata
nelle settimane scorse sull’Aurelia all’altezza di Capo Noli, evento che
ha provocato la totale chiusura alla viabilità. L’Acts ha così accolto
anche le richieste di un comitato di cittadini che, con la
collaborazione anche dei sindaci di Noli e Spotorno, aveva spinto perché
venissero aumentate i mezzi pubblici nell’orario in cui studenti e
lavoratori li utilizzano, alle 8 e alle 14. Oltre che, appunto i
collegamenti autostradali alle 6,50 e alle 13,30. Dopo l’analoga
esperienza dello scorso anno, quando dal 16 gennaio al 13 giugno 2008
un’altra frana coinvolse il Malpasso, nei pressi di Varigotti, l’Acts ha
riveduto i programmi. «Nel 2008 il periodo d’interruzione del passaggio
dalla litoranea comportò all’Acts un aumento di 92 mila e 730 chilometri
percorsi, pari ad un maggior costo di esercizio di circa 170 mila euro -
spiega il presidente Paolo Marson -. Il mancato guadagno, causato dal
minor numero di biglietti venduti, confronto allo stesso periodo
dell’anno precedente, è stato stimato in 75 mila euro. I pedaggi
autostradali gravarono per 3 mila euro».
LA STAMPA
23/4/2009 Capo Noli apre a ciclisti e pedoni
Libero accesso per ciclisti e pedoni fra i due sbarramenti realizzati
fra Varigotti e Capo Noli e la zona in cui si è verificata il mese
scorso una frana. Questo tratto dell’Aurelia, a volte violato, è
diventato ufficialmente con un’ordinanza, passeggiata e pista ciclabile.
Le auto e le moto devono in ogni caso fermarsi nella zona antistante
alla spiaggia del Malpasso. Da levante esiste un unico blocco
all’altezze del’hotel Capo Noli. Purtroppo è confermata sino a fine
giugno la chiusura della statale.
A.R
LA STAMPA
22/4/2009 No a nuove case al posto degli hotel
finale, la crisi degli alberghi che faticano ad adeguarsi al mercato
Respinte 4 richieste, 2 per strutture gestite dalla famiglia del
presidente della categoria
Il consiglio comunale, lunedì sera, ha respinto la richiesta presentata
dai proprietari dell'albergo Astoria di Finalpia, dell'hotel Vecchie
Mura di Finalborgo e dell'hotel Villa Chiara di Varigotti di poter
trasformare la destinazione dell'immobile da alberghiera a residenziale.
Una richiesta contraria alla nuova legge Ruggeri e che è stata mediata
dall'amministrazione Richeri dando la possibilità ai proprietari delle
strutture inferiori alle 4 stelle di trasferirsi nelle aree Piaggio,
svincolando solo successivamente l'attività alberghiera attuale. Ma, al
di là della normativa, un altro tassello della drammatica crisi del
sistema alberghiero e turistico in Riviera.
È stato comunque approvato all'unanimità l'emendamento proposto dalla
maggioranza in cui si dà la possibilità agli stessi proprietari
d'insediare la nuova attività nell'ambito del Distretto di
trasformazione delle aree Piaggio. Ma solo a patto che venga attuato un
miglioramento della qualità turistico-ricettive attraverso il
potenziamento della categoria o il raggiungimento degli standard e delle
dotazioni di servizi previsti dalla legge regionale Bozzano, affinché
l'albergo in questione non sia di categoria inferiore ai tre stelle.
Chi deciderà di usufruire di tale opportunità dovrà però dimostrare
anche l'impossibilità tecnica ad adeguare l'azienda alle norme vigenti
in materia di sicurezza, prevenzione incendio, igiene, edilizia,
sicurezza degli ambienti di lavoro nel sito nel quale si trova oggi.
Oppure dovrà dimostrare la non convenienza economica della prosecuzione
della gestione nel sito attuale per ragioni tecniche e turistico
ricettive. «Non è ammesso inoltre - ha precisato il vice sindaco
Giovanni Ferrari, assessore all'urbanistica - il trasferimento delle
strutture ricettive nuove. Quindi anche quelle diventate recentemente
RTA o ampliate, per almeno 10 anni dal completamento dei lavori.
L'istanza inoltre dovrà essere presentata dal proprietario della
struttura, dopo aver sentito il parere del gestore, qualora i due
soggetti siano diversi». Ed ha aggiunto: «Dalle eventuali trasformazioni
e trasferimenti sono escluse le strutture turistico-ricettive 4 stelle».
L'albergo Astoria è gestito da Paolo Tedeschi, presidente
dell'associazione Alberghi e turismo di Finale Ligure e Varigotti,
mentre l'albergo Vecchie Mura è di proprietà della zia di Tedeschi. Ma
Tedeschi non si sbilancia sulla richiesta di svincolo dell'albergo da
lui gestito e per il quale è in scadenza la convenzione: «Sono solo
gestore dell'Astoria e i proprietari hanno diritto di fare le richieste
che ritengono». L'amministrazione comunale ha comunque in parte
riconosciuto l'impossibilità di radicale riqualificazione strutturale di
alberghi come l'Astoria, «ubicato in zona svantaggiata» e privo della
possibilità, anche per mancanza di spazi, di potersi rinnovare e dotarsi
di nuovi servizi. Sulla crisi degli alberghi, Tedeschi invece spiega:
«Oggi, a differenza degli anni 60, mancano gli investimenti, soprattutto
da parte della Regione, nel settore alberghiero. L'ente regionale ha
investito e programmato poco e poco ha fatto anche per migliorare la
viabilità che è il nostro tallone d'Achille».
Diverso il destino dell'ex albergo Riki di Varigotti, oggi fatiscente,
per cui l'amministrazione Richeri ha già proposto nel piano comunale
alberghiero, attualmente all'esame della Regione Liguria, lo svincolo
imponendo però la realizzazione del 30 per cento di edilizia
convenzionata. L'osservazione, presentata dalla società Trident
Immobiliare e respinta dall'amministrazione comunale, era volta alla
richiesta di non realizzazione di edilizia convenzionata. «L'ex hotel
Riki rientra tra le strutture vincolate a destinazione alberghiera - ha
sottolineato Ferrari - Abbiamo però deciso, già col Puc di consentire
per le strutture chiuse da più di 4 anni lo svincolo con una procedura
semplificata. Ed è per questo motivo che abbiamo però previsto il 30 per
cento di edilizia convenzionata che non può in alcun caso essere
depennata». Secondo Mario Trotta, capogruppo di minoranza del Pd, è
indispensabile fare in modo che chi realizza una nuova struttura
alberghiera nelle aree Piaggio non possa speculare sull'eventuale
vendita degli alloggi ricavati al posto dell'albergo.
Silvia Andreetto
IL SECOLO XIX
21/4/2009 «Il turismo sta morendo» La movida ora divide Finale
duro attacco ad amministratori e operatori del settore
Colman fonda "Nuova associazione alberghi". La replica di Tedeschi
«L'economia turistica sta morendo perché mancano gli uomini, sia a
livello politico che operativo, professionalmente preparati e in grado
di sviluppare le potenzialità enormi di un territorio fantastico come il
nostro». È il proclama di Gilberto Colman, per 10 anni direttore
dell'Istituto alberghiero di Finale e Varazze, ex presidente provinciale
di Federalberghi dell'Apt del Finalese e oggi tra i promotori, sempre a
Finale, della nascita di Nuova associazione alberghi.
Colman non vuole fare rivelazioni in merito, ma annuncia che sono già
numerose le attività, non solo alberghiere, pronte ad aderire alla nuova
associazione. Un'esigenza dovuta "ad alcune fratture" createsi
all'interno dell'attuale gruppo e a un diverso metodo organizzativo e
promozionale da portare avanti.
«La nuova associazione avrà programmi e proiezioni diverse, non ci
saranno scontri ma confronti, soprattutto a livello provinciale e
regionale - ha sottolineato - Non è possibile parlare di programmazione
turistica comunale solo con l'associazione albergatori. E' necessario il
coinvolgimento di tutto il comparto economico provinciale e pertanto del
settore industriale, commerciale, artigianale e dei liberi
professionisti. Se muore il turismo non ce ne sarà più per nessuno».
«Un chiaro sentore - ha proseguito - dell'incapacità di gestire
l'economia turistica di una città come Finale, abituata da più di un
secolo a convivere con l'economia industriale della Piaggio è il fatto
che un lungomare splendido come il nostro alle 22 sia già morto. Non è
ammissibile non permettere agli operatori di fare musica, viste le
limitazioni e le polemiche continue, per dare un contentino a chi abita
sul lungomare e che, per stare tranquillo, dovrebbe andare ad abitare
nell'entroterra». Colman appoggia anche l'esigenza di sganciare
Varigotti dal turismo di passaggio, sposata da tempo dall'albergatore
Andrea Oliveri e proposta al consiglio comunale dal capogruppo di
maggioranza Gianni Muraglia.
Quello che manca al turismo, secondo l'animatore del nuovo gruppo, è
anche la professionalità dei dipendenti: «È difficile riuscire a
garantire la doverosa professionalità se non si possono assicurare
almeno 10 mesi di lavoro - ha affermato - Bisogna che chi lavora nel
settore abbia la sicurezza occupazionale. E a oggi l'unico a lavorare
bene per formare personale è l'Ente bilaterale per il turismo. Mi auguro
che chi amministrerà Finale capisca che l'economia turistica è non solo
alberghiera ma che tutti i settori, anche i lavori pubblici, deve
lavorare in simbiosi con quello turistico, per far sì che la promozione
della nostra località sia credibile».
La replica è di Paolo Tedeschi, presidente dell'Associazione alberghi e
turismo: «Voglio solo sottolineare che nell'assemblea generale in cui si
è deciso il bilancio solo Colman ha votato contro e due si sono
astenuti. Sicuramente per come sta andando il turismo in questo momento
non avremmo bisogno di fratture al nostro interno, anche se è giusto che
se qualcuno non si sente rappresentato faccia qualcosa. Ben venga dunque
la nuova associazione che, grazie a persone competenti come Colman,
potrà apportare nuovi stimoli positivi». Anche il sindaco Flaminio
Richeri non condivide la polemica di Colman: «Non è vero che il
lungomare è morto e non si può far musica. C'è un regolamento acustico e
come tale va rispettato. Stiamo comunque ragionando con un gruppo di
giovani per trovare nuove aperture per la movida finalese, anticipandola
alle ore 19.
Silvia Andreetto
IL SECOLO XIX
16/4/2009 «La frana? La fortuna di Varigotti»
il borgo? "vale portofino". Ma si scatena la polemica
Controcorrente uno dei più noti albergatori: sarà la salvezza dal
turismo "mordi e fuggi"
«La chiusura dell'Aurelia a Capo Noli non fa che migliorare la
qualità di vita a Varigotti e a lungo andare si registrerà non solo un
aumento numerico delle presenze turistiche, ma anche una qualità più
alta. Senza il traffico dell'Aurelia si può trasformare quella che è già
una perla in un paradiso turistico». Va controcorrente Andrea Oliveri,
titolare dell'albergo Holiday di via degli Ulivi, a Varigotti, nato e
cresciuto in una famiglia di albergatori e ad oggi, uno dei pochi a aver
ampliato la sua struttura. Insomma, uno che di turismo se ne intende.
«È assurdo che siano il gioielliere ed il farmacista a dichiarare di
soffrire economicamente per la frana di capo Noli - ha aggiunto Oliveri
- La clientela a Varigotti oggi trova una località diversa, simile a
come appare fuori stagione, quando il paese non è reso invivibile da
traffico e code come durante il caos estivo quando il paese è
letteralmente invivibile». Oliveri sostiene che, se momentaneamente si
soffre un po' per la perdita del turismo di passaggio, in prospettiva
futura, invece, chi investirà e migliorerà servizi e strutture potrà
beneficiare di una località turistica che non avrà nulla da invidiare a
Portofino. «Ma Varigotti è meglio di Portofino - ha sottolineato Oliveri
- l'unica differenza tra le due localitàè che Varigotti ha la spiaggia e
Portofino no. Ed il sindaco di Portofino non ha mai chiesto di
realizzare una galleria di collegamento con Camogli. Pertanto quello che
si dovrebbe chiedere è una strada che colleghi Spotorno a Finalpia,
lasciando fuori Varigotti». E Oliveri condanna anche la riapertura a
senso unico alternato che «trasformerebbe il borgo in una seconda
Milano». Il sindaco Flaminio Richeri si dichiara favorevole
all'individuazione di una strada alternativa di scorrimento che permetta
al traffico pesante di bypassare Varigotti, ma il collegamento con Noli
deve essere assicurato. «Non si può trascurare una realtà
pluricentenaria come quella del collegamento sociale e commerciale che è
sempre esistito tra Varigotti e Noli - ha detto il sindaco - Pertanto
deve essere realizzata una strada alternativa con uscita a Varigotti che
colleghi le due località».
Le affermazioni di Oliveri hanno scatenato il dibattito tra gli
operatori che non hanno affatto gradito le esternazioni del collega. «La
chiusura dell'Aurelia ha già fatto registrare un calo del 40 per cento
del fatturato - ha detto Fausto Fereccio, direttore dell'Albergo "Al
Saraceno", l'unico 5 stelle della provincia di Savona - Non sappiamo se
il prossimo anno apriremo tutto l'anno o torneremo all'apertura
stagionale. Abbiamo investito molto a livello di marketing, ma la nuova
chiusura dell'Aurelia ci ha tolto quel turismo di passaggio che è
fondamentale per Varigotti soprattutto nelle basse stagioni». Ed ha
aggiunto: «Varigotti non è Portofino anche perché questa ha fatto un
marketing molto serrato che ha portato personaggi di alto calibro che
hanno fatto conoscere la località». L'albergo "Al Capo" apre solo nelle
fine settimana, dal venerdì alla domenica: «È follia pura pensare che
Varigotti possa vivere senza l'Aurelia che ci assicura il passaggio
primaverile dei turisti. Il settore più in sofferenza è sicuramente
quello commerciale, per non parlare dei disagi che hanno residenti e
pendolari». Ma non tutti si dissociano da Oliveri. Susanna Berra dei
Bagni Liliana apre uno spiraglio: «Sono convinta che Varigotti abbia
altissime potenzialità non sfruttate. Ma purtroppo non ci sono gli
alberghi, gli stabilimenti balneari, le case, i servizi giusti per farla
diventare una località di alta qualità turistica. E la strada è
sicuramente un servizio irrinunciabile». Secondo Daniela Rosso dei Bagni
Marinelli, invece, quanto afferma Oliveri è"assurdo": «Nel 2008, abbiamo
registrato un meno 30 per cento di fatturato - ha detto - contando che
lo scorso anno a giugno la strada è stata riaperta e quest'anno la frana
c'è stata a fine marzo».
16/04/2009
L'ultima frana, a Capo Noli, si è verificata nella notte tra il 28 ed il
29 marzo. Sembrava cosa da poco, la chiusura durerà almeno sino a
giugno. È solo l'ennesimo episodio di una lunga teoria di smottamenti
che da anni interessa la zona.
I geologi lo sanno e lo ripetono da tempo: si tratta di uno zoccolo
friabile appoggiato dentro al mare, pensare di poterlo contenere tutto è
come voler trattenere la sabbia.
Dal punto di vista puramente infrastrutturale, si è detto, tra le
alternative, di un utilizzo dell'ex galleria ferroviaria come by-pass. E
dell'eterna idea di declassare l'Autofiori a strada statale.
IL SECOLO XIX
15/4/2009 Finale: frana di Noli, Oliva interviene sulla
segnaletica
“Negli ultimi vent’anni sono state numerose le frane che hanno
interessato Capo Noli (anche con vittime) che hanno reso difficile la
mobilità dell’intero territorio savonese, oltre ad isolare Varigotti con
danni importanti e difficilmente quantificabili: pare infatti ad esempio
che 200.000 veicoli non abbiano potuto transitare a causa dell’ultima
frana.”
E’ Pietro Oliva, Consigliere regionale del PDL, che interviene
raccogliendo l’appello degli albergatori e dei commercianti della zona
che hanno lanciato una proposta e continua:
“Occorre, data la drammatica ciclicità degli eventi franosi, che anche
Burlando ha compreso, progettare velocemente un percorso alternativo in
galleria che consenta una mobilità automobilistica slegata da eventi
calamitosi.
Ma per ovviare all’immediato subito però occorrerebbe segnalare in
autostrada nel tratto tra Savona e Spotorno come raggiungere Varigotti
con un messaggio chiaro e facilmente comprensibile, ad esempio “CAUSA
FRANA PER VARIGOTTI USCITA A FINALE LIGURE”. Tali indicazioni dovrebbero
proseguire anche nel territorio di Finale Ligure conducendo di fatto il
visitatore a Varigotti.”
“Vista la tipicità del suo territorio in questione, inoltre, si dovrebbe
chiedere ad autostrade che l’indicazione VARIGOTTI sia posta tra quelle
che sono collocate all’uscita di Finale dando al borgo saraceno un
riconoscimento importante. Per questo ho presentato un’interrogazione
affinché la Giunta interceda celermente presso Autostrade Spa al fine di
realizzare quanto richiesto dalla cittadinanza.- conclude l’esponente
del PDL.
SAVONANEWS.IT
14/4/2009 “Varigotti punti al turismo vip”
Gianni Muraglia, capogruppo di maggioranza in Consigli comunale,
interviene sulla polemica in corso a Finale sul futuro di Varigotti
attualmente penalizzata dalla frana di Capo Noli. Durante il Consiglio
comunale di mercoledì Muraglia aveva ipotizzato di trasformare il borgo
saraceno in una sorta di «seconda Portofino», un borgo caratterizzato da
uno splendido isolamento e un turismo di altissima qualità. Un proposta
che l’opposizione aveva fortemente criticato. Muraglia interviene oggi
per sottolineare il valore della sua proposta per la frazione finalese:
«In politica occorre realismo nell’immediato, ma in prospettiva bisogna
avere dei sogni, trasformarli in progetti e cercare di attuarli. Nessun
dubbio sulla massima velocità nella riapertura (nei due sensi)
dell’Aurelia, alla galleria alternativa Noli-Malpasso, e sui maggiori
possibili aiuti, (fiscali e non) a chi sta realmente subendo danni
(penso ai pendolari e a molti commercianti). Le manifestazioni, seppur
utili, mi paiono marginali. Piuttosto serve una seria pubblicità (Promofinale?)
su Varigotti che, almeno per i turisti, è oggi un vero paradiso. Sul
lungo periodo, il sogno è di liberare Varigotti (ma anche Pia e Marina)
dal traffico dell’Aurelia, trasformando l’attuale in litoranea, e sono
certo che in futuro ciò avverrà. Per questo occorre già prepararci ad
aumentare ed evolvere la nostra offerta turistica verso la massima
qualità, di cui Varigotti è assolutamente degna. Non mi aspetto
lungimiranza dal PD, ch
e in passato propose una superstrada sull’ex ferrovia di Varigotti e un
silos sul lungomare di Marina: evidentemente il target a cui si rivolge
è l’automobilista “mordi e fuggi”. Immagino quindi che al posto di
alberghi e bar pensi a motel ed Autogrill».
LA STAMPA
13/4/2009 Andora, salvato surfista 20 ore aggrappato alla tavola
Professore di educazione fisica di Colonia, Stephan H., 37 anni,
tedesco, può dirsi un miracolato. Per quasi 20 ore è rimasto a
cavalcioni della sua tavola da windsurf, spinto dalle onde e dalla
corrente per decine e decine di chilometri. Ha rischiato grosso, ma è
sopravvissuto dopo aver trascorso una notte in mezzo al mare davanti
alle coste savonesi. Dato per disperso il pomeriggio di Pasqua, è stato
ritrovato da un diportista torinese che era uscito con la sua pilotina
per una battuta di pesca davanti al porticciolo di Andora. Il turista,
in viaggio di nozze in Italia con la moglie, il giorno di Pasqua aveva
deciso di prendere il largo davanti a Capo Noli.
Vento ottimo, ma corrente forte, non certo ideale per chi non è pratico
del posto. Per tutta la giornata di ieri il mare è stato spazzato da
forti raffiche di grecale, che rendevano difficile la navigazione anche
per i velisti esperti. È successo tutto all’improvviso: Stephan H. è
caduto in mare dopo una forte raffica di vento, si è aggrappato alla
tavola e non è più riuscito a tornare a riva. Preoccupati la moglie e
gli amici che si trovavano con lui hanno dato l’allarme. Nell’emergenza
sono stati mobilitati i vigili del fuoco, la Capitaneria di Porto, i
sommozzatori e un elicottero. Avvisate anche le navi mercantili in
transito sulla rotta Genova-Barcellona.
I soccorritori lo hanno cercato sino al tramonto. Quindi le
perlustrazioni sono riprese stamane. Alle 9 di questa mattina il
surfista ha incrociato la pilotina del diportista torinese al largo di
Andora. Per il professore di Colonia l’odissea era finita. Accompagnato
al porticciolo è stato preso in cura dai medici del 118 quindi
trasferito all’ospedale. I medici lo hanno trovato molto affaticato, ma
le sue condizioni non destano comunque gravi preoccupazioni.
IL SECOLO XIX
13/4/2009 Capo Noli, riprese le ricerche del surfista
Allarme ieri sera davanti allo specchio acqueo di Capo Noli per un
surfista in difficoltà. Nelle ricerche sono state mobilitate le
motovedette della Capitaneria di Porto partite da Savona, quindi una
motobarca dei vigili del fuoco e un loro elicottero arrivato da Genova
che dall’inizio dell’emergenza ha sorvolato la zona.
IL SECOLO XIX
12/4/2009 Frazione fantasma durante la settimana
Il turismo delle seconde case dà una boccata di ossigeno alla
Pasqua di passione per Varigotti, alle prese coi problemi causati dalla
frana di Capo Noli. Gli incassi delle attività commerciali si sono
praticamente dimezzati rispetto all’anno scorso dal lunedì al venerdì.
Nella prima parte del ponte pasquale, però, gli operatori economici
hanno registrato un inversione di tendenza e il calo delle vendite si è
aggirato tra il quindici e il venti per cento. Questa flessione è
determinata dalla chiusura della via Aurelia, ma anche dalla crisi
economica generale, che fa sentire i suoi effetti in una delle zone più
famose della Liguria. «Nelle vacanze e nei week-end, gli habitué vengono
lo stesso, nonostante la chiusura della strada. Il dramma è dal lunedì
al venerdì, quando manca il traffico locale. Migliaia di persone usavano
quotidianamente la strada litoranea per muoversi da Savona a Imperia.
Quattro chilometri si percorrono in cinque minuti, mentre per compiere
tutto il giro ne occorrono quaranta. È dispendioso in termini di tempi e
costi», sottolinea Fabrizio Fornasiero, presidente dell’associazione
Varigotti Insieme. «Abbiamo avuto troppo poco tempo per organizzarci in
vista delle vacanze pasquali, ma siamo in contatto coi Garosci di Pia
per movimentare i giorni feriali a Varigotti e Finalpia, le due zone più
colpite dal blocco della circolazione. Nelle prossime settimane,
inventeremo iniziative per incentivare il transito dal lunedì al
venerdì. Ci vuole la voglia di lavorare insieme, anche se in Liguria
mettere insieme le persone intorno ad un progetto è più difficile che in
altre realtà. Dobbiamo smettere di piangerci addosso e rimboccarci le
maniche. Bagni marini, commercianti e albergatori devono tirare fuori le
loro capacità per creare un pacchetto capace di attrarre la gente», è
l’invito di Fornasiero alle categorie.
«Il problema non è durante le feste, perché i villeggianti che hanno la
casa vengono e si fermano, soprattutto nei giorni di punta. Il disagi
sono legati alla scomparsa del passaggio quotidiano», conferma il
farmacista Franco Di Pilato. L’interruzione del traffico tra Finale
Ligure e Noli causa anche problemi di carattere pratico. «Negli ultimi
giorni ho avuto grossi difficoltà a rifornirmi di medicinali da Savona e
dal basso Piemonte. L’autostrada è spesso intasata e così i
trasportatori devono attraversare le Manie, con ritardi inevitabili.
Molte volte si tratta di farmaci urgenti e i pazienti passano più volte
a chiedere se sono arrivati, ma purtroppo le attese sfiorano le due
ore», racconta il titolare della farmacia. Il crollo delle entrate sta
interessando anche numerosi esercenti della zona a levante di Finale. A
pagare le conseguenze più salate è il distributore di carburante sulla
via Aurelia a Finalpia in direzione Savona. «Sembra che le due frane
consecutive siano riuscite a dare la sveglia alle autorità competenti,
visto e considerato che tra un anno si vota per le elezioni regionali e
nessuno vuole perdere consensi», analizza con disincanto Franco Di
Pilato.
LA STAMPA
11/4/2009 Meno tasse comunali e più manifestazioni per salvare
Varigotti
Riduzione delle tasse comunali per Varigotti, concentrazione delle
manifestazioni nel borgo marinaro, promozione turistica e organizzazione
di un servizio navetta verso la frazione ai piedi di capo Noli. È la
ricetta proposta dal Partito democratico al sindaco Flaminio Richeri per
affrontare la crisi causata dalla frana sulla via Aurelia. «L’idea di
trasformare il borgo saraceno in una seconda Portofino è priva di senso,
perché non ci sono le stesse condizioni. La collocazione geografica ne
fa un luogo forzatamente di passaggio e su questo aspetto oggettivo
fanno conto le categorie economiche. Poi Varigotti è già
sufficientemente tranquilla e non è necessario isolarla ulteriormente,
mentre è fondamentale migliorarne la qualità di vita sia per i pochi
residenti che la amano profondamente sia per i turisti storici che
l’hanno scelta come buon retiro», afferma Mario Coletti, coordinatore
finalese del Pd. «Gli interventi urgenti devono essere l’abbattimento
dei tributi locali per il 2009, la concentrazione delle iniziative
turistiche cittadine a Varigotti, con massiccia promozione in Italia e
all’estero, e l’istituzione di un servizio navetta turistico con il
trenino», aggiunge il rappresentante dei democratici. «Il Comune deve
difendere la comunità varigottina e risarcire economicamente tutti i
lavoratori colpiti dal nuovo disagio, chiedendo i danni ad una Regione
che, mentre concede 300 mila metri cubi di cemento per i progetti
privati di Piaggio e Ghigliazza, fallisce la messa in sicurezza
dell’area», tuona Matteo Piccardi, candidato sindaco per il Partito
comunista dei lavoratori. E auspica: «È opportuno che gli uffici tecnici
di Noli e Finale collaborino con la Regione nella progettazione della
galleria a monte della strada litoranea».
A.F.
LA STAMPA
10/04/2009 Il comune di Finale dà gli otto giorni a Regione e
Provincia
a Varigotti affluenza record al consiglio comunale aperto
Il sindaco: attendiamo fatti concreti. Ma c'è chi chiede già un
risarcimento per i mancati interventi dello scorso anno
Sono stati numerosi gli abitanti di Varigotti che mercoledì sera, nel
centro civico Fontana, sono intervenuti al consiglio comunale aperto
dalla relazione del sindaco Flaminio Richeri sulla frana di Capo Noli.
Se da un lato è stata espressa soddisfazione per la promessa (per ora
verbale) fatta martedì sul luogo della frana dal presidente della
Regione Claudio Burlando di dare immediato incarico per la progettazione
di soluzione definitiva al problema, dall'altra sono state numerose le
polemiche.
«Il lato positivo - ha detto Richeri - è che finalmente chi di dovere si
è deciso a fare qualcosa di concreto». Il sindaco ha chiesto
l'attivazione del pedaggio autostradale gratuito per il tratto compreso
tra Finale Ligure, Orco Feglino e Savona prima della fine del mese,
quando la pratica sarà approvata dal consiglio regionale.
L'amministrazione ha inoltre chiesto che, per evitare code, da fine
giugno, la domenica quando sarà istituito il senso unico alternato, sia
prevista solo la direttrice verso Savona dalle 15 alle 22.
Il consiglio ha inoltre rimandato alla prossima seduta (20 aprile)
l'approvazione dell'ordine del giorno in cui si impegnava in primis la
Regione a progettare un'alternativa all'Aurelia. In attesa di vedere se
le promesse vengono ufficializzate.
«Ne avevamo fatto un altro simile lo scorso anno - ha detto Gloria Bardi
di Un'Altra Finale - Ma se nel frattempo non è stato fatto nulla sarebbe
indispensabile chiedere regimi risarcitori agli enti inadempienti».
Dello stesso avviso il consigliere di maggioranza Gino Bottino che ha
dichiarato: «Se lo scorso anno avessero fatto un monitoraggio su tutta
la zona si sarebbero accorti, si vedeva a occhio nudo, che ci sarebbe
stata una nuova frana a breve». Ha fatto discutere l'intervento del
capogruppo di maggioranza Giovanni Muraglia sulla necessità di
svincolare il turismo di Varigotti dal passaggio delle auto.
S. An.
IL SECOLO XIX
9/4/2009 Alberghi chiusi ed in alcuni casi fatiscenti sui
lungomare più importanti della nostra Riviera.
Il caso più emblematico è quello dell'ex albergo Lido di Borgio Verezzi.
L'immobile, chiuso da più di un decennio, posizionato sulla passeggiata
a mare, anch'essa bisognosa di interventi di riqualificazione, è in
evidente decadenza. La società C.P.S. Co. srl di Torino, che alcuni anni
fa ha acquistato l'immobile, ha dovuto incassare un secco "no" dalla
Regione Liguria al progetto di convertire l'ex hotel Lido in Residenza
Turistico Alberghiera, in contrasto con la legge regionale Ruggeri.
«Purtroppo non possiamo fare nulla per cambiare le sorti della pratica
perché la legge regionale di salvaguardia delle strutture alberghiere
parla chiaro e non considerando la RTA alla stessa stregua dell'albergo
tradizionale», ha detto il sindaco Giancarlo Vadora. A dire il primo no
al progetto di riqualificazione della struttura, presentato dalla
società Ciel e Mar srl di Asti, era stata proprio l'amministrazione
Vadora, in quanto non venivano previsti il mantenimento della
destinazione alberghiera, la realizzazione della galleria commerciale e
la riqualificazione di un tratto di passeggiata a mare.
A Finale, l'omonimo ex hotel Lido, di proprietà della società San Nicolò
spa, affacciato sul lungomare di Pia, è stato ristrutturato da tempo, ma
a tener chiusa l'attivitàè un ricorso al Tar presentato dalla proprietà
di fronte al rifiuto del Comune di condono per trasformarlo da RTA in
seconde case. Pronto per essere ristrutturato è invece l'ex hotel
Miramare, in via San Pietro, a Finalmarina. «Sono stati motivi
famigliari a ritardare un intervento che in realtà avrebbe potuto
partire a gennaio - ha detto la proprietaria Maria Pia Bogazzi - Entro
una ventina di giorni decidere quando partire con i lavori per cui
abbiamo già individuato la ditta esecutrice».
Ma la situazione peggiore è quella dell'ex hotel Ricky a Varigotti,
chiuso da più di 30 anni, per cui l'amministrazione ha previsto nel
piano alberghiero comunale, al vaglio della Regione, lo svincolo.
«Abbiamo voluto adeguarci alla legge Ruggeri per dare così una sferzata
al settore, in modo che si definiscano le situazioni rimaste ferme - ha
detto Giovanni Ferrari, assessore all'urbanistica - Per il Ricky,
bloccato da questioni di eredità, si è previsto lo svincolo con la
destinazione del 30 per cento degli alloggi all'edilizia convenzionata
per dare una risposta alla prima casa. Stesso discorso per l'Orizzonte
in via Torino». Nel piano in questione è anche prevista la demolizione e
ricostruzione in appartamenti dell'ex albergo Al Molo, a Pia.
A Pietra, sul lungomare c'è l'ex albergo Royal, chiuso ed abbandonato da
tre anni, così come l'ex albergo Nazionale. «Abbiamo adottato una
delibera, prevenendo la legge Ruggeri, in cui si stabiliva che gli
alberghi importanti dovevano mantenere la destinazione alberghiera
mentre gli altri potevano anche trasformarsi. Il Royal e il Nazionale
devono restare alberghi - ha detto il sindaco Luigi De Vincenzi - Stiamo
mettendo a punto incentivi per riqualificare le strutture in questione,
come l'ampliamento della volumetria».
A difendere a spada tratta la categoria è il presidente
dell'associazione albergatori finalese, Paolo Tedeschi: «La legge
Ruggeri non ha fatto altro che dare la mazzata finale ad un settore già
i forte sofferenza che, in Italia, è penalizzato sia dal punto di vista
fiscale che energetico ma anche degli ammortizzatori sociali non
previsti».
Silvia Andreetto
IL SECOLO XIX
8/4/2009 Richeri scrive alle Poste «Non toccate Varigotti»
IERI mattina il sindaco Flaminio Richeri ha scritto al direttore
provinciale delle Poste Giuseppe Gelsomino e al prefetto Nicoletta
Frediani, chiedendo che sia rivista la decisione assunta dalla
direttrice dell'ufficio postale di Finale di ridurre le giornate di
apertura dell'ufficio di Varigotti. Il servizio rimarrebbe chiuso il
lunedì, mercoledì e venerdì, a causa della chiusura al traffico
dell'Aurelia a Capo Noli.
«In considerazione del fatto che Poste Italiane gestisce un servizio di
enorme interesse pubblico desidero segnalarle la mia più viva
contrarietà per questa decisione - ha scritto Richeri, subito dopo aver
avuto l'incontro con la direttrice - In un momento di profonda
preoccupazione e difficoltà per il tessuto civile ed economico della
frazione Varigotti, che si vede per la seconda volta in pochi mesi
pesantemente danneggiata da un evento calamitoso, la chiusura nelle
giornate di lunedì, mercoledì e venerdì dell'ufficio postale dà un
segnale negativo pesantissimo sia ai residenti sia all'immagine
turistica del borgo marinaro».
Il sindaco ha chiesto di riconsiderare la decisione e di evitare la
drastica riduzione dell'orario di apertura del servizio, mantenendo la
continuità e "così contribuendo al senso di solidarietà e condivisione"
che tutti gli enti stanno mettendo in campo per aiutare i cittadini a
sopportare questo ennesimo momento di difficoltà.
IL SECOLO XIX
7/4/2009 NUOVO ORARIO UFFICIO POSTALE DI VARIGOTTI


7/4/2009 Frana, nuova galleria sull’Aurelia: A10 gratis dal 1
maggio
Il progetto di un nuovo tracciato dell’Aurelia che tagli completamente
tutta la parete rocciosa di Capo Noli, risolvendo una volta per tutte il
problema viabilità nel tratto colpito dall’ennesimo evento franoso. E’
la proposta lanciata dal presidente della Regione Liguria Claudio
Burlando che sta visitando le località tra Varigotti e Noli per
accertarsi di persona della situazione.
Lo studio del progetto, finanziato dalla Regione tramite Filse, potrebbe
essere pronto in cinque mesi, il tempo necessario affinchè il tratto di
Aurelia in questione torni sotto la gestione dell’Anas. I costi
sarebbero leggermente superiori rispetto ad una galleria che utilizzi i
vecchi binari ferroviari, tuttavia il progetto viabilità ex novo è la
soluzione preferita dai Comuni interessati e dalle stesse associazioni
di categoria locali. La nuova galleria sarebbe lunga circa un
chilometro, con imbocchi non troppi vicini ai centri abitati,
soprattutto sul versante nolese. Considerata l’adattabilità della roccia
a questo tipo di intervento, le operazioni di scavo verrebbero condotte
con metodi tradizionali.
Dal primo maggio è stato comunicato che l’Autofiori tornerà gratuita nel
tratto Finale Ligure-Spotorno, secondo le stesse modalità dello scorso
anno. Il provvedimento dovrebbe essere approvato nella seduta del
consiglio regionale del 28 aprile prossimo, giorno in cui la Giunta
porterà all’assemblea regionale la proposta della nuova galleria sulla
via Aurelia.
Al sopralluogo con il governatore ligure sono presenti il prefetto di
Savona Nicoletta Frediani, i sindaci di Finale Ligure, Noli, Orco
Feglino e Vezzi Portio, oltre alla responsabile Anas Carla Roncallo. Al
sopralluogo hanno preso parte anche gli Ing. Giorgetti per Anas e Massa
per Autofiori. Proprio l’Anas avrebbe un ruolo di collaborazione diretta
nella realizzazione del progetto allo studio della Regione Liguria.
Nell’incontro con il presidente della Regione Liguria il sindaco di
Finale Ligure, Flaminio Richeri, ha chiesto che vengano accelerati i
lavori di messa in sicurezza della parete rocciosa per riaprire il
tratto di Aurelia a senso unico alternato prima del mese di giugno.
Inoltre, per il primo cittadino finalese sarebbe necessario che la
domenica pomeriggio la viabilità nel tratto di Aurelia fosse
percorribile solo da Finale verso Noli, in modo da alleggerire il
traffico dei rientri sull’A10.
IVG.IT

7/4/2009 Sopralluogo frana: Striscia la Notizia intervista
Burlando
Anche una troupe di Striscia la Notizia era presente oggi al sopralluogo
del presidente della Regione Liguria Claudio Burlando nelle località di
Noli e Varigotti interessate dalla frana che ha bloccato ancora una
volta la viabilità nel tratto di Aurelia. Il campione finalese di bike
trial, Vittorio Brumotti, ha intervistato il presidente ligure.
IVG.IT
6/4/2009 Frana a Capo Noli: domani sopralluogo di Burlando
Mentre proseguono i lavori per la messa in sicurezza della parete
interessata dai distacchi di roccia lungo l’Aurelia interrotta, la
strada litoranea potrebbe diventare territorio di conquista da parte di
ciclisti ed escursionisti interessati alla cornice naturalistica tra
Malpasso e Capo Noli. La Provincia dovrebbe infatti autorizzare
passeggiate turistiche e manifestazioni che saranno organizzate dal
Comune di Finale Ligure e dalle associazioni di Varigotti e del rione
Pia per far meglio apprezzare il tratto costiero.
La riapertura dell’Aurelia, a senso unico alternato, ma con divieto per
i mezzi pesanti tranne i bus, è prevista per giugno. Domani, martedì 7
giugno, a Capo Noli è previsto l’arrivo del presidente della Regione,
Claudio Burlando, per un sopralluogo che potrebbe essere cruciale
soprattutto per il via libera al transito gratuito autostradale fra i
caselli di Finale e Spotorno, in entrambe le direzioni, necessario (come
nel caso dell’evento franoso dello scorso anno) per sollevare i
pendolari dal gravame del pedaggio. La speranza è che si tratti di un
provvedimento che arrivi in tempo anche per favore il turismo di Pasqua.
IVG.IT

5/4/2009 Spiagge libere, Finale e Albenga le virtuose
Solo i due comuni rivieraschi raggiungono il tetto del 40 per cento
fissato dalla legge regionale
AD UN ANNO dall'approvazione della legge Morelli-Vasconi (luglio 2008)
che prevede che i comuni della regione abbiano almeno il 40 per cento di
spiagge libere e libere attrezzate, i comuni virtuosi del savonese si
contano sulle dita di una mano.
A livello provinciale occupano solo il 16 per cento del litorale. Tra i
singoli comuni solo Albenga con il 47,096 % e Finale Ligure con il
40,551% di spiagge libere sono nella norma contro comuni come quello di
Alassio o Albissola Marina che si attestano rispettivamente al 17,65 % e
il 17,718 %, Albissola Superiore al 30,404 %, Andora al 29,173 %,
Bergeggi 30,78%, Borgio Verezzi 27,432% e Finale Ligure 19,551%. Per
Savona le are balneabili sotto giurisdizione dell'Autorità Portuale sono
sotto il livello del 40%. In questi mesi si fanno i primi bilanci. La
nuova legge prevede che i comuni che entro il prossimo luglio non
abbiano raggiunto la percentuale del 40% non possano rilasciare nuove
concessioni per stabilimenti balneari né permettere interventi sulle
aree degli stabilimenti balneari che vadano oltre l'ordinaria
manutenzione. Il rilascio e rinnovo delle concessioni demaniali sono
subordinate anche al Proud (Progetto di Utilizzo del Demanio Marittimo)
che ogni Comune deve redigere, nel caso del litorale savonese sarà
l'Autorità Portuale, come strumento di pianificazione e gestione che
permette di controllare eventuali realizzazioni di opere in cemento
armato sul litorale marittimo non autorizzate. «I Proud dei comuni sono
all'esame della Regione - dice Carlo Vasconi consigliere regionale dei
Verdi - ma l'importanza di questa legge sta nel fatto che le spiagge
libere devono essere salvaguardate e non possono essere ridotte. E'
opinione comune che quello delle spiagge libere sia una forma di turismo
povero ma crea un indotto ed è giusto che ci sia possibilità di scelta».
e.r.
IL SECOLO XIX
4/4/2009 Frana su Aurelia,mercoledì consiglio comunale ad hoc
Il caso della frana che da una settimana ormai interrompe la
circolazione sull'Aurelia tra Finale Ligure e Spotorno sarà il tema
centrale del consiglio comunale convocato per mercoledì alle 21 nelle ex
scuole di Varigotti.
La situazione, in vista anche delle prossime festività pasquali, sta
creando notevoli disagi soprattutto per gli operatori turistici e
commerciali considerando che l'Aurelia resterà chiusa al traffico almeno
sino a giugno per poi essere solo praticabile a senso unico alternato.
Gli albergatori hanno già invocato la richiesta di stato di calamità
attraverso la Provincia e la Prefettura.
SAVONANEWS
4/4/2009
L'Aurelia resterà chiusa fino alla fine di giugno. Sarà riaperta, a
senso unico alternato, sino a fine ottobre. E' quanto è emerso dalla
riunione che si è tenuta ieri mattina in Prefettura. Una notizia che,
soprattutto i due sindaci di Finale Ligure e di Noli, Flaminio Richeri e
Ambrogio Repetto, non avrebbero voluto sentire, anche se un po' se
l'aspettavano.
Ma per risolvere una volta per tutte il problema, è stato ribadito, è
indispensabile giungere alla costruzione di una galleria.
E così Pasqua per le due località rivierasche arriva sotto auspici non
certo favorevoli. E con essi le inevitabili conseguenze negative che si
ripercuoteranno su un'economia turistica già in crisi. Inevitabili le
code e i rallentamenti che si andranno a registrare nei fine settimana e
nei periodi di alta stagione.
Un milione e 600 mila euro è il costo complessivo preventivato per la
messa in sicurezza della parte franata, che si trova a circa 500 metri
dalla zona del dissesto dello scorso anno. Già nei prossimi giorni verrà
riattivato il tavolo per la riapertura della convenzione dello scorso
anno, siglata con la società Autostrade Spa, per rendere gratuito il
passaggio tra Finale o Orco Feglino e Spotorno per chi è diretto a
Savona o ne proviene. È stato dato mandato di realizzare una segnaletica
evidente e chiara che faccia capire in maniera indiscutibile che la
strada è aperta fino a Varigotti e fino a Noli compresi, per evitare
che, come oggi accade, chi arriva da Finale o da Spotorno, faccia
retromarcia per non andare a incappare nella strada interrotta.
La Provincia di Savona si è impegnata a realizzare un intervento
immediato per la manutenzione urgente della strada per le Manie, in
certi tratti pericolosa, soprattutto per i mezzi pesanti che vi
transitano. Una richiesta che, già nei giorni scorsi, aveva avanzato il
sindaco di Vezzi Portio, Alessandro Revello. «Abbiamo intanto riattivato
l'ordinanza, già fatta lo scorso anno, per consentire il traffico
ciclo-pedonale fino all'area limitrofa alla frana - ha detto il sindaco
di Finale Flaminio Richeri - Ma nell'incontro è emerso anche un dato
positivo. L'Anas, che entro fine anno diventerà di nuovo proprietaria
dell'Aurelia, si è impegnata a prendere in mano la regia per la
progettazione della strada alternativa a Capo Noli. Ufficializzerò
queste comunicazioni nel consiglio comunale convocato a Varigotti l'8
aprile».
Una necessità prioritaria, avanzata con insistenza sia dai sindaci sia
dalle associazioni di categoria del finalese che non possono continuare
a far dipendere la propria attività dalla casualità, ormai troppo
frequente delle frane sul promontorio di capo Noli.
«Apprendiamo con favore che il presidente della Regione Claudio Burlando
intervenga straordinariamente di persona per controllare la frana venuta
a Noli - hanno detto Angelo Vaccarezza, sindaco di Loano e il senatore
Franco Orsi - ma mettiamo in luce il suo tardivo intervento, visto che
non è stato altrettanto presente in occasione delle frane verificatesi
negli anni scorsi».
Il sindaco di Spotorno, Bruno Marengo, ha inviato una lettera al
Commissario prefettizio della Provincia, chiedendo d'intervenire sulla
Società Autofiori, sull'Anas e sulla Regione affinché, come accaduto per
la frana dello scorso anno, sia evitato il pagamento di pedaggio agli
utenti per la tratta ricompresa tra il casello di Finale Ligure e di
Spotorno.
Silvia Andreetto
IL SECOLO XIX
4/4/2009 Frana a Capo Noli: l’analisi del geologo Filippi
Si parla comunemente di movimento franoso, ma per un geologo
l’espressione non è proprio calzante: quello che è accaduto a Capo Noli,
per il secondo anno consecutivo, è per la precisione un “ribaltamento di
singoli massi disancorati”. La distinzione terminologica poco conta per
i commercianti del levante finalese, per gli automobilisti costretti a
bypassare la frana utilizzando l’autostrada o per quelli che scorrendo
sulla litoranea rischiavano di essere travolti da un masso, ma
l’approccio corretto al fenomeno potrebbe fare la differenza.
Lo spiega Giampietro Filippi, professionista di lungo corso
specializzato in geotecnica, che spiega la genesi della parete lungo
l’Aurelia, “Gli ammassi rocciosi che formano la zona di Capo Noli e
Malpasso, come peraltro quelle di Torre del Mare o della Caprazoppa,
hanno ben precise caratteristiche chimico-fisiche e mineralogiche,
risalgono a condizioni paleogeografiche instauratesi sul pianeta tra i
250 e i 150 milioni di anni fa ed hanno subito, come un’infinità di
altri ammassi nel corso dell’orogenesi alpina in milioni di anni una
serie di violenti stress. Gli effetti cioè di quel grandioso fenomeno
che, nella migrazione della zolla africana verso quella euroasiatica, ha
coinvolto miliardi di sedimenti dell’antico oceano, ha ridotto
quest’ultimo all’attuale Mediterraneo, ha prodotto la formazione delle
Alpi e di altre catene”.
Gli ammassi quindi, derivati da migliaia di metri di sedimenti marini,
sono stati compressi, sollevati, deformati, contorti, rovesciati,
costretti a scorrere gli uni sugli altri, spostati di decine di
chilometri rispetto alla loro posizione iniziale, per cui, mentre le
loro parti più plastiche si sono essenzialmente deformate, quelle rigide
si sono intensamente fratturate. “Successivamente, soprattutto nel corso
degli ultimi 5-6 milioni di anni - prosegue Filippi - le masse già
definitivamente emerse hanno subito ancora altri fenomeni che le hanno
ulteriormente indebolite: per primo l’assalto del mare a diversi
livelli, con formazione delle falesie, con l’induzione di fenomeni di
fessurazione in grande per aver portato le masse a condizioni di
verticalità; valgano per tutti due esempi: poco oltre il ciglio della
grande falesia che affianca l’Aurelia all’altezza del viadotto del
Malpasso, a partire dalla zona dell’osservatorio fino a circa la
galleria del Malpasso, è presente una frattura aperta di diversi
centimetri, che corre più o meno parallela al ciglio e separa
verticalmente la parte esterna della parete dalla zona retrostante; la
stessa condizione è quella della zona della Caprazoppa”.
E ci si è messo anche il fenomeno carsico, per cui acque acidulate hanno
sciolto la roccia, hanno creato inghiottitoi, grotte, cunicoli, hanno
ulteriormente sconnesso, in grande ed in piccolo, la già precaria
omogeneità strutturale delle varie masse rocciose. Infine gli stress
termici, i fenomeni di dilatazione e contrazione per la variazione
dell’insolazione, hanno ulteriormente disarticolato la roccia,
soprattutto nei livelli più superficiali. “In queste condizioni è
necessario affrontare il problema con molta serietà e con grande
consapevolezza dello stato degli ammassi rocciosi - osserva Filippi -
gli interventi di superficie, seppur doverosi, non riusciranno mai a
risolverlo; è talmente vario, articolato e diffuso tanto in superficie
quanto in profondità, che, o si riveste tutta la montagna, partendo
dalla zona dell’Hotel Capo Noli e, quanto meno, sino alla Baia dei
Saraceni, oppure, se, anche per problemi economici, si procede a
settori, cercando le zone che dall’esterno appaiono più sconnesse, ne
resterà sempre almeno un’altra che, senza preavviso, potrà rilasciare
frammenti rocciosi”.
La soluzione strutturale al problema che oggi si propone è quella di una
galleria che sfrutti l’ex tracciato ferroviario. “Personalmente non sono
molto d’accordo - è l’opinione di Filippi - Infatti, a parte la
oggettiva difficoltà degli innesti sulla Via Aurelia, a levante ed a
ponente della zona pericolosa, teniamo presente che la linea
Genova-Ventimiglia risale a circa 150 anni fa e che la sezione della
galleria dovrebbe essere quanto meno raddoppiata. Di conseguenza si
opererebbe in un contesto che attraversa ammassi rocciosi nella
condizione che ho appena descritto, interviene su un’opera dove, tra
rivestimento e volta e pareti, per 150 anni ci sono state condizioni
ottimali per fenomeni di ulteriore alterazione delle condizioni della
roccia, dove le venute d’acqua si sono accentuate, dove quindi lo stato
complessivo è di precarietà”.
A giudizio di Filippi, pur in altri contesti geologici, ma per gli
stessi motivi di fondo, le gallerie ferroviarie, abbandonate o no, hanno
indicato una situazione di debolezza. Spiega così: “La galleria che
attraversa Capo Vado, quella poco oltre il complesso della ‘Fiorita’ tra
Varigotti e Finale, la galleria di Capo Cervo, tutte e tre deformate o
franate. E ci si ricordi che la nuova galleria ferroviaria di M. Mao ha
richiesto un avanzamento con le tecniche del congelamento, la nuova
galleria tra Spotorno e Finale ha completamente drenato l’altopiano
delle Manie ed ha intercettato falde carsiche sottraendole al loro
naturale percorso”.
Secondo il geologo, la soluzione potrebbe essere una galleria paramassi
esterna, perché di più facile realizzazione e di costi inferiori
rispetto ad una galleria allargata o del tutto nuova. “Oggi esistono
tecniche estremamente valide per realizzarla in termini assolutamente
non impattanti, con il rispetto delle peculiarità ambientali e
paesaggistiche. Ma, certo, anche in questa ipotesi, vanno effettuate
tutte le necessarie verifiche” conclude Giampietro Filippi.
IVG.IT
4/4/2009 «con un raddoppio così e la crisi che avanza non c'è da
stare allegri»
la reazione di massimo attolini, bagni boncardo
dal nostro inviato
Quando il canone demaniale passa da 25 mila a 50 mila euro l'anno, hai
voglia di parlare di inflazione programmata, di strategie di impresa, di
programmazione. Una botta del genere rischia di far saltare tutti i
conti. Perché qui non si parla di un incremento, seppur consistente, ma
di un raddoppio bello e buono.
«Il tutto - spiega Massimo Attolini, titolare dei Bagni Boncardo - in
una situazione economica incerta, dove la crisi c'è e si fa sentire.
Magari, per ora, non è gravissima come viene descritta. Ma sicuramente
non c'è da stare allegri. Anche perché lo scorso anno aveva già dato dei
segni di qualche preoccupazione».
Così capita che questo grosso stabilimento, 300 cabine, diventi
emblematico di una situazione generalizzata che può mettere in
difficoltà i gestori delle strutture della Riviera. Sono decine i bagni
che si trovano in questa situazione, in tutta la provincia. Con
strutture in muratura che hanno fatto scattare gli aumenti. E che si
trovano di fronte a un aut-aut: o aumentare i prezzi e le tariffe,
rischiando di andare fuori mercato, o travarsi i conti in affanno.
«Anche perché - spiega Attolini - ormai la stagione si è davvero
ridotta. Il momento clou è ristretto tra il 10 e il 20 agosto, mentre un
tempo era molto più ampio».
Certo, regge il turismo più stanziale. Quei visitatori che decidono
comunque di trascorrere le loro vacanze in Liguria e puntano
ostinatamente verso una delle regioni più belle del mondo.
Ma la crisi che incombe si nota anche da segnali solo apparentemente più
piccoli. «Ad esempio già dalla scorsa estate si è riscontrato un calo
dei visitatori domenicali, quelli che arrivano in moto. È un turismo
mordi e fuggi ma anche quello fa la sua parte».
Eppure è proprio quello che dà un segno negativo, perché i segni della
crisi si fanno sentire proprio nelle fasce sociali che già erano
abituate a viaggiare al risparmio e che ora devono contrarre
ulteriormente le loro esigenze. Di aumenti, per ora, non se ne parla:
«Non possiamo far pagare ai clienti le esitazioni della politica -
insiste Attolini - e le tariffe resteranno invariate. La moratoria è
saltata? Il vero problema è che da anni questo problema è sul tappeto e
gli incrementi non sono cosa di ieri. Ma nonostante tanti discorsi, devo
constatare che una soluzione non è ancora stata trovata nonostante il
tempo trascorso. E questa non è una garanzia di serenità per tutta la
categoria».
La doppia sfida (prima la Pasqua. poi il debutto della stagione estiva)
attende gli operatori turistici. E in più, si aggiunge anche la
tradizionale fragilità delle infrastrutture: «La chiusura dell'Aurelia a
Capo Noli rischia di rappresentare un'ulteriore penalizzazione per
Finale, con i visitatori costretti a usare giocoforza l'autostrada con
un casello, a sua volta, in fase di ristrutturazione».
m. men.
IL SECOLO XIX
3/4/2009 Capo Noli, timori fondati: si riaprirà solo a giugno
I timori della vigilia erano fondati; l’Aurelia a Capo Noli riaprirà
solo a giugno a conclusione, si spera, definitiva dei lavori per la
messa in sicurezza del costone roccioso che ha provato l’ultima frana
nel tratto tortuoso e tra i più spettacolari (e vulnerabili)
dell’Aurelia.
La riapertura sarà peraltro solo a senso unico alternato che porterà
quasi a ...Natale ovvero a novembre.
La delicatezza della situazione è stata confermata dalla riunione
svoltasi in Prefettura con la partecipazione degli amministratori dei
comuni interessati, della Società Autostrade, Anas.
Chi pensava a uno stop breve è rimasto deluso.
Del resto il crac del costone roccioso è vicino (circa 300 metri)a
quello che lo scorso anno provocò 4 mesi di stop.
L’Aurelia da statale era passata a provinciale e tornerà nel fare e
disfare della politica italiana nuovamente alla gestione nazionale. Che
dovrà definire un piano di intervento definitivo.
Tra l’altro gli operatori turistici e no, di Varigotti hanno ribadito la
volontà di chiedere i danni e lo stato di calamità per le conseguenze
dello stop al traffico sul loro borgo: difficile o sin troppo facile da
immagine cosa accadrà questa estate con il senso uncio alternato nei
fine settimana e nelle ore di punta.
IL SECOLO XIX

3/4/2009 Nel ventre della galleria che può salvare l'Aurelia
il reportage / dopo la frana
Viaggio dentro l'ex tunnel dei treni che passa sotto Capo Noli
dal nostro inviato marco menduni
CAPO NOLI. La temperatura cala bruscamente di almeno quattro-cinque
gradi non appena percorsa una decina di metri. C'è umido e l'acqua,
dalle volte, scroscia e disegna sul terreno sterrato pozzanghere
fangose. Eccoci inoltrati nel ventre di Capo Noli. All'interno di quel
lungo tunnel, 871 metri, dove fino al 1977 passava la ferrovia. Da
allora è dismesso, abbandonato: utilizzato, nel 2001, per farvi passare
i cavi telefonici a fibra ottica e poi, di nuovo, sbarrato. Eccoci qui,
nel buio che dopo un centinaio di metri diventa assoluto e dove ogni
passo rimbomba e restituisce una certa inquietudine.
Eccoci qui: nel cuore del problema, di quel promontorio che frana e che,
ormai con cadenza annuale, fa chiudere l'Aurelia al traffico, dividendo
la provincia e la regione in due. E, allo stesso tempo, siamo nel tunnel
che anche gli esperti, insieme a buona parte della popolazione, indica
come l'unica soluzione per risolvere definitivamente la situazione.
Allargato, consolidato, impermeabilizzato, permetterebbe di arrivare
sottoterra da Noli a Varigotti. Scampando quei massi instabili e
incombenti che anche le reti d'acciaio non riescono più a contenere.
Partiamo da Varigotti alle undici del mattino. Poco prima del breve
tunnel del Malpasso, parallela all'Aurelia, corre una galleria più
moderna, aperta verso il mare. L'ingresso è stato sbarrato, perché era
diventata luogo d'incontro di sbandati e balordi. Sbarramento che ha
poco senso: bastano pochi secondi per scivolare sotto e inoltrarsi in
una sorta di discarica abusiva. La spazzatura testimonia delle
frequentazioni poco raccomandabili della zona. Questo tratto fu
realizzato dopo che, negli anni Quaranta, una frana in quel punto fece
deragliare il locomotore di un accelerato. Era, per la cronaca, un E333
e nell'incidente ci furono anche due vittime.
Ancora qualche metro e si giunge un primo, più breve tunnel. Le piogge
insistenti degli ultimi giorni fanno sentire il loro effetto. Si avanza
su un terreno fatto di ciotoli e terra, appiccicoso e fangoso. La luce
non manca mai, dal capo opposto il foro luminoso diventa via via più
grande. Ed eccoci arrivati. Davanti a noi il fornice del lungo tunnel
che potrebbe risolvere ogni problema. Nonostante il terreno, la
camminata prosegue agevole. Il terreno è spianato e, nonostante
l'oscurità, si procede con discreta speditezza e la piccola torcia
incorporata nel telefonino dà luce sufficiente. Sulla destra, qualche
decina di metri dopo l'ingresso, c'è una montagnola di grossi mattoni
bianchi ammonticchiati in una nicchia, testimonianza di qualche lavoro
del passato.
L'odore di umiditàè forte, ma non insopportabile. La larghezza del
fornice è più ampia di quanto i tecnici, nei giorni scorsi, ci avessero
dichiarato, due metri. Nei punti in cui riusciamo ad effettuare una
misurazione attendibile calcoliamo un fronte orizzontale di circa tre
metri e ottanta centimetri. Erano state costruite per permettere il
passaggio di un binario unico, esattamente come accade per quelle di
Moneglia e di Deiva Marina , località vicine a Sestri Levante, sulla
Riviera opposta. Utilizzate, queste, anche per la circolazione stradale,
seppure a senso unico alternato.
Ci inoltriamo ancora. Ma, com'è assolutamente prevedibile, il percorso
continua con le stesse caratteristiche, tra gorgoglii d'acqua e il
rumore dei ciottoli che rotolano colpiti dalle nostre suole. C'è ancora
odore di umidità, ma anche di storia delle ferrovie. La realizzazione
della linea iniziò nel 1868 e l'inaugurazione arrivò solo quattro anni
dopo. Un record, considerando i mezzi a disposizione all'epoca. Nel 1887
fu conclusa anche la stazioncina di Varigotti.
Arrivare dalla parte opposta della perforazione significa approdare a
Noli, all'altezza del parcheggio realizzato proprio davanti all'imbocco
del lungo tunnel ferroviario. La nostra esplorazione è conclusa.
All'uscita incontriamo un gruppo di geologi che stanno studiando la
situazione. «Il lavoro - spiega Alessandro Scarpati - è già iniziato.
Purtroppo il tempo non agevola». La mattinata di pioggia ha inzuppato il
crinale. Lavorare in queste condizioni potrebbe essere molto pericoloso.
Ci accompagnano in macchina fino al punto esatto della frana. Il masso
caduto poco dopo la mezzanotte del 29 marzo ha lasciato un buco
nell'asfalto profondo tre centimetri, esattamente al centro della
carreggiata, in un momento in cui non passavano auto. Sono arrivate
pochi minuti dopo. Ancora una volta l'ora tarda e lo scarso passaggio
hanno evitato conseguenze peggiori. Ma la situazione appare anche a
occhio nudo, un occhio non esperto, particolarmente grave.
Le operazioni di disgaggio proseguono: si fanno precipitare a valle i
massi più pericolanti, quelli che appaiono in bilico. L'asfalto è
ricoperto di massi, sassi più piccoli, piante, ciottoli, detriti,
pietrisco. Lo sbarramento è duplice. Una prima transenna all'altezza del
Malpasso. Poi, più avanti, una sorta di cancellata chiusa con una
pesante catena. Nel punto più pericoloso si può arrivare soltanto con il
caschetto in testa. I tecnici spalancano le braccia: «Ci si è messo
anche il maltempo a ostacolare i primi rilievi e le operazioni di messa
in sicurezza per garantire condizioni minime praticabili anche per chi
deve lavorare e interventire». Anche accelerando al massimo, i tempi
saranno lunghi.
Ma intanto la soluzione del tunnel, che sembrava confinata nel regno dei
sogni, affascina e seduce. E forse può prendere una qualche concretezza.
Parla Carlo Vasconi, presidente della commissione Ambiente e territorio
della Regione: «In commissione si sta parlando di autostrade regionali.
Ebbene: io dico che bisogna pensare anche alle grandi vie di
collegamento e credo che l'Aurelia sia assolutamente imprescindibile.
Credo che debba esser fatto un grande sforzo perché la Liguria non sia
tagliata in due, "appesa" solo all'autostrada».
Un investimento consistente. «Certo, perché anch'io ritengo che
l''allargamento del tunnel ferroviario sia l'unica via per preservare la
funzionalità delle comunicazioni e il rispetto dell'ambiente. È un'opera
onerosa, potrà costare anche trenta milioni di euro, ma alla fine un
problema, anzi, "il problema dei problemi" sarà finalmente risolto».
Pollice verso, invece, per la costruzione di una strada che passi più a
monte. Per quelle Manie che oggi, attraverso un percorso tortuoso e
complicato, rappresentano la sola alternativa all'A10 e ai suoi pedaggi.
Il passaggio di una strada di grande comunicazione potrebbe alterare
definitivamente l'equilibrio di uno dei luoghi più suggestivi della
provincia. E così, tra un sopralluogo, un summit, una riunione, la
galleria ferroviaria che passa per più di ottocento metri sotto la
roccia emerge davvero come l'unica soluzione definitiva al problema dei
collegamenti.
Nel frattempo, però, c'è da fare in fretta per ripristinare l'Aurelia.
La Pasqua oramai è perduta e all'estate non manca molto. Un conto alla
rovescia davvero temuto dagli operatori del turismo. In un periodo in
cui la crisi morde e non sembra voler allentare la presa.
IL SECOLO XIX

1/4/2009 Frana a Capo Noli: sindaci chiedono A10 gratis
Il sindaco di Finale Ligure Flaminio Richeri e altri amministratori del
comprensorio finalese chiederanno alla Provincia e all’Anas di
riattivare la procedura per il transito gratuito sull’autostrada A10
Genova - Ventimiglia dopo che la frana sull’Aurelia a Noli ha tagliato
in due la viabilità del ponente savonese.
“E’ una richiesta che riteniamo più che lecita qualora i tempi di
riapertura della strada dovessero allungarsi. Procedura già avviata in
altre occasioni, sempre per lo stesso problema”, afferma il primo
cittadino finalese. “Il ponte turistico di Pasqua è a forte rischio. Dai
sopralluoghi sono state rilevate in tutta la parete fratture pericolose.
Le reti in molti punti sono strappate e non è neppure ipotizzabile
aprire l’Aurelia a senso unico alternato”.
IVG.IT
1/4/2009
«La vecchia galleria Fs potrà salvare
l'Aurelia»
la frana di capo noli
Il geologo Scarpati: è un sogno ma è l'unica soluzione possibile diventa
un caso il mancato passaggio dell'arteria all'Anas
dal nostro inviato Marco Menduni
Capo Noli. L'insegna verde e un po' demodé del Bar Liz separa due mondi.
Da una parte il traffico di Finale, dall'altra il deserto. C'è una
transenna che divide queste realtà parallele, che convivono a pochi
metri l'una dall'altra. Di là dallo sbarramento non c'è nessuno.
Percorriamo i quattro chilometri e mezzo che ci separano da Varigotti in
un lampo, non incontriamo anima viva. Solo qualche coraggioso che fa
jogging. Comprensibile: la frana sull'Aurelia, quella che ha imposto lo
stop alla circolazione a Capo Noli, ha di nuovo infilato Varigotti in un
cul-de-sac.
E ci risiamo. Un'altra volta la strada sbarrata, come un anno fa.
Pendolari in subbuglio, operatori turistici con il cuore il gola.
Commercianti alle corde, perché in questi mesi vivono esclusivamente
sugli automobilisti di passaggio. Che ora, da un giorno all'altro, si
sono dissolti.
La maledizione di Capo Noli ha un nome: Dolòmia di San Pietro ai Monti.
È una roccia calcarea, carbonato di calcio e di magnesio. Per sua natura
si frantuma, si scheggia, precipita verso il mare. Qui non c'è stata
l'offesa dell'uomo a rendere instabile la parete. La roccia crolla
perché così vogliono le leggi del Creato. «La roccia - racconta il
geologo Alessandro Scarpati, che da anni studia, monitora e cerca
soluzioni per Capo Noli - fa solo il suo mestiere: franare».
SCARPATI SPIEGA che, indossando una muta e immergendosi in mare, si
osserva un fondale subacqueo grigio e rude. Un'immensa distesa di sassi
calcarei. Crollati nei secoli da quelle pareti così verticali che
sembrano tirate su con il filo a piombo, con un'altezza media di cento
metri.
Semmai l'ardire dell'uomo è stato quello di farci passare una strada
sotto. Già dall'epoca romana, allargata una prima volta nel periodo tra
le due guerre, negli anni Trenta. E poi ancora durante il Secondo
conflitto, per farvi transitare i mezzi pesanti degli eserciti, sul
tracciato che ricalca quello attuale.
È diventata il bersaglio preferenziale delle frane. E dire che la
chiusura di quella piccola arteria è solo uno dei mali, quello che fino
a oggi si è concretizzato. Fino a oggi i sassi sono venuti giù nelle ore
notturne, quando il traffico è pressoché inesistente. «Ma un macigno
anche di modeste dimensioni - conferma Scarpati - da quell'altezza
sfonda il tetto di una macchina come un panetto di burro». D'altronde le
frane stanno strappando le reti di protezione più antiche, quelle
sistemate dall'Anas già dagli anni Sessanta e Settanta. Sradicano i
chiodi che le tendono fissate alle pareti, perforano le maglie.
Nelle ultime due domeniche la coda da Noli a Varigotti era lunghissima e
ferma. In quelle condizioni, un crollo potrebbe avere effetti
drammatici.
C'è una sola strada in Italia che nella classifica dei geologi ha lo
stesso indice di pericolosità. È la Gardesana, che costeggia il lago di
Garda per 55 chilometri, intagliata nella roccia, seguendola in ogni
sporgenza. Una strada che ha già fatto cinque vittime.
Intanto a Capo Noli la lotta contro la natura prosegue, ma è una sfida
titanica. Messa in sicurezza una zona, è un'altra che crolla. Il nuovo
allarme è infatti scattato a distanza di mezzo chilometro in linea
d'aria da quello che ha caratterizzato la crisi del 2008, durata cinque
mesi, dalla chiusura del 16 gennaio alla grande festa per la riapertura
del 13 giugno. Quello era sul versante verso Noli, questo dalla parte di
Varigotti. Conclusione: bisogna ripartire da capo. L'intervento
dell'anno passato è stato lungo e articolato. E non è costato poco: un
milione e 300 mila euro, gravati tutti sulla casse della Provincia.
Prima i rilievi, poi la suddivisione di tutta la parete in gradi di
rischio. E poi ancora la proiezione degli effetti potenziali degli
eventi franosi, dal più piccolo a quello più rovinoso. Tutto il fronte è
stato coperto con le reti, rinforzate poi da cavi d'acciaio intrecciati.
Nei punti indicati a maggior rischio sono stati utilizzati i cosiddetti
"pannelli fune", reticolati di acciaio ancor più robusti. Ora tutta la
zona è stabile, in sicurezza. Ma l'emergenza si è aperta sull'altro
versante.
Sulla parete sono in azione gli uomini di Geologia Verticale, geologi
rocciatori esperti nell'affrontare le asperità più dure. Già ieri hanno
iniziato l'opera di disgaggio: utilizzando delle leve, fanno cadere
tutti i frammenti di roccia più instabili, quelli che rischiano di
franare spontaneamente in tempi brevi. Ma la situazione è molto
complicata. Così, spiega il geometra Renato Falco della Provincia, «solo
venerdì, alla fine della prima tornata di rilievi, sarà possibile capire
come intervenire, stilare l'elenco degli interventi e, soprattutto,
delle spese da affrontare».
Non sarà facile. Anche perché un decreto della presidenza del Consiglio
ha già riclassificato la strada come di interesse nazionale, per
riportarla sotto il controllo dell'Anas. Ma il decreto è bloccato in
attesa degli accordi sugli impegni finanziari. «E nel frattempo -
conferma Falco - la titolarità è ancora tutta nostra. Soprattutto nel
breve periodo di tempo in cui bisogna cercare di risolvere questa nuova
emergenza».
Intanto le vie alternative sono rappresentate solo dall'impervia strada
delle Manie. O dall'autostrada, l'A10 a peso d'oro. Il tratto
Savona-Finale Ligure è lungo 18,9 chilometri, il pedaggio per auto e
moto è di un euro e novanta centesimi. Per chi deve andare e tornare dal
posto di lavoro è un aggravio di tre euro e ottanta centesimi al giorno.
Calcolando una media di cinque giorni lavorativi alla settimana, fanno
76 euro al mese. Su uno stipendio medio, rappresentano una mazzata. Da
sommare al tempo impiegato e da noi sperimentato sul campo: in
condizioni di traffico non sfavorevoli, almeno mezz'ora in più per ogni
tragitto. Almeno.
Le soluzioni? Gli abitanti di Varigotti e di Noli vagheggiano il
riutilizzo dell'antica galleria ferroviaria. Sono 871 metri già scavati
nella roccia sin dall'Ottocento. Negli anni Settanta fu chiusa; una
riassettata l'ha ricevuta nel 2001, quando fu utilizzata per far passare
la linea di comunicazione a fibra ottica. Il libro dei sogni? «Per ora
sì - conferma il geometra Falco - perché ha una larghezza di due metri,
serviva a far passare un solo binario. Al massimo potrebbe servire come
foro pilota per costruirvi intorno un tunnel più grande, che dovrebbe
garantire almeno due corsie di marcia».
Fattibile? «Tutto è fattibile. Ma fino a oggi non c'è alcun concreto
progetto che preveda l'utilizzo di quel tracciato». Anche se, spiega il
geologo Scarpati, «sarebbe l'unica soluzione definitiva, quella che
metterebbe definitivamente al riparo da ogni inconveniente
quell'itinerario». Ma per ora c'è solo un'ipotesi di strada che passi
molto più a monte, seguendo in parte, rettificandolo e rendendolo più
agevole, l'antico percorso delle Manie.
Ma ora non c'è tempo. L'imperativo assoluto è fare in fretta.
Ripristinare in tempo l'Aurelia. Difficile potercela fare prima di
Pasqua, s'incrociano le dita per la stagione estiva. Perché da queste
parti piovono pietre. Non solo fisiche e letterali. Ma anche sul
turismo. E sulle esigenze quotidiane di chi, ogni giorno, deve andare al
lavoro oltre le transenne invalicabili.
IL SECOLO XIX