3/9/2006 A Varigotti riappare una razza
l'avvistamento
Finale. Arriva una conferma sull'avvistamento della razza avvenuto il 25
agosto, intorno alle 17 dal bagnino dei "Nik", Toni Montalbano. Questa
volta la razza è stata immortalata (vedi foto sopra) mentre nuotava
nello specchio acqueo in località Fiorita, tra Capo San Donato e
Varigotti. A fare l'avvistamento è stata Laura Vannucchi, che gestisce
il sito internet www.varigotti.liguria.it e che verso mezzogiorno di
mercoledì 30 agosto si trovava in quella zona per scattare alcune foto
alla mareggiata. «Per caso ho scorto una macchia nera a pochi metri da
riva _ racconta Laura _ La razza non sembrava ferita, si immergeva e
riemergeva spostandosi verso ponente forse alla ricerca di cibo,
addirittura si è spinta quasi a sfiorare gli scogli».
vedi foto
"IL SECOLO XIX" |
4/9/2006
Mano incastrata nell'ascensore paura per un bimbo di due anni
L'incidente
in una casa-vacanze di Varigotti. Liberato dai vigili del fuoco
Finale
Ligure. Un bimbo di due anni è rimasto con una mano incastrata nella
porta dell'ascensore per circa un'ora, lasciando con il fiato sospeso i
suoi familiari e un intero condominio. I vigili del fuoco di Finale, l'automedicale
e il personale del "118" sono accorsi in aiuto dei genitori
del piccolo che, in un condominio di Varigotti avevano dato l'allarme
per evitare al loro figlio più drammatiche conseguenze.
Il fatto è avvenuto ieri mattina a una famiglia di turisti lombardi
alloggiati in una casa-vacanze nel centro del borgo marinaro finalese,
tra poco prima delle ore 11 e mezzogiorno. Mentre la coppia stava
rincasando assieme al figlio, il piccolo non si sa come ha infilato una
manina tra le porta dell'ascensore che si è bloccata, facendolo
rimanere incastrato. Papà e mamma prima si sono dati da fare per
tentare di liberare il figlio spaventatissimo e piangente dalla scomoda
posizione.
Poi, vista la situazione e nel terrore che non si potesse venirne a capo
in breve tempo con chissà quali conseguenze, hanno deciso di dare
l'allarme chiamando il "118".
Rapidamente una squadra di pompieri del distaccamento di Finale si è
così recata sul posto per liberare la mano del piccolo. Poi sono
arrivati i militi della pubblica assistenza e l'automedicale. Dopo
essersi fatti spiegare rapidamente l'antefatto dai genitori del piccolo,
gli uomini del soccorso hanno lavorato con estrema cautela ma anche con
grande determinazione per ridurre al massimo i tempi dell'intervento e
soprattutto per non provocare altre lesioni all'arto del bimbo che
presentava già un vistoso trauma da schiacciamento.
Sono stati attimi drammatici, sottolineati dal pianto del piccolo,
dolorante con la manina incastrata che non poteva liberarsi. Alla fine,
tuttavia, i soccorritori con i genitori, sono riusciti a mettere fine a
quella sorta di incubo. A disincastrare la manina schiacciata dalla
porta in metallo e a trasportare a tutta velocità in ambulanza il
piccolo al Santa Corona. All'ospedale le condizioni del bambino, a parte
il comprensibile choc, non sono tuttavia apparse gravi. La sua mano
presenta un trauma da schiacciamento e il bimbo è stato ricoverato in
osservazione a scopo precauzionale.
04/09/2006
Trasferito all'ospedale Santa Corona il piccolo turista lombardo è
stato ricoverato a scopo precauzionale
"IL SECOLO XIX" |
6/9/2006 Lavori nella
piazza davanti al cimitero
La Soprintendenza ha approvato i lavori di sistemazione della piazzetta
antistante il cimitero di Varigotti, che sarà interamente pavimentata in
marmo nero di Ormea e ciottoli. Nell'occasione sarà sistemato il muro
perimetrale del camposanto con la previsione di un nuovo portale. La spesa
prevista è di circa 60 mila euro.
a. r.
"LA
STAMPA"
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12/9/2006
Uva più forte di siccità e grandine «Sarà un'ottima annata per il
vino»
I
produttori del Finalese sono ottimisti nonostante le bizze del tempo.
Viaggio del Secolo XIX in due note aziende vinicole
Finale.
Si profila un'annata buona per il vino, con una produzione leggermente
superiore a quella dello scorso anno. La grandinata che il 13 agosto si
è abbattuta su Varigotti, facedo temere il peggio ai viticoltori e la
siccità persistente, non hanno scalfito l'ottimismo dei viticoltori
finalesi. Erano trent'anni che a Varigotti non si vedeva la grandine ed
ancora oggi sono evidenti i segni che i chicchi d'acqua ghiacciata hanno
lasciato sugli acini e sulle foglie dei vigneti. Per fortuna il tempo
secco non ha fatto marcire l'intero grappolo, ma solo gli acini colpiti
dalla grandine che dovranno essere eliminati durante la vendemmia.
Sull'altopiano delle Manie, dove prevale la produzione di Pigato,
Vermentino, Granaccia e Lumassina (che a Varigotti prende il nome di
Mataossu), l'annata è stata davvero eccezionale anche dal punto di
vista della produzione.
«Sono circa trenta i quintali d'uva, su quattro ettari e mezzo di
vigneto, che abbiamo dovuto eliminare per consentire alle viti di
portare avanti la maturazione dell'uva ? spiega Vladimiro Galluzzo,
dell'azienda agricola Cascina delle Terre Rosse ?. Una pianta infatti
non è in grado di sopportare bene più di due chili e mezzo d'uva, se
non soffrendo e seppure a malincuore dobbiamo fare questa operazione.
Per questo dopo Ferragosto, circa quaranta giorni prima della vendemmia,
si fa questa prima selezione».
Alle Terre Rosse infatti la vendemmia, tempo permettendo, inizierà
venerdì prossimo e non sarà semplice visto che la maturazione dei
filari non è uniforme. Pertanto toccherà a Galluzzo, l'esperto
dell'azienda, avvalersi della professionalità acquisita nel tempo ed
indicare quali saranno le uve da raccogliere subito e quali da lasciare
ancora qualche tempo appese ai filari.
«In caso di dubbio ricorro al rifrettrometro, uno strumento che misura
il tasso zuccherino presente nell'acino» spiega Galluzzo che conduce
l'azienda fondata dal padre oltre settant'anni fa e che oggi produce 35
mila bottiglie che vengono esportate anche in Giappone, in Inghilterra,
Emirati Arabi. Sui terrazzamenti creati dai muri a secco, a strapiombo
sul mare di Varigotti, nonostante la sete sofferta durante l'estate, i
vigneti appaiono sani e carichi di succulenti grappoli d'uva. Paolo
Ruffino, dell'azienda vinicola Ruffino, non ha ancora deciso quando
vendemmierà ma è certo che quest'anno durerà circa un mese, vista la
selezione che si dovrà fare sui grappoli per togliere gli acini marci.
«Siamo soliti attendere la maturazione fisiologica dell'uva che essere
naturale per far sì che i vini acquistino tutto il profumo del frutto ?
dichiara Ruffino, nella cui vigna sono ancora ben visibili i segni
lasciati da quel terribile incendio che distrusse la stupenda pineta
alle spalle di Varigotti il 3 settembre 2003 -. Nonostante l'annata
secca, abbiamo una buona produzione anche grazie agli impianti di
irrigazione che abbiamo installato nelle vigne».
Cinquanta mila bottiglie è la produzione media della cantina Ruffino
che è riconosciuta come la più attrezzata in Liguria e che nell'anno
2000 venne scelta dalla Regione per produrre un vino spumante rosato
brut, prodotto mischiando le uve liguri e finalizzato ai festeggiamenti
previsti per l'arrivo del nuovo millennio.
Silvia Andreetto
12/09/2006
Galluzzo: «Abbiamo dovuto eliminare circa 30 quintali d'uva per
favorire la maturazione. Ruffino: «Annata secca, ma buona produzione»
«Si
punta tutto sulla qualità per conquistare spazi di mercato»
Finale.
Tra le produzioni tipiche del Finalese, oltre al Vermentino che è
sicuramente quello più importante per estensione, spicca il Mataossu.
Il vitigno è lo stesso del Lumassina ma a Noli, Spotorno e Varigotti,
cambia nome e diventa Mataossu.
E proprio col Mataossu si produce l'unico vino spumante esistente in
Liguria e marchiato azienda Ruffino.
«Si tratta di una piccola nicchia ma importante perché viste le
dimensioni ristrette del nostro territorio che rende impossibile puntare
sulle grosse quantità di produzione, è fondamentale lavorare sulla
qualità per differenziarci il più possibile sul mercato ?dichiara
l'assessore all'agricoltura della Comunità Montana Pollupice Franco
Rossello -. Ed infatti i vini come il Pigato, il Vermentino, la
Lumassina prodotti dalle poche, meno di una decina, ma prestigiose
aziende finalesi, trovano un mercato molto particolare essendo richiesti
soprattutto nel campo della ristorazione e dalle tante vinerie e wine
bar che hanno aperto negli ultimi anni un po' ovunque».
Effettivamente la cultura del vino, che tra i giovani aveva subito una
certa flessione, è costantemente in crescita al punto che il vino viene
spesso preferito agli alcolici.
S. An.
"IL SECOLO XIX"
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13/9/2006
COMUNE DI FINALE LIGURE ASSOCIAZIONE “VARIGOTTI INSIEME”
GIORNATA
IN MEMORIA DI ARTURO BORBONESE
Precursore
della riscoperta dell’entroterra Finalese
L’Assessorato
al turismo del Comune di Finale Ligure e l’Associazione “Varigotti
Insieme” organizzano per venerdì 15 settembre una giornata dedicata
ad Arturo Borbonese, precursore della riscoperta dell’entroterra
Finalese e autore della guida “I sentieri del Finale”, pubblicazione
stampata per la prima volta più di vent’anni fa che ebbe un grande
successo e che è ancora oggi una delle guide più utilizzate dagli
escursionisti.
Borbonese,
mancato la scorsa primavera, oltre a dedicarsi alla stesura della guida,
svolse gratuitamente un’importante opera di tracciatura e pulizia di
molti sentieri. Per ricordare la sua figura, il Comune e
l’Associazione “Varigotti Insieme” hanno organizzato per venerdì
un’escursione gratuita, guidata da Carlo Lovisolo della Cooperativa
Tracce, e un dibattito.
Borbonese
è stato il primo riscopritore della rete sentieristica del Finalese.
Molti giovani che hanno avuto l’opportunità di scoprire questo
territorio lo hanno fatto anche grazie al suo lavoro. Realizzò un
plastico che riproduceva con estrema precisione ogni collina e ogni
valle e su questo plastico segnò tutta la rete sentieristica,
contrassegnandola con simboli e colori diversi. Fece stampare poi una
guida che ancora oggi si può acquistare nelle librerie, e che resta la
miglior cartina dei sentieri del Finalese. Amava questo territorio e in
particolare Varigotti, dove si trasferì all’inizio degli anni ’70.
Trascorse gli ultimi trent’anni della sua vita a cercare di far
conoscere le bellezze del Finalese.
L’escursione
prenderà il via alle 16 in piazza Cappello da Prete a Varigotti
L’itinerario toccherà il percorso naturalistico realizzato dal WWF a
Punta Crena e la chiesa di San Lorenzo vecchio che si affaccia sulla
baia dei Saraceni e raggiungerà poi il primo punto panoramico sulla
falesia marina di Capo Noli.Al termine si terrà, presso il Centro
Civico “Roberto Fontana” di Varigotti, una breve cerimonia per
ricordare la figura di Arturo Borbonese.
COMUNE FINALE LIGURE
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14/09/2006
Finale,
siluri contro il Puc
Scadono domani i termini per la presentazione delle osservazioni
Il centrosinistra: «Asseconda meri interessi economici»
Finale. Scadono domani i termini per la presentazione delle osservazioni
al progetto definitivo del Puc, approvato dal consiglio comunale lo scorso
12 luglio. Dall`analisi fatta dal centrosinistra finalese e dalle
associazioni ambientalistiche, il Piano urbanistico presenterebbe vari
punti deboli al punto che, da più parti, arriva la richiesta di ritiro.
In particolare, mancherebbe un vero studio di sostenibilità ambientale che
traduca le varie progettazioni in una città capace di funzionare e di
garantire sviluppo e qualità della vita. Né sarebbero state seriamente
valutate le incidenze della trasformazione delle aree Piaggio che
condizionerà gli equilibri socio-economici del futuro di Finale. «Ne
risulta un piano sfilacciato ed incapace di valutare le proprie
conseguenze» hanno dichiarato le forze del centrosinistra. Secondo Roberto
Grossi, di Rifondazione comunista, «il piano va repinto in toto perché non
è condivisibile la sua filosofia di base che prescinde dalle risorse e
dalle reali necessità del territorio e della popolazione per assecondare
meri interessi economici particolari».
Per Italia Nostra ed il Wwf, il Puc prevede eccessive quote residenziali,
soprattutto nelle aree agricole dove la previsione edificatoria appare
determinata al soddisfacimento della richiesta di seconde case, mentre non
viene risolto il problema della prima casa.
«Bisognerebbe favorire le dimensioni di alloggi idonei a consentire la
residenza stabile anche di famiglie di nuova formazione, prevedendo
appartamenti di almeno 70 metri quadrati» hanno precisato le associazioni
ambientaliste che hanno duramente contestato anche la mancata previsione
del Parco regionale del Finalese.
«L`abbandono del sistema parco, con la motivazione di inutilità di un ente
territoriale, porterà ad ulteriori complicazioni nel reperimento di
risorse finanziarie da parte del Comune» concludono le associazioni
ambientaliste.
S. An.
SECOLO XIX
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15/09/2006
Nubifragio, provincia in ginocchio
L`Albenganese è la zona più colpita. Campeggi evacuati sul Lungocenta. La
Coldiretti: «Chiederemo lo stato di calamità naturale»
Danni ingenti alle coltivazioni, negozi allagati. A Savona il sindaco
chiude due scuole
Pioggia, allagamenti, rischio di esondazioni. E` stato un giovedì di paura
e disagi in tutto il savonese. E il peggio è che le previsioni non
annunciano nulla di buono neppure per oggi. Non a caso ieri pomeriggio,
dopo la conferma dell`allerta 2 (grave) da parte della Prefettura, il
sindaco Federico Berruti ha firmato un`ordinanza per disporre la chiusura
(oggi) di due scuole: la materna e l`asilo nido di corso Mazzini
(piramidi), e il piano terra (ma non i piani superiori) di materna e asilo
nido di Via Crispi, a Lavagnola.
«La decisione è maturata soltanto per queste strutture in quanto sono le
uniche situate in zona definita "esondabile" - ha spiegato il Comune - I
genitori dei bambini che frequentano l`asilo e la materna di corso Mazzini
sono stati avvisati dal personale del Comune. In caso la situazione meteo
migliorasse e cessasse l`allerta 2, l`ordinanza sarà subito revocata».
Savona peraltro è stata una delle città quasi risparmiate dalla furia dal
maltempo. Ad Albenga e in generale nel ponente se la sono vista molto più
brutta. E se la sono vista brutta anche in Valbormida, dove alcune scuole,
come il licelo Calasanzio di Carcare, sono state semi allagate con
necessità di abbandonare alcune aule.
In generale è stata una giornata drammatica. Sono stati tanti gli
allagamenti di garage, magazzini e negozi. Non si sono contati alberi
pericolanti, tombini esplosi, cornicioni pericolanti. Un`emergenza unica
da Varazze ad Andora ed estesa a tutta la Liguria. Per vigili del fuoco,
protezione civile, vigili urbani e tanti volontari, è stata la solita
giornata di passione. Una cinquantina, alla fine, le uscite per richieste
d`intervento.
Nel bilancio finale, per fortuna, non si sono registrate esondazioni di
corsi d`acqua. Anche il Letimbro, che poche settimane fa in occasione di
una pioggia più intensa ma sicuramente meno duratura, era andato ko,
stavolta ha tenuto. Il rovescio della medaglia è ancora una volta la
frazione di Santuario che si è confermata la più"permeabile": questa volta
è rimasta isolata la borgata intorno a Castel Sant`Agata.
Anche a levante è stata dura. A Varazze allagameni di scantinati e
portoni, oltre a strade invase da pietrisco e rami spezzati, hanno
provocato decine di Sos. Ci sono stati un paio di incidenti per fortuna
non gravi. Un`imbarcazione è riuscita a rientrare nel porticciolo di Celle
giusto in tempo prima che in mare scoppiasse l`inferno.
Ad Albenga, come detto, la situazione più grave. Campagne e serre
allagate, danni gravissimi alle colture. Ma non solo: quattro campeggi
("Roma", "Lungomare", "Gallinara" e "Dei Fiori") evacuati per precauzione.
Chiuse le scuole di Ortovero: per elementari e materne doveva essere il
primo giorno, ma il sindaco Osvaldo Geddo ha bloccato gli scuolabus per
evitare rischi inutili e così l`esordio è rinviato.
«Chiederemo lo stato di calamità naturale. La situazione è gravissima.
Intere colture sono scomparse sotto la furia dell`acqua che ha invaso
soprattutto la zona al confine tra Albenga e Ceriale». Ennio Fazio,
presidente regionale della Coldiretti, ha chiesto un incontro con tutte le
organizzazioni di categoria degli agricoltori e con il sindaco per cercare
una soluzione all`annoso problema della canalizzazione. Il sindaco ingauno
Antonello Tabbò ha dato la piena disponibilità ma ricordando che servono
10 milioni di euro. «E il Comune, da solo, non è in grado di far fronte»
ha chiarito.
Dario Freccero
IL SECOLO XIX
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19/9/2006 IL CONCORSO RISERVATO AI PASTICCERI E’ STATO VINTO DAL MONEGASCO
FRANK MADALA DELL’HOTEL DE PARIS
Ventimila visitatori nel centro storico per la
rassegna «Dolcissima Pietra»
PIETRA L.
Domenica sera si è conclusa con grande successo la seconda edizione di
Dolcissima Pietra. Oltre 20.000 visitatori hanno colto l'invito di Pietra
Ligure a visitare il percorso goloso sviluppato nel centro storico della
città. Fiore all'occhiello della manifestazione la seconda edizione della
gara di Arte Dolciaria con oltre 26 partecipanti che hanno contribuito a
decretare il successo dell'iniziativa di punta della manifestazione.
L'edizione 2006, in crescita sia per il numero dei partecipanti sia per la
qualità delle esposizioni, è stata sviluppata in due sezioni: la sezione
pièce artistiche e la sezione torte "Premio speciale Marzio Strobino",
premio dedicato al noto ristoratore pietrese scomparso lo scorso anno. La
giuria era costituita da: Virgilio Pronzati, noto enogastronomo, Adriano
Noli, presidente della FIC delegazione di Savona, lo Chef Gregorio
Meligrana, lo Chef Francesco Impieri e lo Chef Roberto De Palo. I
vincitori della sezione pièce artistiche sono: primo premio Frank Madala
dell'Hotel de Paris di Montecarlo con la pièce dal titolo "Sotto il Mare";
secondo premio Salvatore Peluso dell'Hotel Acqua Novella di Spotorno con
la piece dal titolo "Stella del Mare" e terzo premio Pietro Cassina della
Panetteria Cassina Pietro di Varigotti - Finale Ligure con la pièce "Il
Vecchio e il Mare". I vincitori della sezione Premio speciale Marzio
Strobino: primo premio Francesco Crocco della Pasticceria Poldo di Genova,
secondo premio Bruno De Marco della Pasticceria Caffè Ferro di Finale
Ligure, terzo premio Riccardo Cassullo della panetteria Riccardo Cassullo
di Finale Ligure Borgo. La prestigiosa Gara di Arte Dolciaria è stata
visitata da migliaia di persone, che hanno letteralmente preso d'assalto
le postazioni per ammirare i lavori dei maestri pasticceri. Un flusso
continuo ha sfilato davanti alle pièce spettacolari, talmente suggestive
da essere paragonate a vere e proprie opere d'arte.
Un successo le vetrine allestite dai commercianti dedicate a
Dolcissima Pietra, che hanno reso "dolcissimo" il centro storico e i
quartieri della cittadina rivierasca.
m. bel.
"LA
STAMPA" |
25/9/2006 Finale:
maltempo, allagamenti nella notte (ore 07:16)
Notte di allagamenti nel
finalese, in particolare a Varigotti e Noli a causa del passaggio della
perturbazione annunciata sabato scorso dalla Protezione Civile e dagli
esperti meteo. Situazioni che hanno richiesto l'intervento dei vigili del
fuoco del distaccamento di Finale. La situazione si è risolta comunque
all'alba L'allerta meteo 1 restera' in vigore almeno sino alle 12 di oggi.
r.c.
SAVONA NEWS |
25/7/2007 Varigotti, acqua con il contagocce
L'eccessiva richiesta mette in crisi l'acquedotto. Alcuni operatori
turistici hanno rimediato realizzando in proprio vasche di accumulo
Rubinetti asciutti negli alloggi dei piani alti. Problemi per gli alberghi
Finale.
Per circa due ore, sabato e domenica sera, a partire dalle 20.30 e poi
anche ieri mattina fino alle 9.30, varie zone di Varigotti, hanno dovuto
fare i conti con un calo di pressione generalizzato d'acqua che ha
provocato disagi soprattutto a chi abita nelle palazzine, ai piani
superiori al secondo ed ad alcuni ristoranti ed alberghi cittadini.
La zona più colpita è stata quella del borgo nuovo, lungo via degli Ulivi,
ma anche nel borgo vecchio, ieri mattina, sono stati parecchi i residenti
che sono dovuti uscire di casa senza potersi fare la doccia. Intanto il
comune di Finale che è corso immediatamente ai ripari, ha sottolineato che
l'emergenza non è stata provocata da una mancanza d'acqua ma, in primis,
ad un eccessivo consumo dovuto al caldo e all'afflusso di turisti ed in
secondo luogo dal fatto che, nelle ore in cui le pompe non funzionavano,
si verificava un troppo pieno che ha fatto sprecare l'acqua che si è
riversata in un rigagnolo. «Per il prossimo fine settimana attiveremo le
pompe per un maggiore numero di ore in modo da evitare gli sprechi ? ha
precisato l'assessore Massimo Gualberti -. Inoltre per il prossimo anno è
in corso un progetto per sdoppiare l'impianto che oggi serve anche il
rione di Pia». Intanto le lamentele dei cittadini hanno evidenziato una
situazione che non è sporadica per Varigotti ma che si ripresenta ogni
estate. «E' sempre la solita storia che si ripete da almeno cinque anni ?
dice Giulio Binacchi che abita sull'Aurelia vicino alla farmacia -. In
estate quando c'è molta gente e le piogge calano, a Varigotti c'è mancanza
di pressione e chi abita oltre il primo piano deve mettere in conto che
prima o poi resterà senz'acqua. Ieri mattina fino alle 9.30, in tutta la
zona dai rubinetti non scendeva neppure un filino d'acqua».
Anche i clienti che occupavano i piani a partire dal terzo fino al quinto
dell'Hotel Plaza, situato a pochi metri dalla farmacia di Varigotti,
questo fine settimana, sia sabato che domenica sera, hanno dovuto fare a
meno dell'acqua dopo le 20. «on è il primo fine settimana che abbiamo
questo problema ? dice Eva dell'Hotel Plaza ? anzi direi che è una
situazione che si ripresenta spesso». Se l'è cavata meglio Andrea Oliveri
dell'hotel Holiday di via Ulivi: «Per ovviare a questo tipo di disagio ci
siamo dotati di una vasca di scorta che sopperisce alle carenze
dell'acquedotto».
Ed anche il ristorante Ferrin ha attuato la stessa tecnica così da non
doversi trovare in difficoltà nei momenti in cui c'è più lavoro. A
trovarsi "nelle canne" questo fine settimana è stato Bruno Gonella del
ristorante "La Caravella": «Con il calo di pressione che si è registrato,
abbiamo dovuto tribolare un bel po' perché i nostri forni a vapore hanno
smesso di funzionare ? ha sottolineato Gonella -. Non c'è stata mancanza
d'acqua nel ristorante ma, ieri mattina, fino alle 9.30, abbiamo
registrato il problema a casa, sia io che abito in via degli Ulivi che mio
figlio che risiede nel centro storico al terzo piano».
A minimizzare è il sindaco Flaminio Richeri: «Problemi dovuti
all'eccessiva richiesta ma tutto dovrebbe essere rientrato nella norma».
Silvia Andreetto
"IL SECOLO XIX"
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27/7/2006 SICCITA’ ALCUNI PROBLEMI E DISAGI SI SONO GIA’ VERIFICATI AD
ALBENGA, ALASSIO, VARIGOTTI E VEZZI PORTIO. E’ GIA’ CORSA AI RIPARI
Giorni
a rischio idrico per il Ponente savonese. Le scarse precipitazioni
dell’inverno e della primavera scorsi, l’afflusso turistico che si segnala
in crescita (seppur leggera), la calura che induce ad un maggior consumo
sono tutti fattori che fanno temere il peggio. La sinistra espressione
«black out idrico» è dietro all’angolo? Ogni giorno arrivano segnali
preoccupanti. La rottura dell’acquedotto di Vadino d’Albenga, sulla riva
destra del fiume Centa, i lavori alle tubature che hanno fatto mancare per
una giornata l’acqua nella frazione Moglio d’Alassio, la mancanza di
pressione nelle tubature finalesi che hanno messo in crisi i piani alti
delle case a Varigotti, Vezzi Portio ove il sindaco emette una ordinanza
che vieta l’uso dei rubinetti dalle 21,30 alle 6,30. C’è di che
preoccuparsi, anche perché soprattutto sul medio periodo le falde ormai
emunte lasciano prevedere tempi di vacche magre, con il cuneo salino che
risale verso l’interno della piana albenganese. Gli acquedotti comunali
aumentano i prelievi e potenziano anche le pressioni nei tubi con
contraccolpi e guasti. Per non dire dei «prestiti» d’acqua che alcuni
Comuni (come quello di Albenga) fanno nei confronti di altri (come ad
esempio quello di Ceriale). Ad Albenga l’Ilce, la società che gestisce le
risorse idriche, ha annunciato proprie in queste ore di aver raddoppiato
la pressione nei pozzi di regione Cantone, riuscendo così a passare a 9
atmosfere, grazie alle quali è garantito, per ora, il rifornimento a San
Giorgio e a Pratogrande. Sempre grazie al risollevamento di regione
Cantone è garantita pure l’alimentazione della frazione di Campochiesa. Ad
Alassio, Roberto Socco, presidente della Sca (la società di rifornimento
idrico cittadino), avverte: «Per ora la nostra stazione di pompaggio di
regione Sgorre ad Albenga, che trae da 6 pozzi a raggiera, sta dando i
giusti quantitativi. Ma dobbiamo prendere provvedimenti radicali prima che
sia tardi. Abbiamo conferito proprio ieri incarico al geometra Duzzi e
all’ingegner Milani affinché facciano un progetto di emungimento dalla
zona del villanovese, usando per l’adduzione i due tubi da 350 millimetri
a suo tempo da noi messi sotto l’asfalto delle gallerie dell’Aurelia bis».
Preoccupazione è stata espressa circa un mese fa dal vicesindaco
di Villanova d’Albenga, Pietro Balestra, che auspicava un consorzio fra i
Comuni dell’Ingaunia per decidere tutti insieme l’uso delle risorse
idriche del comprensorio. La Piana di Albenga si prepara ad affrontare
un’eventuale emergenza idrica «Il nuovo impianto della fognatura, già due
volte, il 13 e il 21 luglio, è esploso spargendo rifiuti organici solidi e
liquidi sui terreni e nei fossati, provocando danni enormi. Chi li paga
questi danni? I cittadini o Vazio e Tabbò». Così accusa il consigliere di
minoranza Roberto Schneck, che sulla vicenda presenterà una interpellanza
volendo verificare chi abbia la responsabilità del collaudo dell’opera.
Schneck dice: «Mi chiedo con disgusto, come il vicepresidente del Comitato
civico di San Giorgio, Giorgio Moreno, abbia potuto non accorgersi e
denunciare tutto questo». Il vicesindaco Franco Vazio, assessore ai lavori
pubblici, ha dichiarato: «Non c’è stata nessuna “esplosione”.
L’inconveniente si è verificato in occasione dell’ultimo temporale che ha
comportato il guasto delle pompe a mare. Durante questa interruzione di
due ore abbiamo attivato una scarico alternativo. Ora tutto è normale».
r. sr.
"LA
STAMPA"
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