Il dietro le quinte di "Paperino e la notte del Saraceno" di Marco Rota:
un aneddoto, tante gag misteriose, un omaggio pieno d'affetto a una cittadina della costa ligure. E Paperino che parla latino.

(Scritto da Lidia Cannatella)

E' stata un'avventura, vissuta da Marco Rota (scrittore e disegnatore), a suggergli "Paperino e la notte del Saraceno".  Un curioso aneddoto che vale la pena di essere raccontato, per gustare ancora di più la storia e perché, sicuramente, farà tornare alla memoria di molti lettori un certo fatto che, più di una trentina di anni fa, scombussolò parecchio la costa savonese.
Il 16 gennaio 1971 cadeva di sabato e Marco rota, all'epoca, pensa di trascorrere quel fine settimana a Varigotti, splendida località rivierasca, forte del fatto che il mare d'inverno esercita su di lui un fascino particolare.
Comincia l'avventura.....Si mette per strada, partendo da Milano e , dopo l'uscita a Savona, percorre l'Aurelia. Strada facendo, intuisce subito che qualcosa non va. E' sera, eppure non c'è finestra illuminata, è tutto buio, deserto, sbarrato.

 

Lungo la strada non incrocia un veicolo, non una macchina lo precede o cerca di sorpassarlo. In pratica percorre l'Aurelia, venticinque chilometri di strada, da Savona a Varigotti, completamente solo. Rota non è certo impermeabile a questo improvviso e , soprattutto, inaspettato deserto. E tenta di esorcizzare la sua inquietudine, dicendo a se stesso che forse la TV sta trasmettendo una qualche "storica" partita di calcio, o forse gli abitanti del luogo si sono radunati in un estemporaneo comitato di benvenuto per onorare, chissà
mai, qualche extraterrestre.
Le congetture si sprecano, ma Rota sa che, in ogni caso, un deserto di quel genere può essere originato unicamente da qualche evento straordinario.
Già, ma quale?

 

Rota giunge a Varigotti, più buia della notte più buia. In albergo incontra un amico della "Stampa" di Torino.
"Ma guarda chi si vede!" esclama l'amico. E prosegue: "Con tutti i giorni dell'anno, proprio stasera dovevi venire qui? Dico io, tutti scappano e tu vieni al mare?". Rota domanda all'amico il motivo per cui"non" sarebbe dovuto venire a Varigotti, dal momento che, alla partenza, gli sembrava un weekend come un altro gli chiede soprattutto il perché del fuggifuggi generale o del barricamento in casa. L'amico spiega: "Stanotte è previsto un maremoto che distruggerà un paese della costa savonese. Ne parla persino il giornale. Cosa fai? rimani?

Rota è rimasto, il maremoto non c'è stato e nessun paese è andato distrutto.

Negli anni a seguire,più volte l'artista si è recato a Varigotti, ma è stato solo una sera di fine settembre del 1981 a rievocare in lui il livido ricordo dell'avventura capitatagli anni prima.
Era seduto sul molo e, in lontananza, sul mare, c'erano perturbazioni temporalesche, a tratti, illuminavano le rocce e la spiaggia dei Saraceni, conferendo al panorama un fascino sinistro e inquieto. Rota aveva con sé il figlio di due anni che insisteva perché il papà gli raccontasse la storia dei Saraceni. Papà Rota comincia a raccontare e così è nata la storia!

 


In seguito Rota ha girato Varigotti in lungo e in largo, scattando fotografie di alcune vedute particolarmente suggestive e comprando cartoline. Di queste immagini ha disseminato la storia:alcune vignette ispirate alle foto o cartoline sono riproposte in questa pagina.

 

 

Paperino...latino

 

 

"Paperino e la notte del saraceno" detiene poi un primato del tutto insolito: è stata la prima storia disneyana in assoluto a essere tradotta in latino.
Non un latino maccheronico, bensì una seria, ponderata traduzione effettuata da fior di latinisti, come Lamberto Pigini,dell'European Language Institute.


"Donaldus Anas atque nox Saraceni"

Versione latina, grazie a una traduzione effettuata dall'European Language Institute di Racanati, nell'ambito di un'iniziativa tesa alla diffusione della lingua latina, promossa negli anni 1983-84, e che ebbe, all'epoca grande risonanza.

 

Tratto da Zio Paperone numero 81 - Giugno 1996, gentilmente prestatoci da Rosie.

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